Prima squadra

Mirko Antonucci sulle orme di Matteo Politano e Gianluca Caprari

Da Roma, lanciato dal pescarese Di Francesco, sogna di tornare in giallorosso dalla porta principale dopo l'esperienza in biancazzurro

19.07.2018 06:51

Lo “manda” Eusebio Di Francesco e da lui vorrebbe tornare dopo essersi imposto in biancazzurro. Mirko Antonucci, classe 1999 proveniente dalla Roma, è l’ultimo arrivato in ordine di tempo alla corte di Bepi Pillon ed è già agli ordini del suo nuovo tecnico a Palena dopo aver firmato il contratto che lo lega al Pescara per la stagione agonistica 2018-19.

La Roma punta forte su di lui e ne ha voluto mantenere il controllo totale. Non è difficile capire il perché: Antonucci è uno dei più fulgidi talenti della nuova generazione calcistica italiana, tanto che Eusebio Di Francesco, non proprio uno sprovveduto, lo ha buttato nella mischia facendogli collezionare due presenze in Serie A (con un pregevole assist vincente per Edin Dzeko nel match con la Sampdoria) ed un'apparizione nel quarto d'ora finale nella semifinale di ritorno di Champions League contro il Liverpool. Non proprio partite di fine stagione, dove generalmente si lascia spazio alle seconde linee. Adesso, però, era chiaro che non poteva avere troppo spazio: meglio andare in provincia per giocare con maggiore continuità e maturare quella esperienza necessaria per farlo tornare a Trigoria dalla porta principale. In serie A si erano interessati Sassuolo (in una possibile operazione per Berardi) e Frosinone (che avrebbe fatto volentieri l’accoppiata con Zaniolo, arrivato in giallorosso dall’Inter nell’ambito dell’operazione Nainggolan), in B si era fatto sotto l’Ascoli ma alla fine l’ha spuntata il Pescara, che già da giorni aveva trovato un accordo con la Roma grazie anche alla “sponda” di Ricky Massara, ex ala biancazzurra di fine millennio scorso ed attuale dirigente della Lupa capitolina.

D’altro canto, chi dalla Roma è arrivato a Pescara poi ha fatto molto spesso carriera: basti pensare a Gianluca Caprari e Matteo Politano, arrivati sulla riva dell’Adriatico come giovani promesse e partiti da Pescara come giocatori fatti e finiti, oltre che importanti. E pazienza se non sono tornati nella Roma, non sempre tutto fila liscio come deve. Ma si sono ritagliati un posto importante nel calcio che conta, tanto che il primo è ormai un perno della Sampdoria dell’abruzzese Marco Giampaolo, il secondo è appena approdato all’Inter dopo essere stato ad un passo, nel gennaio scorso, dal Napoli. Ed entrambi sono nel giro della nuova Nazionale targata Roberto Mancini. Mirko Antonucci, però, a differenza di Caprari e Politano spera di tornare presto all’ombra del Colosseo e magari ripercorrere le orme di Totti, De Rossi e Florenzi, una vita intera con la stessa maglia addosso.

Lo ha fatto capire chiaramente nel suo post di arrivederci alla Capitale, pubblicato su Instagram ed oggetto di tantissimi commenti da parte di fans, amici e colleghi. «Non è un addio, a presto Roma», le parole finali di un lungo post dove il calciatore si è “messo a nudo” nei suoi sentimenti. «Non è un addio assolutamente, ho vissuto 7 anni alla Roma fantastici e quest’anno ho avuto l’opportunità di essere aggregato alla prima squadra dove ho vissuto l’esperienza più bella della mia vita, in un ambiente stupendo e con dei tifosi che fantastici è dire poco», il suo ricordo. «Ho avuto la fortuna di essermi potuto allenare con grandi campioni da cui ho cercato di imparare tutto il possibile. Questa società mi ha dato l’opportunità di esordire in serie A e in Champions League, con lo stadio e la Curva Sud che applaudono al mio ingresso in campo... Mi sembra ancora un sogno bellissimo. Ringrazio il mister che mi ha fatto sentire un giocatore importante, tutto lo staff e i miei compagni che mi hanno dato consigli che conserverò per sempre». Poi un pensiero rivolto al futuro e alla esperienza in biancazzurro: «Ora inizia una nuova avventura in cui darò tutto me stesso, ringrazio il Pescara per la fiducia che spero di ricambiare sul campo».

 

(Fonte: Il Messaggero ed. Abruzzo, articolo di Luciano Rapa)

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