Il "Profeta" Galeone ricorda Gianni Mura: "Adorava Pagano e su Edmar..."
Bel pezzo del collega D'Angelo per Il Messaggero
Il giornalismo piange da sabato la scomparsa di Gianni Mura, una delle penne più mirabili della storia. Per ricordarlo anche noi, grazie al collega D'Angelo, vi offriamo la versione integrale di un articolo pubblicato parzialmente su Il Messaggero ed. Abruzzo di ieri. Buona lettura!
"Stroncò Edmar dopo venti minuti di ritiro, ma adorava Rocco Pagano”. Gianni Mura ha amato Pescara e il Pescara. Ieri (sabato, ndr), una delle più grandi firme del giornalismo sportivo è scomparsa improvvisamente all'ospedale di Senigallia. I pranzi e le cene sul lungomare, da Eriberto e non solo, la passione tardiva per il Montepulciano e per i crudi di pesce, una visione del calcio galeoniana. Mura era anche un amico dell’Abruzzo: dal 2007 membro della giuria del Premio Prisco, ma già nel 2006 aveva ricevuto il riconoscimento “Nando Martellini” alla carriera. Il “maestro” se n’è andato all’età di 74 anni per un problema cardiaco. Profonda e sincera la sua amicizia con Giovanni Galeone, il profeta che ha reso grande il Pescara tra la metà degli anni ’80 e i primi anni ’90. Inviato all’Adriatico e nei ritiri del Delfino, Mura e il Gale erano coppia fissa dopo le partite o dopo le ospitate nelle maggiori trasmissioni calcistiche nazionali: “Conosceva la città di Pescara già molti anni prima che arrivassi io – ricorda Galeone – . Conosceva ristoranti del lungomare, conosceva le storie dei proprietari. Veniva spesso da Eriberto”.
Narratore unico del calcio e dello sport moderni, Mura era letteratura più che giornalismo. Amava la buona cucina e, soprattutto, i vini pregiati. “Non amava molto i crudi di pesce, che sono la tradizione della cucina pescarese, ma piano piano proprio a Pescara ha imparato a mangiarli. Il Montepiulciano? Lo ha apprezzato soltanto dopo, con il tempo, in particolare da un paio di produttori. Diceva che l’Abruzzo aveva un vitigno fantastico e non riusciva ad esprimerlo nel migliore dei modi, ma poi ha capito come fare un vino strepitoso, come questa terra merita e per la materia prima di cui dispone. Il vino, per noi, è rigorosamente rosso. Punto. Io mi ritengo un suo allievo riguardo questa materia: ho conosciuto i grandi vini grazie a lui”. Cosa scriveva del Pescara di Galeone nei suoi articoli di quel periodo? “Parlava più che bene di noi. Ma ogni tanto, ultimamente, mi riprendeva riferendosi agli allenatori giovani che erano stati miei allievi: “Dicono che sei stato il loro maestro, ma non giocano mica come giocavi tu…”. Mura era una persona che non le mandava a dire, era diretto nel suo parlare. Calcisticamente avevamo letture molto simili, difficilmente la vedevamo in maniera diversa. Da quali giocatori biancazzurri era rimasto colpito in quegli anni? Da Edmar, in senso negativo: dopo venti minuti in ritiro in Trentino, lo stroncò. Pagano invece il giocatore che preferiva”.
Ovviamente la coppia Mura-Galeone non era legata solo al Pescara. “Con lui ho condiviso tante partite, tanti momenti, tante cene. Ogni volta che ci vedevamo, ridevamo come matti ripensando ad una serata trascorsa a Milano, dopo una puntata de Il processo del lunedì con Gigi Garanzini: siamo andati a mangiare e siamo rimasti a tavola fino alle sei e mezza di mattina. Quando siamo usciti dal ristorante, il fruttivendolo che era di fronte aveva già aperto il negozio… con lui si parlava di tutto, iniziava con i suoi giochi di mnemonica, la sua cultura. Abbiamo seguito insieme anche l’Europeo in Germania, nel 1988: c’era ancora anche Gianni Brera come prima firma di Repubblica. Ho bellissimi ricordi”. Tornando al presente, Galeone sta trascorrendo questi giorni difficili dalla sua casa di Udine. “Proprio due settimane fa, sabato 7 marzo, dovevo scendere a Pescara e ho sentito Gianni per poterlo salutare. Poi ho cambiato idea e ho preferito posticipare la partenza alla domenica, ma è arrivato il decreto e non ho potuto più muovermi da qui”. Pescara a primavera svuotata e silenziosa. Difficile per i pescaresi andare contro la loro natura, ma il sacrificio è fondamentale per uscire dall’emergenza. “Pensate, Adriano Galliani mi ha mandato il video del sindaco Masci che invitava tutti a non uscire di casa, pensando che io fossi lì. Invece sono a Udine: qui sono abituati, sono “austriaci”: non hanno difficoltà a rispettare un’ordinanza. A Pescara, invece, è un casino fermare la gente che vuole andare a correre sulla riviera. Ma dobbiamo stare a casa, dobbiamo rispettare le regole: presto ci rivedremo tutti in spiaggia”.
Commenti