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E’ IL SUO GOL. RICORDANDO LANEROSSI VICENZA – PESCARA

05.03.2015 12:19
E’ il suo gol. Un’espressione che ci capita di ascoltare o di leggere quando citiamo, ad esempio,  un calciatore. A Maradona,  tra i suoi tanti fantastici gol, è abbinato quello realizzato ai Mondiali 1986. Città del Messico, Stadio Azteca, incontro Argentina- Inghilterra, il Pibe de Oro all’inizio del secondo tempo riceve il pallone dieci metri all’interno della propria metà campo e inizia la sua corsa di 60 metri  compiuta in 10’’ verso la porta inglese lasciandosi alle spalle cinque giocatori avversari, e alla fine anche il portiere Shilton,  prima di depositare il rete il pallone del 2-0 per l’Argentina. A quella di Maradona si può certamente accostare la rete che fece scoprire al mondo Pelè. Svezia, finale Coppa del mondo 1958, O Rei portò il Brasile al suo primo titolo segnando una doppietta nella finale con i padroni di casa. Il primo dei suoi due gol, che fissò il punteggio sul 3-1, fu una gemma autentica. Sombrero sul difensore e destro al volo prima che la palla toccasse terra. Van Basten è passato alla storia anche per la meravigliosa volèe di collo destro da posizione impossibile all’incrocio dei pali. Era il 25 giugno 1958, Monaco di Baviera, finale Europei  Urss-Olanda. Il nostro Fabio Grosso a Dortmund, mondiali 2006, semifinale Germania-Italia ad un minuto dai calci di rigore, sinistro a giro per l’1-0 che porta gli azzurri in finale, vinta con la Francia ai rigori  Il gol che fece passare alla storia la “partita del secolo” , come celebrata, Italia-Gernaia 4-3 semifinale mondiali 1970 . Senza la spaccata di Karl-Heinz Schnellinger che mise a segno al 90’ il gol dell’1-1 la gara sarebbe finita 1-0 per gli azzurri e tanti saluti ai successivi, straordinari 30’ dei supplementari.  Potremmo stare qui per ore ma tra i tanti meritevoli, ricordo altre due reti. Quella di Dennis Bergkamp segnata al Newcastle (2 marzo 2002) che un sondaggio tra i tifosi inglesi  ha sancito come la più bella messa a segno nel massimo campionato inglese. Un “E’ il suo gol”, anche per Totti.   Amsterdam 29 giugno, Europei 2000, semifinale Italia - Olanda. La squadra di Zoff dopo aver dominato il girone, supera ai quarti la Romania grazie ai gol di Inzaghi e Totti,  che a sorpresa con gli orange parte dalla panchina. Non sto qui a ricordare le tante occasioni per gli olandesi, i rigori falliti da Frank De Boer e Kluivert, i legni della porta di Toldo, l’espulsione di Zambrotta. Si arriva al 90° e ai calci di rigore e l'incontro verrà ricordato per lo storico rigore calciato da Francesco Totti, il famoso penalty a pallonetto detto "cucchiaio". Tutto bello, direte, flashback avvincente ed emozionante, ma dove vuoi andare a parare ora?A qualche “E’ il suo gol”, targato Pescara. In ordine cronologico, quello del mai troppo rimpianto Vincenzo Zucchini. Stadio Adriatico - 9 giugno 1974 - Pescara-Lecce. Locali sotto di un gol, con a forte rischio la promozione. Angolo di Pennati, irrompe Zucchini ed è pari, con tutto quello che ne consegue per un altro “E’ il suo gol”. Naturalmente mi riferisco alla partita successiva, Latina-Pescara, alla punizione di Franco Rosati, che batte Tampucci e porta il Pescara in serie B. Non fu decisivo come quest’ultimo, ma sicuramente importante come quello di Zucchini,  l’ultimo “E’ il suo gol” che rammento. Non potevo sottrarmi al ricordo di Lanerossi Vicenza - Pescara del 9 gennaio 1977, 15^ giornata del campionato