Editoriale

Il Delfino fuori dalla tempesta

03.12.2013 10:19

«Quando la tempesta sarà finita, probabilmente non saprai neanche tu come hai fatto ad attraversarla e a uscirne vivo. Anzi, non sarai neanche sicuro se sia finita per davvero. Ma su un punto non c'è dubbio. Ed è che tu, uscito da quel vento, non sarai lo stesso che vi è entrato».

Forse la tempesta non è finita per davvero, ma all’orizzonte il cielo non è più plumbeo come prima. L’aforisma di Haruki Murakami sembra dipingere in pieno, come un affresco a tinte biancazzurre, il momento attuale del Delfino. I miglioramenti rispetto al recente passato sono palpabili e testimoniati dai numeri, però la strada è ancora lunga e le lacune da colmare ancora molte. Dalla tempesta sta uscendo fuori un Pescara diverso da quello che ve ne è entrato. Più solido, anche se perfettibile. Più consapevole dei propri mezzi, anche se non ancora una corazzata.

Sei partite con 4 vittorie (contro Reggina, Cittadella, Ternana e Carpi) e due pareggi (con Brescia e Novara), vale a dire 14 punti sui diciotto a disposizione, portano il Pescara ad un passo dal treno playoff. La striscia utile ha segnato l’inversione di tendenza, che si spera definitiva ma che avrà nel mese di Dicembre cinque banchi di prova importanti.

Pasquale Marino ha apportato correttivi, tattici e di interpreti, alla squadra che tanto faticava in avvio di torneo – complici sfortuna e sviste arbitrali, ma anche propri demeriti – dopo un precampionato brillante.  «Qualche volta il destino assomiglia a una tempesta di sabbia che muta incessantemente la direzione del percorso. Per evitarlo cambi l'andatura. E il vento cambia andatura, per seguirti meglio. Tu allora cambi di nuovo, e subito di nuovo il vento cambia per adattarsi al tuo passo», sempre citando Haruki Murakami. Rallentamenti ed accelerate nel percorso del Delfino nel mare magnum della serie B non sono di certo finiti. “Ragioniamo di partita in partita, senza fare progetti. I conti si faranno alla fine”, sostengono in coro i biancazzurri tutte le volte che sono ‘interrogati’ sulle prospettive future. «Guardare troppo lontano è un errore. Se uno guarda lontano, non vede quello che ha davanti ai piedi, e finisce per inciampare. Ma anche concentrarsi troppo sui piccoli dettagli che si hanno sotto il naso non va bene. Se non si guarda un po' oltre, si va a sbattere contro qualcosa. Perciò è meglio sbrigare le proprie faccende guardando davanti a sé quanto basta, e seguendo l'ordine stabilito passo dopo passo. Questo, in tutte le cose, è il punto fondamentale». Ancora una volta il saggista giapponese ‘interviene a soccorso’ della Marino’s Band. Mantenere i piedi ben saldi per terra e continuare a lavorare, eliminando amnesie e difetti congeniti, è l’unico modo di andare avanti, in attesa di gennaio quando si interverrà sul mercato per potenziare l’organico e renderlo più competitivo per l’obiettivo finale, che resta giocarsi la promozione, al di là delle frasi di facciata.

«Il tempo può risolvere molti problemi. Ma quelli che il tempo non può risolvere, li dobbiamo risolvere da soli», direbbe il nipponico a questo punto. Mancano cinque partite (Siena, Lanciano, Padova, Modena ed Empoli) prima della pausa e del mercato di riparazione. Arrivarci di slancio dopo aver superato cinque esami di maturità sarà importante. Non in un’analisi del breve periodo, ma in una a lungo termine. Per poter a fine campionato regalare a Vincenzo Zucchini la dedica più bella.

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