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FULL METAL ZEMAN - Il (Delle) Monachesimo boemo

LA RUBRICA GRIFFATA PS24 - GZ

24.05.2023 07:43

Premesse e prospettive biancazzurre nella nuova uscita di Full Metal Zeman, la rubrica firmata da Gioacchino Piedimonte a suggellare nuovamente la collaborazione tra PS24 e Gruppo Zeman. Piedimonte era presente allo stadio Adriatico nella sfida con la Virtus Verona nella gara che ha sancito il passaggio del turno del Delfino che ora negli spareggi promozione affronterà la Virtus Entella.  Buona lettura!

Il (Delle) Monachesimo boemo

Primo livello superato e archiviato. Lo scrigno dei venticinque giorni di attesa dopo la conquista di Picerno racchiudeva al suo interno una serie di interrogativi e un livello di impazienza tali da renderli interminabili, tra il desiderio sfrenato di rivedere gli uomini di Zeman in scena pronti a rialzare il sipario come se tutto questo tempo non fosse mai passato e la volontà di credere fermamente alle risposte migliori possibili sul piano della tenuta fisica e mentale. I 180 minuti contro la Virtus Verona sanciscono non solo l’accesso con ottimi voti al portale dell’universo playoff, reo come sappiamo di azzerare tutto quanto fatto in precedenza, ma anche l’allontanamento di diverse incognite che avevano accompagnato il lungo periodo di riposo delle batterie, con i pensieri e le incertezze a correre e a sovrapporsi nella nostra mente al posto dei calciatori sul rettangolo verde. Il punto d’incontro tra il recupero positivo e fisiologico delle energie e la necessità di non perdere il ritmo e la melodia nelle gambe si poneva come principale dubbio in vista del ritorno in campo. Presagire i copioni delle singole partite è sempre un’operazione complicata, l’organizzazione di gioco e la musica dell’orchestra devono spesso fare i conti e trovare un equilibrio con i diversi volti che vengono proposti anche dalle dinamiche che sfuggono al controllo e alla previsione. Ogni tanto ti sorridono, altre volte ti fulminano con lo sguardo, altre ancora si prendono gioco di te dandoti l’impressione di non poter sfuggire all’impotenza della paresi facciale. Al netto di questa sottolineatura doverosa di cui si dovrebbe fare sempre tesoro, la trasferta di andata ci ha permesso di annunciare la nascita di un fenomeno molto particolare, ribattezzato “Delle Monachesimo”, che pare affondi le sue radici nella ricerca della spiritualità zemaniana più pura e nella contemporanea esaltazione delle passioni, bacchettando chiunque voglia sopprimerle. La doppietta del classe 2005 appena maggiorenne sembra una sorta di messaggio indirizzato al futuro da parte di Zeman, certificato da un cambio delle gerarchie con cui sembra almeno per ora dover fare i conti proprio quel Kolaj che, specialmente nella prima frazione contro la Virtus Francavilla, aveva lanciato segnali luminosi dal punto di vista delle connessioni e dell’intesa sia con Lescano che con Merola. Ci sarebbe da chiedersi se le potenzialità di questo diamante grezzo siano state individuate al primo o al secondo allenamento dal boemo o se anche all’interno di una mente come la sua possa aver avuto ragione di manifestarsi il famoso effetto sorpresa, con annesso rinvio del momento in cui si è giunti alla conclusione che quello stesso diamante non aspettasse altro che essere levigato dal mister. Gli elementi di congiunzione con il match di ritorno arrivano proprio in questo senso dall’autore della seconda doppietta di questo confronto, connazionale dello stesso Kolaj, insieme al vero comune denominatore, ovvero la calma. Quella calma che, nei panni e nel segno di Kraja, si è innalzata a virtù dei forti o quantomeno di chi sa di essere più forte dell’avversario. Si è sofferto soprattutto ieri sul lato destro ed è mancato un po’ di filtro a centrocampo, con Casarotto nello specifico che in diverse circostanze è riuscito a ricevere tra le linee e a sfruttare tempo e spazio per puntare la difesa, ma nel complesso sia a Verona che all’Adriatico la squadra ha saputo reagire alle situazioni di svantaggio senza farsi sopraffare dall’ansia e dalla paura di perdere il flusso della partita, lanciando un bel messaggio alla Virtus Entella di Gennaro Volpe, indigesta appena un anno fa proprio al Foggia di Zeman ai playoff. Luigi Fresco, che dal 1982 siede sulla panchina della Virtus Verona e la cui storia parrebbe sufficiente a raccontare le innumerevoli sfumature del suo nobile lato umano, ha provato a giocarsi le sue carte sul piano strategico nella partita di ritorno, puntando ad arrivare a poco meno della metà della ripresa in una condizione di equilibrio per poi giocarsi il tutto per tutto con Danti, Hallfredsson, Juanito Gomez e Fabbro nell’ultima fetta di gara, potendo contare su un solo risultato disponibile per il passaggio del turno. I frutti non sono stati certamente quelli sperati, ma il Pescara di Zeman sa da ieri sera di avere un tifoso sincero in più per il prosieguo di questa cavalcata. Gioacchino Piedimonte

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