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Lapadula vs Petrone, l'allievo sfida il maestro

09.10.2015 09:52

Una storia nella storia di Ascoli - Pescara: ce la racconta Sergio Di Sciascio nel suo numero della rubrica "I like football" su PescaraSport24.it Buona lettura! Le loro strade si erano divise il 6 maggio 2012 a Borgo a Buggiano, dove la locale squadra, militante nel girone A della 2^ divisione della Lega Pro, era stata battuta per 2-1 dal San Marino nell’ultima di campionato. Per la squadra della piccola repubblica voleva dire tenere a debita distanza il Cuneo nella lotta per il secondo posto, guadagnando così la 1^ Divisione della Lega Prò. Sulla panchina dei vincitori sedeva Mario Petrone, mentre, con le squadre sull’1-1, l’autore del gol risolutivo per il San Marino era stato Gianluca Lapadula, per lui (l’uomo dei record), ultima di 24 reti realizzate in quel sorprendente campionato, che rappresentò per entrambi un momento basilare per la loro professione. Petrone, inoltre, fu decisivo per l’affinamento tecnico del giocatore, trasformato da esterno offensivo a punta centrale. Quando l’Ascoli gli affidò guida tecnica della squadra, Petrone fece carte false e tutto quanto nelle sue possibilità, senza riuscirci, per arruolare nel sodalizio marchigiano il suo pupillo. Uguale interesse manifestò il ds. del Frosinone Giannitti, che aveva tutelato Lapadula quando ricopriva lo stesso ruolo nel San Marino.  Naturalmente, è chiaro che mi riferisco agli esponenti di due squadre, Ascoli e Pescara, sulla cresta dell’onda e che sabato daranno sicuramente vita a un match d’indubbio valore. L’uno, Petrone, allenatore di una squadra capace di un sonante 4-0 in trasferta; l’altro, Lapadula, autore del gol - il secondo dopo Vicenza - che ha imposto al Cagliari la prima sconfitta stagionale. Petrone, nato a Napoli, difensore di non particolare talento, per una serie di malanni era stato costretto ad appendere in anticipo le scarpe al chiodo, dedicandosi in seguito alla professione di allenatore. Dopo aver girovagato nelle serie minori, raggiunse San Marino, e fu subito gloria. Lo stesso anno, fortunata coincidenza, la società biancazzurra si assicurò Lapadula. Al nuovo idolo dei sostenitori pescaresi - torinese, nato dall’unione di un pugliese e una peruviana - cresciuto nelle file della Juventus, la carriera non aveva riservato, prima di San Marino, momenti particolarmente brillanti. Lega Prò di 1^ e 2^ divisione, con una stagione in A al Parma (che ne aveva acquisito il cartellino) senza mai essere impiegato, e un'altra in B a Cesena con 9 presenze e zero gol. Il Parma pensò bene di mandarlo in Slovenia al Nuova Gorica, club in orbita della società emiliana, dove Lapadula ebbe il modo di farsi notare. Il rientro in Italia lo portò in Abruzzo, al Teramo, dove bissò l’esperienza di San Marino: vittoria nel campionato e messe di reti 21, una in meno del gemello Donnarumma. Per Lapadula ancora difficile ingoiare il rospo della retrocessione sancita dalla Giustizia Sportiva, e contro l’Ascoli ce la metterà tutta per dare un dispiacere ai bianconeri marchigiani che si sono avvantaggiati con la retrocessione del Teramo. Petrone, più tranquillo, ha lasciato intendere di non essere rimasto sorpreso dal risultato di Pescara - Cagliari, è presto, con l’ausilio dei filmati, si metterà a studiare i pescaresi per cercare di contrastarli al meglio durante i 90’ in programma al “Cino e Lillo Del Duca”.

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