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Tra la gara di sabato e il possibile futuro biancazzurro: parla Caserta

Da Il Messaggero ed. Abruzzo

17.06.2020 00:11

Fabio Caserta, nome e cognome di cui si parla da settimane a Pescara. Un po’ perché il 41enne calabrese è l’allenatore della Juve Stabia, prossima avversaria dei biancazzurri alla ripresa della serie B, un po’ perché il suo lavoro sulla panchina delle Vespe nei mesi scorsi ha colpito particolarmente la società, in particolare il presidente Sebastiani. “Evidentemente è stato apprezzato il lavoro fatto finora – le prime parole di Caserta – . Il semplice fatto che una società come il Pescara abbia anche solo lontanamente pensato al sottoscritto, e che sia uscito il mio nome accostato alla panchina abruzzese, mi riempie d’orgoglio. Io, però, oggi penso solo alle prossime dieci partite, al mercato e al futuro non do nessuna importanza. Rispetto i media, ma io di queste cose non parlo. Dico solo che mi fa piacere che il Pescara possa apprezzare il mio lavoro, segno anche fuori dalla Juve Stabia quello che stiamo facendo piace”.

Sebastiani definisce la Juve Stabia la bestia nera di tutti in serie B. “Mi fa piacere – prosegue Caserta, legato al club campano anche per la prossima stagione – . Non siamo partiti benissimo, quest’anno. Abbiamo sofferto un po’ il salto di categoria. Ma non ci siamo disuniti e strada facendo sono emerse le nostre qualità. La tenacia e la voglia di lottare. Voglio che le mie squadre abbiano un’identità forte, motivazioni e carattere”. Pochi giorni e Caserta sarà sulla panchina dell’Adriatico, ma quella lato sud, che spetta agli allenatori ospiti. La sua Juve Stabia arriverà con la rosa al completo e con il suo collaudato 4-3-3. “Al momento sì, spero vada tutto bene da questa settimana in poi. Ricordo ancora la gara d’andata contro il Pescara (vittoria dei campani per 2 a 1, ndc): ci ha messo in difficoltà, è una squadra di categoria e ha individualità importanti per poter giocare un rush finale di alto livello. Non parlo solo di Galano, ma anche di altri elementi in reparti diversi: Scognamiglio, o Bettella, giocatore molto forte, pur essendo un 2000, Memushaj, che è una certezza. E Bojinov, anche se non so quali siano le sue condizioni attuali, non lo scopro certo io”.

Si torna a giocare dopo tre mesi: impossibile studiare l’avversario come si faceva normalmente durante la stagione. “E’ una difficoltà per tutti. Non sapremo come giocheranno le avversarie, se cambieranno moduli e uomini. E’ poi c’è l’incognita della tenuta fisica: bisogna saper gestire le partite, sarà difficile arrivare fino al 90’ con la giusta condizione. Questo mi preoccupa”. Juve Stabia con 36 punti, uno in più del Pescara, spinta dai gol di Francesco Forte (13), bomber esploso a 27 anni tra le mani di Caserta, quattro anni fa passato da un prestito al Teramo senza lasciare traccia con 1 gol in 14 partite (cresciuto nell’Inter, oggi è di proprietà del Beveren, club belga). “L’allenatore può dare concetti, poi la bravura dei giocatori, in questo caso degli attaccanti, fa la differenza. Devono essere bravi a sfruttare le loro qualità e i consigli. Così sta facendo Forte, e sta disputando un grande campionato”. Legrottaglie definisce la partita di sabato la “finale di Champions” per il Pescara. “Io non la ritengo una finale. Se vinci, prendi tre punti, ma ne restano altre nove. Idem se perdi. Sarà una partita importante, questo sì, ma non determinante. Difficile per entrambe e con punti pesanti in palio. Noi le affronteremo ragionando di partita in partita, senza calcoli”.

FONTE: IL MESSAGGERO ED. ABRUZZO

 

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