Prima squadra

Foggia: "Sarà il campo a dire se abbiamo fatto le cose giuste oppure sbagliate”.

“Abbiamo rinunciato a offerte e tanti soldi per Merola, Dagasso e Pellacani”

05.02.2025 08:14

“Per quello che potevamo fare e per i giocatori disponibili sul mercato abbiamo preso coloro che ritenevamo più opportuni”. Così ieri Pasquale Foggia, il direttore sportivo del Pescara, alla ripresa degli allenamenti della squadra a Montesilvano l'indomani della chiusura della sessione invernale delle trattative. “Sicuramente se l'uscita di Vergani fosse arrivata ad inizio mercato avremmo avuto qualche possibilità in più dal punto di vista tecnico ed economico. Ma questa cosa deve fare riflettere: a Pescara si sta bene e in pochi vogliono andare via”. La sessione invernale non ha soddisfatto le attese dei tifosi. Basta farsi un giro sui social per capire quanto malcontento ci sia nel popolo biancazzurro. Ma il Pescara ha dovuto fare di necessità virtù, o almeno questo ha fatto capire il direttore sportivo che per il ruolo di prima punta aveva individuato nell'avellinese Gabriele Gori, poi passato a rinforzare in cadetteria un attacco del Sudtirol che proprio dal Delfino ha poi prelevato anche Vergani, o in Nicola Rauti, che il Vicenza non ha voluto liberare (il classe 2000 è in Veneto in prestito dal Torino con diritto di riscatto e controriscatto e dunque per muoversi aveva bisogno del placet biancorosso) i propri obiettivi. Davide Diaw, che poco prima di firmare con il Pescara ha ricevuto la chiamata del Cittadella ed ha scelto di misurarsi in B, ed Eetu Vertainen della Triestina, proposti invano ad inizio sessione, erano tornati di attualità nel rush finale e si era deciso di innestarli dopo aver capito che le piste principali erano del tutto impraticabili. Gli approcci con Donnarumma, complicati per questioni economiche, e con altri candidati sono stati solo tentativi last minute su ciò che il mercato poteva ancora offrire di residuale. “Gli obiettivi che avevamo inizialmente li abbiamo perseguiti”, ha continuato il ds Foggia, “ma non li abbiamo potuti prendere. Con Diaw avevamo già pronti i documenti, poi il Cittadella, dove era già stato, lo ha chiamato dopo la sconfitta contro lo Spezia ed il ragazzo ha scelto la categoria superiore. Pellegrini è stato liberato solo alle ore 22 e noi non potevamo aspettare le ultime due ore di sessione per prendere la punta, infatti abbiamo preso Alberti al mattino dopo che la sera prima il Modena si era deciso a metterlo sul mercato. Donanrumma è stata una cosa nata nelle ultime ore, ma avendo già preso l'attaccante e per le idee di mister Baldini abbiamo deciso di restare così. Alberti è un giocatore che ha caratteristiche che non avevamo prima nella rosa: è un elemento di fisico, che ha centimetri e che attacca bene la profondità. Parliamo di un giocatore che a noi serviva e sul quale il Modena punta molto”. Che i Canarini credano nel giocatore è stato chiaro dalla formula del trasferimento: prestito secco. C'erano comunque i margini per provare un colpo finale, forse non a livello economico ma a livello di slot libero in lista: “Con l'uscita di Vergani”, ha confermato Foggia, “si è liberato un posto”. Quattro arrivi di senior (Lancini, Letizia, Kraja e Alberti) a fronte di 5 uscite, due delle quali di giovanissimi del vivaio che non avevano debuttato in prima squadra (Giannini e Gatto). “Abbiamo portato a casa quattro giocatori che sicuramente ci potranno dare una grossa mano in una squadra che ha dimostrato di avere dei valori, anche se c'è questa flessione che dura ormai da un po' di tempo. Sarà il campo a dire se abbiamo fatto le cose giuste oppure sbagliate”. Il vero colpo è stato trattenere Plizzari, Dagasso, Merola e Pellacani. “Abbiamo rinunciato a tanti soldi”. 

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