Prima squadra

Il brutto anatroccolo, il cigno e un Delfino ad immagine e somiglianza di Silvio

Adesso bisognerà dimotsrare di non soffrire di vertigini

18.09.2024 08:10

Non più un brutto anatroccolo ma non ancora un bellissimo cigno pronto a spiccare il volo. Per usare le parole di mister Silvio Baldini il Pescara di oggi è questo, ma di qualunque esemplare si tratti ha intanto costruito il suo nido in vetta alla classifica, anche se con un coinquilino scomodo come la Virtus Entella (in attesa di Torres - Milan Futuro di questa sera, che potrebbe portare in cima anche i sardi in caso di vittoria). In pochissimi appena un mese fa, quando il Delfino era stato eliminato dai cugini del Pineto in Coppa Italia, avrebbero pronosticato un Pescara imbattuto e primo in classifica dopo 4 giornate. Eppure la svolta è iniziata proprio quella sera, da quello 0-2 che ha gelato i pochi intimi dell'Adriatico (erano 2.102 gli spettatori) e che ha indotto mister Silvio Baldini a cambiare modulo, trasformato dal 4-2-3-1 al 4-3-3. La vittoria per 2-0 in amichevole con l'Audace Cerignola, oggi prima forza solitaria del terribile Girone C, a detta di tutti il più complicato della Lega Pro, ha dato consapevolezza al gruppo, che poi ha sbancato Terni e sfiorato il successo con la Torres, sfumato solo all'ultimo giro di orologio del tempo di recupero. I 6 punti conquistati con Rimini e Pianese hanno poi issato il Delfino lassù, a guardare (quasi) tutti dall'alto verso il basso con la concreta speranza che il meglio debba ancora arrivare. Sì, perchè questo Pescara, al netto delle carenze strutturali della rosa che i risultati al momento stanno mascherando ma che restano, ha ancora ampi margini di miglioramento, sotto molti profili. Un esempio? La tendenza ad avere un approccio timido e, più in generale, ad interpretare non correttamente il primo tempo. “Ci stiamo evolvendo”, ha detto il tecnico dopo la vittoria al fotofinish con la Pianese, “tra marzo ed aprile dovremo essere un cigno”. E' quello il momento determinante della stagione ed è quello il periodo che il tecnico ha individuato come conclusione del percorso di crescita e miglioramento della squadra, non a caso: si dice sempre che i campionati si vincono in primavera, ma è importante arrivare a quella fase del torneo non attardati in classifica e in piena lotta per mettere il muso davanti a tutti sul traguardo. Il Pescara di oggi lascia ben sperare, anche se non è ancora completamente ad immagine e somiglianza di Baldini. E' come quei figli che esteticamente non somigliano molto al proprio papà – perchè la squadra non ancora produce un bel calcio con continuità – ma che del genitore hanno preso il carattere. La squadra ha la cultura del lavoro e, soprattutto, lo spirito di mister Baldini, che in campo si traduce nell'attitudine a reagire alle difficoltà, nella vis pugnandi e nella voglia di non mollare fino alla fine. E sono in primis queste ultime caratteristiche, che nulla hanno a che fare con aspetti tecnici e tattici e che in riva all'Adriatico non si vedevano da almeno un lustro, ad aver portato 10 punti in 4 gare e ad aver riacceso un po' di entusiasmo nell'ambiente. Il resto lo ha fatto in prima persona proprio il tecnico con la sua esperienza e la sua capacità di lettura delle partite, che ha cambiato con sostituzioni illuminate, per scelte di uomini e tempistiche d'azione. Adesso però viene il difficile: confermarsi. E farlo in una settimana che propone in 4 giorni la doppia sfida al Perugia (in casa) e all'Entella (fuori) è ancor più complicato. Ma per sognare come vuole il suo mister, il Pescara dovrà dimostrare, come sosteneva Jovanotti in una sua celebre hit, che le vertigini non sono paura di cadere ma voglia di volare. 

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