Rocky Mattioli entra nella Hall of Fame del pugilato!
Il 29 ottobre a Forlì
Rocky Mattioli entra nella Hall of Fame del pugilato italiano. L'ex boxeur nativo di Ripa Teatina, campione del mondo WBC dei pesi medi junior tra il 1977 e il 1979, il 29 ottobre entrerà nella cosiddetta “Arca degli Immortali” degli atleti tricolori nel Salone d’Onore di Palazzo Albicini nel cuore di Forlì, introdotto nella quarta edizione insieme agli altri campioni iridati Mario D’Agata (pesi gallo), Valerio Nati (supergallo) e Michele Piccirillo (welter) e al manager di undici campioni del mondo Umberto Branchini (verrà inserito anche il campione europeo dei leggeri, del 1935, Enrico Venturi). “Per Ripa Teatina è un immenso onore ed un grandissimo piacere”, le parole di Gianluca Palladinetti, ex assessore allo sport che con il successore Marco Ricciuti sta organizzando la nuova edizione del Festival Marciano. “Per tutti noi è un'immensa soddisfazione, Rocky è una icona del nostro sport ed ha esportato il nome dell'Abruzzo nel mondo grazie alle sue vittorie”. Mattioli, che ora vive a Milano, torna spesso nella sua Ripa Teatina, paese che lasciò a 6 anni per emigrare con la famiglia in Australia. E' dall'altra parte del mondo che ha iniziato a combattere ma è in Europa che riuscì a salire sul tetto del mondo: il 6 agosto 1977, infatti, conquistò, alla Deutschlandhalle di Charlottenburg, la cintura della categoria dei medi junior, battendo per ko al 5º round il pugile di casa Eckhard Dagge. È stato il terzo italiano a conquistare il titolo mondiale all'estero, dopo Carnera e Benvenuti. Ma non ha mai dimenticato le sue origini e il suo paese natale. “Appena posso torno a Ripa, dove ho lasciato il cuore”, ha detto l'ultima volta che è stato in Abruzzo, prima dello scoppio della pandemia. “E qui tornerò per trascorrere gli ultimi anni della mia vita. Quando Dagge finì al tappeto e io stringevo tra le mani la corona di campione del mondo è stata un'emozione pari solo a quella provata, nei giorni successivi, in occasione del ritorno, dopo tanti anni, a Ripa”. Difese vittoriosamente il titolo l'11 marzo 1978, a Melbourne, sconfiggendo Elisha Obed, per ko alla settima ripresa ma nella leggenda della boxe resta indelebile il match del 14 maggio successivo, allo stadio Adriatico di Pescara, quando pose fine alla carriera dell'ex campione del mondo José Durán, per ko alla quinta ripresa. Perse il titolo mondiale il 4 marzo 1979, contro Maurice Hope, combattendo nonostante una frattura alla mano destra, ma le sue 64 vittorie, di cui 51 prima del limite, lo rendono ora uno degli “Immortali” dello sport italiano.
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