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L'analisi di Massimo Profeta

22.10.2014 09:03
Primo punto: la mentalità. Forse,l'aspetto fondamentale. Alla vigilia, Baroni aveva chiesto una partita di attesa e di equilibrio. Al 91°, in sala stampa, ha invece dichiarato" Siamo stati troppo timidi". Una sorta di incoerenza. Si dirà: c'è anche l'avversario. Il Vicenza, appunto, volenteroso sì, ma tutt'altro che trascendentale. Ebbene, i primi minuti sono apparsi la fotocopia della partita di Crotone. Subito schiacciati i biancazzurri, pur senza rischiare granchè. Approccio, dunque, sbagliato. Una squadra che ha in attacco le qualità migliori, non può giocare una gara sostanzialmente rinunciataria, procedendo a sprazzi solo perchè trascinata da un calciatore di categoria superiore( lo dimostrano i fatti) come Federico Melchiorri. Atteggiamento troppo prudente, senza risultati tangibili. Del resto, non puoi far leva neanche su una difesa affidabilissima( ancora un gol imbarazzante). Insomma, il problema vero è la mentalità. Si può essere propositivi, certo con equilibrio, ma soprattutto con convinzione. Al Pescara, manca proprio questo. Sembra viaggiare col freno a mano tirato.Dopo nove giornate, è quasi un'impresa decifrarne l'identità. Il secondo problema è di carattere tecnico e riguarda la quadratura del centrocampo. Appelt non convince. Il brasiliano dovrebbe essere il fulcro della manovra. Spesso col pressing avversario è tagliato fuori dal gioco. Salamon( interdizione, fisicità e geometrie) può rappresentare la soluzione. E poi, Guana. Lo spiccato senso tattico è la sua peculiarità principale, ma non è una mezz'ala. Non ha nelle corde la propensione all'inserimento che si richiede al classico interno da 4-3-3. Tra l'altro, nella sua carriera, il meglio di sè Guana lo ha dato in una cerniera centrale formata da due uomini. Per carità, l'ex Chievo può anche assolvere ai compiti della mezz'ala, ma così perde le sue caratteristiche migliori. Bjarnason generoso, ma indisciplinato. Lazzari, invece, è stato tenuto inopinatamente in panchina fino al 37° della ripresa. Non una scelta illuminata. Infine, gli attaccanti: le maggiori certezze di Baroni che ha scoperto le qualità di Melchiorri anche da esterno. Ma ora le priorità sono due: mentalità e fisionomia. Sembra tanto. Eppure, basta poco.

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