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La Stella Rossa.. biancazzurra! Il Delfino Rampante racconta Spal-Pescara

L'apprezzatissima rubrica di PS24

09.10.2023 09:37

24 ottobre 1990. La Jugoslavia non è ancora "ex" seppure di lì a poco sarebbe drammaticamente cambiata la cartina geografica dell'Europa balcanica.

A Belgrado, va di scena un ottavo di finale dell'allora Coppa Campioni che sa quasi di leggenda. A sfidare nella gara di andata le stelle della Stella – che poi nella finale di Bari si laureò campione d’Europa grazie alla vittoria ai rigori contro l’Olympique Marsiglia - arrivano al Marakàna i Rangers di Glasgow. I biancorossi di casa asfaltano i blu scozzesi con un perentorio 3-0. Uno dei protagonisti della gara è il croato Robert Prosinečki – genio e sregolatezza del calcio del XX secolo - che sigla il gol del 2-0 sotto la Curva Sud e si fa 105 metri di corsa per andare ad esultare dal lato opposto, sotto la Curva Nord, cuore pulsante del tifo organizzato serbo, sponda Stella Rossa.

8 ottobre 2023. Stadio Mazza di Ferrara. Corre il minuto 90. La partita tra Spal e Pescara è bloccata sull'1-1 nonostante il Delfino sia passato in vantaggio, abbia sprecato diverse ghiotte palle gol  - una costante quest'anno finora  - e abbia dimostrato di essere superiore ai padroni di casa. Sta per arrivare un pari che sa quasi di beffa. Ma Cangiano non ci sta. Gianmarco scaglia un potente tiro da fuori area e, anche grazie all’incertezza dell’estremo di casa, sigla il gol dell’1-2 finale con il quale il Pescara batte a domicilio, a tempo praticamente quasi scaduto, la Società Polisportiva Ars et Labor.
Il 32 biancazzurro si fa tutto il campo al contrario, correndo come un forsennato, per andare ad esultare sotto la Curva Nord in trasferta in Emilia. Come scrive Saba nella celebre poesia Goal: "al suo collo si gettano i fratelli" [..] mentre "la sua gioia si fa una capriola. Si fa baci che manda di lontano".

Il Re del dribbling europeo ci perdonerà per l'accostamento ma ieri, vedendo Cangiano, ci è sembrato di rivivere le sue sgroppate, la sua genialità, la sua voglia di spaccare le partite. Esultanza compresa.

Ma torniamo per un attimo al football balcanico. Allenatore di quella Stella è stato Ljupko Petrovic un maestro del calcio balcanico che rivoluzionò la squadra serba portandola fin sul tetto d’Europa. Bosniaco oggi 76enne nato il 15 maggio 1947. Stesso anno, appena 3 giorni dopo, di Zdenek Zeman, maestro, ormai da tempo italico, anch’egli venuto dall’Est che pure nel match di ieri è stato decisivo con i 3 cambi, risultati poi determinanti, a cavallo tra primo e secondo tempo. E lui lo sa benissimo,  vedere il ghigno finale del boemo per credere.

C'è una sorta di legame, dunque, tra il Pescara e la Crvena Zvezda o, se preferite,  Stella Rossa.

Come dire un po' fiera tanto vento dell'Est: una sorta di viaggio ideale che attraversa l'Europa, passa inevitabilmente per Praga e arriva fino a Narva - poco più di 200 km di distanza dalla capitale estone Tallinn -, città natale di Georgi Tunjov,  anche ieri protagonista - seppure un pochino sottotono - della partita grazie al rigore trasformato con freddezza per il momentaneo 0-1: insomma, la dura ed ineluttabile legge dell'ex.

Sì, viaggiare. Senza voler per questo scomodare l'omerico Ulisse. Rallentando per poi accelerare. Dolcemente viaggiare.  Così cantava l'indimenticabile Lucio Battisti. Così fa il Pescara, che nel suo viaggio per lo Stivale ieri ha inequivocabilmente varcato il suo Rubicone dando un segnale importante al campionato. Perché sì, siamo solo all'inizio. Sì, la Spal non sta mantenendo le aspettative della vigilia. Ma il blitz di Ferrara, anche per come è maturato, è stato un segnale di forza forte e chiaro per le altre pretendenti.  

E, a proposito di viaggio, se Ulisse baciò la sua "petrosa Itaca" ieri i mille tifosi biancazzurri al seguito hanno abbracciato, accompagnato e sospinto il Delfino alla vittoria.

Sembravano i Mille di Garibaldi, poco red e molto biancazzurri. Quei Mille che rivoluzionarono l'Italia e misero quasi a repentaglio la corona britannica quando, insieme al loro condottiero, sfilarono per le vie di Londra nel 1864. 
Squadra e pubblico: uno per tutti, tutti per uno. Perché, come intona Mr Rain, "camminerò a un passo da te. E ovunque andrò sarai con me": d'altronde, anche se qui si parla in maniera leggera di sport, "non si può combattere una guerra da solo".

Il nostro viaggio continua. Non c'è tempo per fermarsi a pensare o specchiarsi. Non siamo di certo Dorian Gray. D'altronde,  come scrive Francesco Petrarca, la vita fugge e non s'arresta un'ora. Dopodomani scendiamo nuovamente in campo. All'Adriatico ma questa volta da ospiti nel recupero della gara contro il Pineto per continuare a salire sulla nostra scala per il Paradiso, la nostra stairaway to heaven.

La Stella molto biancazzurra e poco rossa sta tornando. E il cielo è sempre più blu!

Il Delfino Rampante 

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