Prima squadra

"Jeeg Robot" - Il Delfino Rampante racconta.... Rimini-Pescara 0-1

L'apprezzata rubrica di PS24

08.09.2024 16:25

Torna più puntuale che mai la rubrica di PS24 griffata dal Delfino Rampante, che oggi ci racconta a modo suo Rimini-Pescara. Uno 0-1 davanti a 911 cuori biancazzurri che nel finale hanno gioito e sono tornati a casa con 3 punti in…Ferraris! Buona lettura!

Corri ragazzo laggiù, vola tra lampi di blu. Corri in aiuto di tutta la gente, dell'umanità. 5 ottobre 1975: in Giappone va in onda la prima puntata di un celebre manga, entrato nelle case dei bambini italiani quattro anni più tardi. Parla di un ragazzo dal cuore d'acciaio, un ragazzo che senza paura sempre lotterà. Quel ragazzo, quell'eroe cibernetico, si chiamava Jeeg Robot e il suo compito era quello di difendere gli essere umani dai terribili mostri Haniwa. Jeeg, letteralmente "Eroe del Giappone". Un po' come l'Andrea da Torino che circa 700 chilometri più sud-est rispetto al capoluogo piemontese, dalle parti dell'Adriatico, sta diventando, di diritto, l'Eroe di Pescara: rete del pareggio sotto la Nord contro la Torres; gol della vittoria nel secondo blitz esterno consecutivo stagionale a una manciata di minuti dal novantesimo che ha steso il Rimini dell'ex Cernigoi. Andrea Ferraris: un cognome che ricorda quel centromediano dei primi del Novecento, diventato famoso dalle parti della riviera ligure e al quale, in quel di Genova, hanno pure intitolato uno stadio. Due capocciate per il 21enne jolly offensivo - così definitivo da mister Silvio Baldini - che hanno fruttato ben 4 punti al Delfino. Due capocciate tonde tonde, al pari del rinomato cocomero di filastrocchiana memoria, per il neo acquisto biancazzurro...mezzo  biondo quasi come quel famoso analcolico che fa impazzire il mondo. Perché Andrea Ferraris, nel saturday night romagnolo, ha fatto impazzire [di gioia] i quasi mille tifosi biancazzurri al seguito presenti sugli spalti dello stadio "Romeo Neri". Giunti dalle parti della Romagna per inseguire quel sogno preconizzato da mister Silvio Baldini. Che ieri, dopo meno di 25 minuti di gioco, ha rivoltato il Pescara come un calzino, rimescolando le carte e imbrigliando i ragazzi di Buscè che fino al quel momento avevano messo in grossa difficoltà Brosco & Co.

I'm going down in a blaze of glory. O, se preferite, "scenderò in un tripudio di gloria". 7 agosto 1990: JBJ, al secolo Jon Bon Jovi - noto musicista rock del New Jersey -, pubblica "Blaze of Glory", indimenticabile singolo che dà il nome all'omonimo album. Quel sogno di gloria che Silvio Baldini sta inseguendo alla guida del Pescara e per il quale sta lavorando day by day, restando per un attimo dall'altra parte dell'Atlantico. "Il Pescara andrà in B e in A? Io sogno. Io voglio essere utile e non essere lì a fare folklore. Se uno fa le cose giuste, poi, viene premiato. Se non pensassi di ottenere questi risultati sarei un frustrato”, ha detto, al riguardo, il tecnico toscano nell'immediato post partita di Rimini.

Baldini, la squadra, i tifosi. Tornando ai cartoni animati del Sol Levante, quasi come Protesser, Delinger e Garbin. Tre robot dalla cui unione nasce Gordian: un incastro bionico, un inserimento di energia vitale grazie ai quali inseguire quel sogno di libertà e raggiungere porti migliori. Porti prestigiosi. Porti conosciuti. Così vicini ma, in questo momento, altrettanto lontani. Una sorta di viaggio omerico. Che deve condurre il Delfino sulle sponde dell'amata Itaca. Al pari di Ulisse, quell'eroe greco che si vantava di essere discendente da Zeus di cui il Ferraris con la maglietta biancazzurra ha preso le sembianze svettando sull'Olimpo divino grazie ai suoi decisivi colpi di testa.

7 punti nelle prime tre partite. Il Pescara è lì. Il Pescara c'è. Per certi versi un pochino a sorpresa ma l'importante è esserci, rispondendo metaforicamente al noto dilemma di shakespeariana memoria. "Morire, dormire. Dormire, forse sognare": si domandava il principe Amleto nel celebre soliloquio nella prima scena del terzo atto dell'omonima tragedia. Il Pescara e Baldini hanno scelto di sognare. Non costa nulla e, insieme all'amore dantesco, muove il sole e l'altre stelle.

Sognare. Vivere. Almeno per questi primi 180 minuti - recuperi esclusi - godiamoci la squadra sotto la Curva e la Curva che canta: senti che bello è vivere insieme a te!

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