La mente è un... muscolo
Problema mentale e non tecnico per Colombo e i suoi uomini?
A CURA DI MATTEO SBORGIA
Il cervello è racchiuso nella scatola cranica. Si tratta di uno degli organi più grandi e più complessi dell’organismo. Svolge funzioni molteplici e diverse tra loro, tra cui anche quelle di controllo degli altri organi. Esso infatti vigila sui pensieri, la memoria, il linguaggio, i movimenti di braccia e gambe. Ma non solo: regolando il respiro e il battito cardiaco, determina le reazioni agli eventi stressanti che possono verificarsi nella vita di tutti i giorni. Tale definizione è fornita dall'enciclopedia medica dell'Istituto di Ricerca Humanitas. Da ciò si evince che il cervello è il motore per l'essere umano. E se il motore non funziona bene, non c'è niente da fare se non correre ai ripari e capire il motivo del ‘guasto’. Il cervello di una squadra di calcio in campo è colui che siede in panchina. Tradotto: il Pescara è in confusione, perchè il primo ad esserlo è Colombo. Il trainer lombardo da dopo la partita con il Catanzaro è entrato in un vortice da cui non riesce ad uscire. Conseguentemente la squadra ha perso spensieratezza e certezze. Cancellotti e compagni sono vittime probabilmente inconsapevoli delle loro stesse paure. I risultati non sono altro che la logica conseguenza. I continui cambiamenti di modulo da parte del tecnico biancazzurro, non fanno che aumentare paure e insicurezze in una compagine che non da oggi ha completamente smarrito la sua identità. E' un dato di fatto preoccupante questo. E poi c'è (sempre conseguentemente a quanto scritto sopra) una problematica di carattere comunicativo che attanaglia il Delfino. Il mister parla di giusto atteggiamento a prescindere dai moduli, messaggio che non è stato quasi mai recepito dal gruppo visti i risultati e le prestazioni. Alle parole e ai buoni propositi non seguono i fatti. I giocatori sono impauriti, timorosi e non sanno cosa fare. Ci si affida alle giocate dei singoli, chiaro segnale che ormai nel gruppo qualcosa si è rotto. Passando a quello che è stato detto dai protagonisti in campo, iniziamo con Gyabuaa che nel dopo partita di Andria - Pescara aveva dichiarato:" Dobbiamo cercare di non riaffondare di nuovo." Mora, l'elemento più esperto in rosa dopo l'ultima contesa interna con il Giugliano ha detto:" Dobbiamo capire cosa non funziona." Avere problemi ci sta, capita, ma se dopo così tanto tempo bisogna capire ancora di che origine sono, vuol dire essere in una situazione di criticità assoluta. Ed è questa la vera questione su cui riflettere. La luce si è spenta, tutti hanno perso la bussola. E allora che fare per dare una scossa? In caso di ulteriore passo falso a Cerignola, l'esonero dell'ex allenatore del Monopoli sarebbe inevitabile, ma esiste anche un'altra soluzione. Quale? Affidarsi ad un mental coach. Si tratta di un professionista altamente qualificato che attraverso un modello psicoeducativo aiuta l'atleta o il gruppo a sviluppare gli aspetti mentali utili a perseguire risultati. Ergo, l'aspetto mentale è predominante sulla questione tecnica(visto che con il mercato di gennaio sono arrivati i giusti elementi), perchè se la testa non va, non è libera, le gambe sono una logica conseguenza. Del resto, come sostiene Ted Turner “La mente è un muscolo” (e aggiungiamo noi) come tale va trattato. A chi di dovere il compito di assumere le giuste decisioni, nella speranza che qualunque esse siano portino i frutti sperati. Agire e farlo con chiarezza in un senso o in un altro sarebbe l'ideale, soprattutto in un periodo come quello che il Pescara sta vivendo. Questo è l'auspico. Tempistiche? Meglio tardi (perchè ora lo è) che mai.
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