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Il retroscena: nel Pescara di Zeman poteva esserci Caccavallo

02.02.2016 10:33
Ai tifosi del Pescara, forse, il nome di Peppe Caccavallo non dice molto. Attaccante classe ’87, è il trascinatore della Paganese (Lega Pro Girone C) ma poteva avere una carriera in biancazzurro. Nato a Napoli ma cresciuto a Lecce sotto gli insegnamenti di Zeman che stravedeva per le sue doti (il boemo vedeva in lui un po’ Vucinic e un po’ Bojinov), fu vicinissimo al Pescara più incredibile della storia, quello dell’ultima promozione in A proprio con la guida di ZZ. E’ proprio Caccavallo a raccontarlo, aggiungendo anche alcuni aneddoti particolari. Come questo: Zeman, che lo soprannominò Cacà. Non per la somiglianza con Kaka, quello del Milan. Ma “perché disse che se fossi nato in Sudamerica sarei diventato un fenomeno e mi avrebbero chiamato così”. Giacomo Modica, altro pupillo di ZZ, lo ebbe nel suo Celano: sedici presenze e 6 gol da gennaio a giugno 2009. Dal Maestro (ZZ) all’allievo per poi tornare dal Maestro, il cerchio stava per chiudersi… Ma perché il boemo non lo portò a Pescara? Lo spiega Caccavallo stesso. “Zeman è l’allenatore che mi ha permesso di giocare con il Lecce in serie B, credeva molto in me. Ero un suo pallino perché lui era molto legato a Bojinov e rivedeva in me un po’ quelle che erano le caratteristiche di Valeri. Poi mi rivoleva a Pescara. Ero a Crotone e c’era anche la possibilità di andare alla Ternana. Ma io, ovviamente, avevo accettato la sua proposta. Però avevo la pubalgia e purtroppo non se ne fece più nulla”. Maledetta pubalgia, insomma. E allora Immobile – Sansovini – Insigne, un tridente da record con i suoi 62 gol in un campionato sui 90 totali di squadra, ebbe altre alternative. E Caccavallo perse il treno biancazzurro…

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