Prima squadra

Scelte fatte (anche) dalla cintola in su

L'undici base zemaniano è pratocamente fatto: pochissimi dubbi

14.04.2023 08:05

Dopo 7 partite della nuova gestione e a 180 minuti da fine regular season le gerarchie in squadra sono delineate, reparto per reparto. Mister Zdenek Zeman ha deciso l'undici base sul quale puntare, dopo pochissimi esperimenti, nel lungo rush finale di stagione. Il demiurgo di Praga ha scelto gli uomini più adatti per il suo modo di concepire il calcio e solo contingenze particolari, come infortuni e squalifiche, potrebbero cambiare gli interpreti principali dello spartito zemaniano. 

In difesa pochissimi dubbi  (QUI L'ANALISI SULLA RETROGUARDIA) e anche a centrocampo scelte fatte: Palmiero, impiegato col contagocce da Colombo, è il play, in grado di dettare i tempi verticalizzando l'azione oppure scaricando sulle catene esterne. Aloi è il suo alter ego, non un centrale classico di geometria ma uomo più di interdizione. Usa la sciabola e non il fioretto e per il 4-3-3 di Zeman non ha passo e piedi da mezzala: verrà dunque sempre schierato in mezzo. Rafia è l'inamovibile per qualità tecniche nettamente superiori alla media e alla categoria: impostato mezzala destra con licenza di svariare, “Zizou Rafia” è la scheggia impazzita in grado di rompere gli schemi e dare imprevedibilità, mettendosi in proprio o duettando con Merola e Cancellotti. L'altra mezzala è Kraja, per senso tattico e capacità di letture ritenuto più idoneo di Mora, che con Colombo era imprescindibile. L'esperto centrocampista si sta ritagliando il ruolo di “sesto uomo”, per dirla usando il gergo cestistico, un titolare aggiunto da schierare a gara in corsa quando serve lucidità e capacità di gestione. Proprio Mora ha dato il via e concluso l'azione più zemaniana vista finora, quello dello splendido gol annullato contro la Virtus Francavilla che sembrava avere sopra il copyright di Zeman. I giovani Gyabuaa, appena recuperato, e Germinario, completano il reparto. Il primo però ha chance di scalare le gerarchie e già col Monopoli può essere schierato titolare. In avanti i titolarissimi sono Merola e Lescano. 

Il primo, vero pupillo di ZZ, ha siglato 3 gol e 2 assist col boemo in panchina, conosce il calcio zemaniano ed è ritenuto il suo esterno ideale. Zeman lo schiera sempre e comunque e non se ne priverà se non per cause di forza maggiore. Lescano si è preso la casacca da titolare a suon di gol: 7 in 7 partite con 3 doppiette e un gol da 3 punti ad Agropoli contro la Gelbison. Senza un problemino alla caviglia a frenare Vergani contro la Juve Stabia sarebbe probabilmente partito dalla panchina, ma in una sorta di dejavù di quanto accaduto 12 anni fa con Maniero e Immobile, l'argentino, che Zeman seguiva già dall'epoca della Sicula Leonzio, non verrà più accantonato. A ZZ comunque piace assai anche Vergani, ritenuto ottimo finalizzatore e terminale offensivo potenzialmente ideale del 4-3-3. Adesso inevitabilmente parte dietro nelle gerarchie, dovrà essere bravo a farsi trovare pronto e a sfruttare le occasioni che avrà. Sulla sinistra giochi più aperti. Ultimamente si sta puntando su Kolaj, l'uomo che ha avuto la valigia in mano sino all'ultimo secondo del calciomercato di gennaio. Per cifra tecnica è di altra categoria, ma non è continuo ed ha la tendenza a tenere troppo palla tra i piedi. Deve limare questi aspetti per superare definitivamente la concorrenza scomodo dei giovanissimi Desogus, che ZZ vede una sorta di Caprari prima maniera, e Delle Monache, che ha talento ma che però quando è stato chiamato in causa (vedi Messina, lanciato titolare e sostituito per scelta tecnica prima dell'intervallo) ha steccato. C'è infine Cuppone, che Colombo non toglieva mai. Con Zeman ha lavorato a Lugano ed è tra i pochi ad aver avuto già il boemo come tecnico (gli altri sono Brosco, Crescenzi e Merola) ma al momento è ritenuto solo una valida alternativa, in primis a Merola. Ma l'idea che ZZ ha di lui, ovvero che sia un elemento in grado di ricoprire tutti i 3 ruoli del tridente, gli farà avere spessissimo spazio. Starà a lui conquistarselo, mantenerlo e, se possibile, incrementarlo. 

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