"Quello strano braccialetto" - Il Delfino Rampante racconta...
Il momento dei biancazzurri visto da una prospettiva diversa...
Torna la rubrica del Delfino Rampante, la più particolare ed originale tra quelle proposte da PS24. Buona lettura in questa analisi del momento pescarese post Rimini!
Correva l'11 gennaio dell'anno 49 avanti Cristo. Giulio Cesare varcava il Rubicone: alea iacta est. Ovvero, il dado è tratto. Inizia così la storia del più grande militare e politico dell'antica Roma.
11 gennaio 2025. Se il dado non è tratto, poco ci manca. Per adesso, intanto, si è spento, o quasi, il sole dalle parti del medio Adriatico. Anche se non ci sarebbe neanche bisogno di scomodare Adriano Celentano per certificare il vortice involutivo nel quale si sta barcamenando il Pescara. Appuntamento con il successo nuovamente rimandato. Vittoria che manca dal 30 novembre. Tre miseri punticini raccolti nelle ultime cinque gare. Due reti messe a segno negli ultimi 450 minuti, recuperi esclusi. Ultimi gol segnati all'Adriatico addirittura il 21 novembre scorso (4-1 al Milan Futuro).
Entella che fugge. Ternana che inizia a scappare. Torres, in vantaggio negli scontri diretti, che rifila una manita al Milan Futuro e aggancia il Delfino. Fiato sul collo della Vis Pesaro non troppo lontana dai biancazzurri.
Mai Kazuki, la "Magica, magica Emy" degli Anni '80 su Nippon television, sembra ormai uno sbiadito ricordo, così come le sue magie. Urge ritrovare quello strano braccialetto capace di trasformare Mai in Emy ed Emy in Mai. Tradotto: o torna a girare forte la magia o addio mare, come disse la panocchia.
Certo, contro il Rimini si poteva essere più fortunati. Ma le tante occasioni da gol sono apparse estemporanee e non frutto di una coralità di gioco e di un Pescara in ripresa. E in attacco si continua a latitare. Con le chances capitate agli avanti biancazzurri solo dopo l'ingresso in campo di Merola (folgorato sulla via dell'Irpinia???): un paio allo stesso Merola e il palo clamoroso di Vergani allo scadere. Prima, Delfino pericoloso con Valzania, Squizzato e Moruzzi: non proprio bomber di razza.
Tonin non pervenuto. Cangiano che, un po' alla Dorian Gray, sembra specchiarsi davanti a sé stesso. Bentivegna lontano parente del folletto - per restare in tema di Emy - ammirato ad inizio stagione. Ferraris che, da tempo e non solo durante l'ultimo sabato pomeriggio uggioso pescarese, ha le polveri bagnate.
Certo, contro i biancorossi romagnoli - scesi in terra d'Abruzzo con lo scopo di difendere ad oltranza - ci si è messa di mezzo anche un bel po' di sfortuna; due pali clamorosi dei biancazzurri: prima Moruzzi e dopo, sul suon della sirena, come detto, Vergani. Insomma, Umberto Saba scriverebbe: il vento deviava il pallone, la Fortuna si rimetteva agli occhi la benda.
Ma tant'è, d'altronde "audentes fortuna iuvat". Lo affermava il poeta latino Virgilio e il Delfino deve tornare ad osare, anche perché all'orizzonte, ora, ci sono due trasferte - Pianese e l'insidiosissima Perugia - prima della gara interna del 2 febbraio contro l'Entella. Partita che, si spera, possa ancora essere uno scontro diretto in vetta alla classifica.
In attesa di avere buone nuove da quel Mercurio messaggero degli dèi che, nel nostro caso, si chiama mercato invernale, auguriamoci che - gira e sfera, sfera e gira - la magia torni preponderante dalle parti dell'Adriatico.
D'altronde, lo dice pure Emy: la vita è una magia tra sogno e realtà. E con la fantasia più bella diverrà.
E allora, torniamo a fantasticare e ad essere belli. In fretta, però, perché il tempo sta per scadere.
Intanto, giocando un pochino con la clessidra e tornando fino a Giulio Cesare, il dado è nuovamente tratto. L'ics interno contro il Rimini ha certificato iterum - di nuovo, se preferite - l'urgenza di intervenire velocemente sul mercato nel tentativo di uscire finalmente dalle sabbie mobili della Lega Pro.
A tal proposito, tante le trattative in corso per puntellare la rosa, come ribadito anche dal direttore sportivo Foggia nel post partita. Si è parlato di Voca della Triestina fino ad arrivare a Gori dell'Avellino.
Insomma, come canterebbe la grandissima Raffaella Carrà, ci verrebbe da dire: com'è bello far l'amore da Trieste in giù... perché i sogni son desideri di desideri di felicità.
E quindi... facciamo un piccolo flash back, tornando calcisticamente a un paio di mesi fa, così da risentire nell'aria la nostra canzone d'amore che va, come un pensiero d'amore che sa di felicità. Sono le note di Al Bano e Romina, lo preconizza mister Baldini e lo sperano tutti i tifosi biancazzurri.
Adelante, il tempo stringe e tra poco non ci sarà più tempo!
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