"Enigma" Brugman: meglio mezz'ala o regista?
L'uomo di maggior talento della mediana e la sua collocazione
Gaston Brugman ed il suo ruolo, uno dei dilemmi del nuovo Pescara. Il centrocampista sudamericano è uno degli uomini cardine della mediana biancazzurra, ma la sua collocazione in campo ha fatto e fa ancora discutere.
Playmaker o mezz'ala? Zeman sembra avere le idee chiare, per lui Brugman può far male da mezz'ala di regia a sinistra. E' più vicino alla porta avversaria e agli attaccanti, da lì può scatenarsi e scatenare i compagni. Brugman, in effetti, non sembra avere le doti del vero regista zemaniano: gioca più nello stretto che nel lungo, non verticalizza come chiede il boemo e non è troppo aggressivo in fase di non possesso. "Non rischia mai il passaggio", per dirla alla ZZ, "accontentandosi" spesso di "giocare facile". E questo non piace al boemo
Eppure la sensazione dei commentatori, a partire dal presidente Sebastiani (e con lui buona parte dei tifosi), è che Brugman possa rendere di più da centrale. La prova offerta da play contro l'Entella, condita da un gol meaviglioso, ne è una prova, anche se ZZ non è stato dello stesso avviso: "Ha giocato 115 palloni, dei quali 100 inutili" le sue parole. Una estremizzazione di un concetto, è evidente. Ma nel match successivo, a Cremona, lo ha riproposto in cabina di regia ed il sudamericano ha offerto una prestazione non troppo positiva.
La domanda è dunque lecita: perchè schierarlo play avendo comunque in organico altri centrali se lo vede quasi eslusivamente mezz'ala? Le premesse tattiche delle due partite ravvicinate e le assenze (in primis quella di Proietti) hanno portato Zeman al cambio di ruolo per Gaston, ma se la linea di pensiero del boemo è quella - e se "l'esperimento" resterà estemporaneo - non sarebbe stato più opportuno mantenerlo nel ruolo che reputa più congeniale e nel quale il giocatore deve ancora del tutto calarsi? A coloro che sostengono che anche Verratti impiegò quasi un intero girone per diventare un regista zemaniano, è facile rispondere che sin dal ritiro Zeman impostò il Gufetto di Manoppello in quel ruolo, facendolo crescere all'ombra di Togni. Per Brugman il percorso è stato molto diverso, sin dalla scorsa stagione: Zeman di rado lo ha impiegato da regista centrale, schierandolo anche in attacco come falso nueve ad esempio. O da esterno atipico. Segno evidente che sin da subito non ha riscontrato nel sudamericano le caratteristiche necessarie per interpretare al meglio il ruolo di play nel suo 4-3-3.
Sciogliere il prima possibile e nel migliore dei modi "l'enigma Brugman" può essere una delle chiavi di volta della stagione. Brugman in B è uomo di grande talento ed in grado di fare la differenza: riuscire a sfruttarlo al meglio può risultare determinante per le fortune biancazzurre...
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