Uomini e assetto anti Rimini: le probabili scelte di Bucaro
Non si torna (almeno subito) al 4-3-3
Si continua per la strada nuova. Mister Giovanni Bucaro ha deciso: anche domani sera a Rimini, infatti, non si partirà con il 4-3-3. Si andrà avanti con la difesa a tre, per provare a dare compattezza e solidità ad una retroguardia che è tra le più battute della categoria con 46 reti al passivo (peggio hanno fatto solo le ultime 3 in classifica, ovvero Recanatese con 54 gol incassati ed il tandem Olbia-Fermana con 47) e che, anche con la Carrarese, ha confermato di essere assai perforabile su situazioni di gioco tristemente note. I gol di Della Latta e Finotto sono solo l'ultima fotografia di una fragilità difensiva che ad oggi rappresenta il primo problema di casa Pescara perchè, al contrario, l'attacco con 52 gol all'attivo resta saldamente al secondo posto della categoria, benchè assai distanziato da quel Cesena che ha spedito in fondo al sacco avversario già 68 palloni. L'idea è quella di avere due braccetti del trio centrale rapidi ed aggressivi come Pellacani e Di Pasquale ed un centrale, Brosco che ha molta esperienza in quella posizione dati i trascorsi con Latina, Carpi ed Ascoli, più di lettura, in grado di tenere la posizione ma anche di far ripartire l'azione con i lanci lunghi per saltare il centrocampo ed innescare così il tridente. Di Pasquale sarà ancora una volta preferito a Mesik, che non ha convinto dopo essere subentrato al compagno, che era già ammonito, in corso d'opera nell'ultimo match (la sostituzione era stata spiegata nel post partita dal tecnico biancazzurro come scelta necessaria per non rischiare di rimanere in 10 uomini). In mediana la cerniera centrale sarà nuovamente quella composta da Aloi e Squizzato. Quest'ultimo, pur non positivo contro un centrocampo esperto e rognoso come quello della squadra allenata da Calabro, garantisce quella fisicità che il canterano Dagasso, che comunque è piaciuto anche contro la Carrarese quando Bucaro gli ha fatto dismettere la tuta, non può assicurare. Un tandem Aloi-Dagasso, infatti, è troppo leggero per reggere l'urto di tanti, troppi altri calciatori in categoria, magari meno dotati tecnicamente ma sicuramente più prestanti sul piano atletico. Ad Aloi spetterà il compito di interdire, pressare e provare ad inserirsi quando ne avrà la possibilità mentre a Squizzato toccherà dettare i tempi della manovra, possibilmente non congelando il possesso ma giocando a due tocchi, mantenere la posizione e provare talvolta il tiro dalla distanza. Nel reparto offensivo ci sarà la vera novità rispetto all'assetto base dell'ultima partita: si avrà un vero e proprio trio di attaccanti di ruolo e non un trequartista a supporto di due punte (niente Tunjov dal 1' nell'ultima gara prima di rispondere alla convocazione con la Nazionale estone). L'assetto del Delfino sarà dunque il 3-4-3. L'idea è quella di proporre un tridente leggero o, se preferite, tascabile con Merola a destra, Cangiano a sinistra ed Accornero centrale come falso nueve. L'ex genoano non sarà solo il terminale offensivo, ma avrà il compito di svariare su tutto il fronte d'attacco per consentire i tagli delle due ali e gli inserimenti degli esterni, che saranno Pierno – che ripartirà dunque titolare dopo il preziosissimo gol del pari siglato contro la Carrarese – ed il confermato Milani. Il motivo è chiaro: far ritrovare al reparto quelle certezze di giocate e movimenti che chiaramente non ha di base e che non ha inevitabilmente trovato subito con la Carrarese. Tunjov a supporto di due punte dedite ad allargarsi e ad attaccare la profondità più sugli esterni che non per vie centrali non ha pagato. E non è un caso che il Pescara abbia fatto meglio una volta passati al 3-4-3 per poi tornare, con Dagasso per Pellacani, al 4-3-3 nel finale di partita dove ha prodotto il massimo sforzo e ritrovato qualche certezza in fase offensiva. A Rimini partirà dalla panchina Gigi Cuppone, che sta tirando la carretta da mesi senza soluzione di continuità e sta attraversando dunque un momento fisiologico di scarsa lucidità. Sempre generosissimo, non va in rete da tempo ma a gara in corsa può diventare la più importante arma per spaccare la partita. Cangiano salta l'uomo e crea superiorità ed ha doti tecniche e di visione di gioco che possono dare una mano concreta in fase di costruzione. Aspettando il recupero di Vergani ed in attesa di vedere quale apporto potrà dare Sasanelli, in avanti bisogna fare di necessità virtù. Sperando che Meazzi (più di Capone) abbia tempo, modo e capacità di incidere anche a gara in corsa in qualsiasi ruolo Bucaro decidesse di impiegarlo.
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