Il giorno dopo
Il risveglio più amaro: dopo 11 anni il Pescara torna in C
La sentenza ora è inappellabile. Stavolta non c'è un Trapani con i suoi guai a lasciare uno spiraglio aperto, non c'è la Giustizia Sportiva a dover giudicare secondo legge e a dare l'estrema possibilità: il Pescara dopo 11 anni torna in Serie C.
La terza serie ha spalancato le sue porte per inghiottire il Delfino già da un po', ma da ieri le porte si sono definitivamente chiuse dietro le spalle di una società che negli ultimi 24 mesi ha sbagliato tutto quello che era umanamente possibile sbagliare. E anche di più. Per riaprirle e fuggire dagli Inferi della C servirà tanta pazienza. E ovviamente molto altro.
Il risveglio di oggi è stato amarissimo. Il tempo per metabolizzare il dolore di una retrocessione già virtuale da settimane non ha lenito nulla. La ferita è aperta, servirà tempo per rimarginarla e soprattutto ci vorranno fatti concreti. Non chiacchiere vuote come quelle sentite troppe volte da chi di dovere negli ultimi anni. Azzerare tutto e ripartire. Non sarà facile, ma è necessario. Se poi veramente avverrà non è dato sapersi.
La tifoseria vive il suo giorno di lutto cittadino con compostezza. E con rassegnazione. Sfoghi social, per la verità non troppo dissimili da quelli che si leggono da mesi. La frittata è fatta. Ancora qualche giorno e poi si dovrà inevitabilmente voltare pagina per ripartire. La domanda è sempre la stessa: come? Ce lo dirà il tempo e probabilmente Sebastiani quando tornerà a parlare. Dovrebbe farlo a breve.
Resta ancora una partita da giocare, inutile per il Pescara. L'Ansa la presenta cosi: “Lunedì prossimo all'Adriatico si chiuderà la stagione con la gara interna con la Salernitana che si giocherà invece in Abruzzo la promozione diretta in A. Per la formazione adriatica ora si tratterà di programmare la nuova stagione, con la tifoseria che chiede piazza pulita, continuando a contestare anche la presidenza Sebastiani.” Ancora 90 minuti, poi si aprirà il tempo della rifondazione
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