Prima squadra

Il tabù Adriatico

Sfatarlo è propedeutico alla rincorsa playout e dirimente per non rassegnarsi subito alla retrocessione

29.03.2021 00:01

La pandemia da Covid-19 ha provocato un terremoto a livello finanziario anche per il modo dello calcio e, parlando del Pescara, anche in serie B. Il fortino inespugnabile è diventato terreno di conquista. Per tutti o quasi. Lo stadio Adriatico non è più la roccaforte biancazzurra, complice l'assenza del pubblico. Quando si dice che “il tifo è il dodicesimo uomo in campo”, non è una frase di circostanza, almeno a giudicare dai numeri di un Pescara che in questa stagione ha centrato tra le mura amiche appena 2 vittorie (5 quelle totali di un cammino da censura). Ma allargando il discorso alla scorsa stagione e in particolare al periodo post lockdown, i biancazzurri hanno giocato, tra lo scorso campionato e l’attuale, 20 partite allo stadio Adriatico. Il bilancio è disastroso con 4 vittorie, 7 pareggi e 9 sconfitte. Nel dettaglio, l’anno scorso, playout esclusi, come ha sottolineato anche Il Centro, il Delfino ha vinto - da quando si gioca senza pubblico - due partite contro Juve Stabia (la prima post lockdown)  e Livorno (le due retrocesse della passata stagione, con gli amaranto scesi all'Adriatico già condannati alla C e caduti per la prima vittoria dell'era Sottil), e poin pareggiato con Empoli, Perugia e Frosinone. In questo campionato il rendimento è rimasto da matita blu, dato che il Pescara nelle gare giocate nello stadio ha raccolto la miseria di 10 punti ed è all’ultimo posto in B per quanto riguarda il rendimento nelle gare casalinghe. I biancazzurri non vincono un match interno dal 19 dicembre, quando il Pescara in rimonta ha battuto 3-2 il Monza (Machin titolare tra i brianzoli) mentre non pareggia dal 27 febbraio, 1-1 in rimonta col Lecce firmato in extremis da Busellato (che era andato già in gol ad Empoli nell'ultimo punto conquistato nella gestione Breda). Nelle altre due partite disputati da allora tra le mura amiche si è rimasti sempre digiuno di punti (perse, come noto, le sfide con Spal e Ascoli). 

“È un dato inconfutabile, quindi, che il Pescara senza la presenza dei propri tifosi in casa fa una fatica tremenda”, ha opportunamente sottolineato Il Centro nei giorni scorsi, "mentre nelle annate passate, tolte quelle disastrose della serie A, la spinta del pubblico ha dato sempre una marcia in più ai biancazzurri.

L'assenza del pubblico ha un peso anche economico, mancando gli incassi da biglietti e abbonamenti (discorso ovviamente che vale per tutti i club, anche quelli più grandi che hanno una dote dal botteghino variamente inteso ben più grande). L’anno scorso, per esempio, prima della pandemia era al 9° posto nella classifica degli spettatori, con oltre 6mila presenze a partita. Di questi tifosi oltre 3.500 erano abbonati. Nell’ultima gara giocata in casa, prima del lockdown, fu quella contro l’Ascoli (vittoria con reti di Busellato e Memushaj) dove sugli spalti c’erano quasi 6.700 spettatori.

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