di serie B. Al “Romeo Menti” è in programma il match clou della 15^ giornata. I locali, sempre vittoriosi in casa anche grazie all’inafferrabile Paolo Rossi, guidano la classifica mentre l’undici dell’indimenticabile Giancarlo Cadè, reduce da tre vittorie consecutive, sta vivendo un momento magico, facendo sognare la sua straordinaria tifoseria che invade il capoluogo berico con ogni mezzo, treno speciale, carovana di pullman, macchine private. Da un rapido calcolo sono stimate in 5.000 le presenze pescaresi mentre i locali superano le 10.000 unità. Il primo tempo è una sorta di monologo dei biancorossi ma la difesa biancazzurra regge bene. Un contropiede del Pescara orchestrato da Repetto è interrotto da Dolci che atterra il centrocampista pescarese. Repetto, dolorante, richiama l’attenzione della panchina. Cadè,  pur temendo il peggio, lo invita a resistere fino all’intervallo. Mai decisione fu più saggia. Negli spogliatoi Mario Tocco e Italo Rapino lo rimettono in sesto e Repetto torna in campo per i secondi 45’. La partita prosegue con il cliché iniziale e in casa biancazzurra il pari è accettato. Si arriva all’84’ quando si vede l’esordiente Marco Masoni sventagliare sulla destra in direzione di Repetto. Il centrocampista settepolmoni s’invola e con la sua tipica progressione raggiunge la tre quarti avversaria, evita due difensori vicentini, che si scontrano, e trafigge il Galli sotto la curva occupata dai locali. In campo euforia alle stelle. Repetto viene sommerso dai compagni mentre sugli spalti vi lascio immaginare l’entusiasmo. Dopo l’iniziale delusione, i tifosi locali accettarono la sconfitta salutando amichevolmente l’uscita dal campo dei tifosi avversari. In quell’occasione nacque il gemellaggio tra le due tifoserie e lo slogan “Pescara/Vicenza nessuna differenza”. Dalla sera di domenica e per tutta la settimana successiva la mia telecronaca della partita,  per le pressanti richieste dei tifosi, fu trasmessa ininterrottamente da Teleadriatica TVA. Giorgio Repetto, attuale direttore generale del Delfino, era approdato in Abruzzo nella stagione precedente, proveniente dalla Sampdoria, scovato da quel mago rispondente al nome di Tom Rosati. Dopo l’esordio nella massima serie con i blucerchiati, è mandato a farsi le ossa a Mantova e Parma. Rientra a Genova per poi, l’anno successivo, approdare al Pescara. Cinque le stagioni con la società biancazzurra valorizzate da due promozioni nella massima serie. E’ orgoglioso del record che lo vuole autore del primo gol del Pescara in serie A (11 settembre 1977 – Stadio Adriatico – 1^ giornata – Pescara/Napoli 1-3 - 12’ Pin, 27’ Bruscolotti, 36’ Chiarugi, 53’Repetto). Nella stagione 1980-81 il Pescara, tornato in serie B e con alla guida Aldo Agroppi, dovendo fare cassa cede lui all’Avellino e Cinquetti all’Udinese, entrambi in serie A. Dall’Irpinia a Cava dei Tirreni e poi due stagioni al Messina, dove incontra Totò Schillaci e ritrova Silva e Piagnerelli. Non resiste oltre al richiamo di Pescara del suo mentore Tom Rosati, che avendo ricevuto il mandato di riportare la squadra tra i cadetti, pensa bene di richiamarlo all’ovile. Per entrambi missione compiuta. Appende le scarpe al chiodo, prova a sedersi sulla panchina, si dedica alla scoperta di talenti (v. Marco Verratti), lavora come osservatore per il Chievo Verona, poi viene inserito nel organigramma del Pescara e tutto il reato è storia recente, come  questo “E’ il suo gol”. Di-Sciascio[3]

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