Editoriale

A Siena un Palio per veri purosangue

12.11.2012 14:50

pe squadra


Tanto si è scritto sul Pescara e sulla debacle interna contro la Juventus adducendo spiegazioni, o presunte tali, motivazioni e giustificazioni alla severa lezione incassata. La resa biancazzurra al cospetto dell’armata bianconera, per quanto preventivabile e nella logica delle cose come sconfitta, ha dato modo a cronisti, commentatori e sportivi di spendere fiumi di inchiostro e di parole per il punteggio: “la Juve si aggiudica il primo set”, “Stroppa liquidato 1-6”, “L’Adriatico come Wimbledon: 1-6” e via dicendo sono stati alcuni tra i titoli riscontrati, sempre giocando sul riferimento tennistico dello score.

La gara con la Juventus porta con se’ parecchi spunti di riflessione e qualche piccolo segnale positivo, ma va analizzata per quella che è stata senza voler necessariamente ampliare i concetti in assunti di carattere generale sul Pescara. A Stroppa il compito di studiare approfonditamente la situazione e quanto emerso nell’ultima gara per rendere possibile a Siena, partita davvero importante, di vedere un Delfino all’altezza.

E allora archiviamo l’ultimo match, senza però dimenticarlo e facendo tesoro di quanto emerso, per proiettarci già in Toscana. Anche noi utilizziamo un altro linguaggio sportivo per parlare di calcio.

Lo scenario è Siena, città che ospita il celebre Palio, una tra le corse più prestigiose ed antiche del mondo. Lo Stadio Artemio Franchi si trasforma idealmente in Piazza del Campo, la partita di calcio nella giostra equestre di origine medievale che in quella città ha trovato consacrazione celebrativa annuale senza pari. La Contrada del Delfino, con il suo destriero biancazzurro, è capitanata dal fantino Giovanni Stroppa. “I cavalli di razza si vedono all’arrivo”, recita un antico proverbio popolare. Il Palio di Siena non rappresenta l’arrivo finale della corsa, quello ovviamente ci sarà nella prossima primavera, ma sarà uno snodo importante sulla strada verso la salvezza per la quale servono resistenza, caparbietà e spirito di sacrificio. A Siena non servirà né Varenne né Ribot, serviranno purosangue assetati di vendere cara la pelle e di portare a casa la vittoria. Non servono pony o puledri mansueti, servono solo cavalli di razza.

Al fantino spetta il compito di scegliere gli esemplari migliori e di tracciare le linee guida della condotta. Il percorso non sarà facile e la Contrada avversaria, quella bianconera di casa, è animata da altrettante motivazioni (se non addirittura maggiori) per vincere la contesa. Sarà una grande sfida, vincerla potrebbe risultare fondamentale per la classifica e per la mente mentre perderla, pur non mandando tutto in malora, potrebbe creare numerosi grattacapi. Contrada del Delfino, ora tocca a te.

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