Prima squadra

Pescara-Venezia, le pagelle dei biancazzurri

Brugman match-winner. Del Grosso invalicabile

28.12.2018 09:35

A CURA DI DANIELE BERARDI

Il Pescara torna alla vittoria dopo il tonfo di Verona e lo fa grazie ad una magia del suo capitano Gaston Brugman. Un Venezia coriaceo tiene botta ai biancazzurri per oltre un'ora ma deve arrendersi al tiro all'incrocio dell'uruguaiano. Partita piuttosto bloccata e decisamente poco vivace in alcuni frangenti. Spiccano le prestazioni dei due terzini e di Antonucci, forse alla miglior partita da quando è in Abruzzo. Fiorillo restituisce sicurezza al pacchetto arretrato, Mancuso non riesce ad incidere. Machin ancora sotto tono. Ecco le pagelle dei biancazzurri:

Fiorillo 6: torna tra i pali e il Pescara torna alla vittoria. Pura coincidenza, ma la sua figura è decisamente sinonimo di affidabilità e sicurezza. Si disimpegna senza problemi su un paio di conclusioni da fuori del Venezia. Normale amministrazione anche allo scadere, quando Litteri cestina malamente la palla gol del possibile 1-1. Fiorillo si distende in presa e ringrazia.

Balzano 6,5: pendolino inesauribile sulla corsia di destra. Spinge come un forsennato dal primo al novantesimo. È in un periodo a dir poco straripante dal punto di vista fisico. Va addirittura vicino al gol nella ripresa, quando solo una deviazione provvidenziale di Domizzi gli nega la gioia del vantaggio. Unico neo (se proprio volessimo trovarne uno) la scarsa precisione sui cross una volta trovato il fondo. Ma il Pescara ha estremo bisogno di coinvolgere i due terzini per supportare la manovra.

Del Grosso 6,5: meno arrembante di Balzano ma anche lui autore di una prova maiuscola contro la sua ex squadra. Concentrato su ogni pallone, non molla di un centimetro e si riscatta ampiamente dopo lo sfortunato autogol di Verona. Spinge con meno costanza, ma quando lo fa mette sempre al centro palloni tagliati e interessanti. È tornato l'animale infaticabile d'inizio stagione.

Gravillon 6,5: più gioca e più impressiona. Fisicità, applicazione ed esuberanza in ogni intervento sono le sue costanti. Ha ancora bisogno di un elemento d'esperienza al suo fianco che lo guidi, ma sta diventando un baluardo imprescindibile. Trema nel finale quando Litteri si ritrova il pallone del pareggio fra i piedi, ma per il resto normale amministrazione.

Scognamiglio 6: prestazione convincente da parte del centrale ex Trapani. Aveva bisogno di carburare per scrollarsi di dorso la ruggine degli infortuni. Il Pescara resta compatto e corto anche grazie alla sua linea difensiva: attenta e concentrata come non si vedeva da troppo tempo.

Brugman 6,5: partita "normale" per il regista uruguagio. Cerca di scardinare l'attenta disposizione dei veneti accelerando la gestione del pallone, ma con alterni risultati. Poi, il lampo nel buio dell'Adriatico: riceve palla da Antonucci al limite e fa girare il destro come ai vecchi tempi. Un bacio alla traversa e Vicario battuto. Gioco, partita, incontro. Il suo jolly vale tre punti, e forse anche qualcosa in più. 

Machin 5,5: piuttosto compassato in entrambe le fasi. Si accende ad intermittenza, lasciando intravedere pochino del suo immenso repertorio. L'impressione è che si sia un po' seduto dopo un avvio di stagione ruggente. Deve tornare a sporcarsi le mani per essere decisivo. (dal 75' Melegoni 6: torna dopo l'infortunio al ginocchio e Pillon lo inserisce per governare il possesso del pallone con maggior freschezza e lucidità. L'ex Atalanta scende in campo col piglio giusto e aiuta i suoi ad imbrigliare il Venezia nei minuti finali, quando le energie calano e il cervello si annebbia).

Memushaj 6: è un momento un po' così anche per lui, che magari aveva accennato un dispendio di energie considerevole dopo i primi mesi a tutta birra. Ma vincere aiuta a vincere e a ritrovare serenità. 'Memu' lavora nell'ombra contro il Venezia, ma i suoi movimenti (in entrambe le fasi) servono come il pane ai suoi compagni: sia per avere una soluzione in più in fase di gestione, sia per coprire maggiormente le linee di passaggio in fase difensiva. Con questo spirito, i giorni di gloria non tarderanno a ritornare.

Marras 6: sufficienza d'incoraggiamento per il furetto ex Alessandria. Fa un sacco di lavoro sporco in una serata in cui fatica ad essere incisivo. Dribbling e controdribbling sull'esterno per favorire le sovrapposizioni dell'incalzante Balzano. Esce stremato come al solito. La prima rete in biancazzurro pende ancora come una spada di Damocle, ma la speranza è che una volta trovata si sblocchi tutto d'un fiato. (dall'80' Ciofani s.v.)

Mancuso 5,5: partita piuttosto complicata per l'ex Samb, ingabbiato nelle grinfie di Modolo e Domizzi. Lavora tantissimo per la squadra prendendo botte, calci e seconde palle. Difficile per lui districarsi nel traffico e infatti non riesce a costruirsi palle gol degne di nota. Ma la gloria personale può aspettare, quella col Venezia è la vittoria del gruppo. 

Antonucci 6,5: prestazione davvero convincente per il giovane prodotto del vivaio della Roma. Va anche vicinissimo alla rete in più di un'occasione. Clamoroso il palo nella ripresa, che avrebbe potuto regalargli una rete liberatoria. Al Pescara serve clamorosamente l'esplosione di uno degli esterni d'attacco, per permettere a Mancuso di prendere stabilmente confidenza con l'area avversaria. (dall'80' Kanouté s.v.)

Pillon 6: opta nuovamente per il 4-3-3, che è un po' un marchio di fabbrica in riva all'Adriatico. La sua perseveranza, alla fine, paga poiché nei momenti di difficoltà è sempre opportuno affidarsi alle poche certezze già acquisite. Al cospetto di un Venezia granitico, il Pescara mette da parte il fioretto e imbraccia la sciabola. Vittoria importante per chiudere il trend casalingo. Ora la trasferta dell'Arechi per archiviare l'anno solare targato Pillon. Poi due settimane di pausa per schiarirsi le idee e tirare il fiato. Chiudere il girone d'andata a ridosso dei 30 punti sarà comunque un risultato positivo e, per certi versi, poco preventivabile alla vigilia.

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