Prima squadra

Cuccureddu: "A Pescara troppa pressione, ma risalirà la china"

22.01.2015 10:00

Torna a parlare Antonello Cuccureddu, ex mai rimpianto in riva all'Adriatico.  Tra le squadre allenate dal tecnico sardo ci sono anche Pescara e Ternana che proprio sabato prossimo si affronteranno all'Adriatico ed il sito ufficiale della Lega Serie B ha proposto regalato il suo punto di vista su questa gara, con un occhio particolare alle sue esperienze passate su queste due panchine.

Ecco quanto riportato integralmente
Dopo i successi con la primavera della Juventus e l'esordio tra i professionisti in Sicilia, Cuccureddu ha esordito da tecnico in Serie B sulla panchina della Ternana. Che ricordo ha di quell'esperienza?
Il ricordo della città, dei tifosi e della società è senza alcun dubbio positivo e non potrò mai dimenticarlo perché per me fu la prima esperienza in Serie B dopo aver iniziato da professionista ad Acireale. È chiaro che dal punto di vista prettamente sportivo l'avventura poteva andare meglio ma sono subentrate delle complicazioni che nel calcio possono capitare. La squadra veniva da un campionato vinto in Serie C quindi, salendo di categoria dopo tanto tempo, le difficoltà sono assolutamente giustificate e direi anche preventivabili. L'ultima volta che incontrai la Ternana prima di sedermi sulla panchina, ero calciatore quindi si figuri quanto tempo era passato. Tutto sommato però, come già detto, non posso che ricordare con piacere quel periodo della mia carriera e, più in generale, della mia vita.
A Pescara invece arrivò subentrando a Galderisi. In quella squadra oltretutto iniziava a giocare con continuità un certo Marco Verratti e si consacrava bomber Marco Sansovini. 
Ho degli ottimi ricordi anche di Pescara naturalmente ma sono stato bene ovunque, perché aldilà degli aspetti prettamente tecnici, ho avuto la fortuna di incontrare città, tifoserie e società di grande spessore umano. La stagione in cui arrivai a Pescara la ricordo bene perché quando arrivai lì si era insediata la nuova società dopo il fallimento, c'era De Cecco ma anche l'attuale presidente Sebastiani. Il rapporto con i tifosi era ottimo, anche in virtù dei risultati positivi ottenuti quando arrivai. L'anno successivo ebbi modo di iniziare la stagione su quella panchina e quindi sentivo particolarmente mia quella squadra perché fu costruita grazie ai miei consigli. Mi spiace che non sia andata benissimo ma purtroppo non sempre tutto va come previsto.
Il prossimo turno vedrà di fronte le sue due ex squadre. Secondo lei che partita potrà essere? C'è qualcuno che può deciderla?
Più che parlare dei singoli sinceramente guarderei al gioco di squadra. Io sono sempre stato per il gruppo aldilà delle individualità. Poi, per carità, è chiaro che chi ha i grandi giocatori alla fine avrà dei vantaggi però nell'arco di un campionato fa bene chi riesce a giocare meglio con tutti i suoi effettivi. Sulla partita di sabato, ma più in generale guardando l'intera stagione, posso dire che vedo il Pescara in ripresa dopo un inizio un po' stentato. Si vede che adesso Baroni ha trovato la quadratura giusta e questa squadra di sicuro inizierà a risalire la classifica. Ma il problema è quello tipico del calcio italiano: c'è troppa pressione. Questo stesso discorso vale per la Ternana. Si tratta di squadre con un certo blasone e per questo tutto l'ambiente intorno si aspetta il massimo subito così magari capita che non si riesca a rendere al meglio. Bisogna invece dare tempo di lavorare e i risultati poi si vedono. Queste due squadre sono l'esempio lampante.
Questo discorso forse vale anche per altre squadre della Serie B. Che idea ha di questo torneo, considerando anche il fatto che c'è praticamente un intero girone di ritorno da giocare?
Esattamente. Il discorso si può ampliare a tutto il movimento perché la pressione c'è dalla Serie A alla terza categoria. In B ci sono squadre, come  il Carpi, che nessuno si aspettava così in alto e forse proprio per questo stanno rendendo al meglio. Ma, naturalmente, non c'è solo questo motivo dietro al successo emiliano: è una squadra giovane che però ha saputo e sa programmare, soprattutto il lavoro con i giovani. Di contro invece c'è qualcuno ha stentato ma io credo che alla fine i valori, specie quelli delle squadre blasonate, usciranno fuori. Un caso su tutti è esemplare: il Bologna. Certo, magari dal Catania ci si aspettava di più ma il campionato è lungo e le squadre con gli organici attrezzati alla fine verranno fuori.

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