FULL METAL ZEMAN - "Vittorie che valgono oro"
La rubrica griffata PS24 con il GruppoZeman.com
Riecco l'appuntamento settimanale con una delle rubriche firmate insieme agli amici del Gruppo Zeman. Questo è Full Metal Zeman, la rubrica firmata da Gioacchino Piedimonte, che è uno degli editorialisti di punta del GZ e che da anni ci onora del suo punto di vista assai peculiare. Buona lettura!
Vittorie che valgono oro
Inutile prenderci in giro. Ci sono alcune vittorie le cui modalità arrivano a restituire un senso di leggerezza e a infondere un’entusiastica pace dei sensi tali da far comprendere il loro valore in maniera diversa rispetto ad altre. Questo perché nell’arco di una stagione non si può pretendere di essere sempre brillanti e scintillanti, sia per ragioni propriamente fisiologiche che per le qualità degli avversari che si incontrano. Da sottolineare in questo senso il passaggio dal Girone C al Girone B, che nel modificare in generale geograficamente il campionato del Pescara ha certamente alterato la natura delle trasferte, portando magari dei benefici sul piano prettamente ambientale, in merito alle problematiche legate ad alcuni contesti, ma alzando allo stesso tempo il livello, l’esperienza e il prestigio delle squadre, molte di queste definite appunto “più importanti” proprio da Zeman in conferenza stampa. Basti pensare al Perugia e alla stessa Spal, che hanno effettivamente dato la sensazione che non si stesse affatto giocando una partita di Serie C, bensì quella di una categoria superiore, anche solo per i rimandi al passato.
Giocare al Paolo Mazza e vincere non è semplice, a maggior ragione se consideriamo che gli emiliani erano reduci dal cambio di guida tecnica nella settimana precedente al match, con Leonardo Colucci chiamato a sostituire Domenico Di Carlo, contribuendo ad aumentare le insidie nella preparazione della gara per via del possibile impatto a breve termine del nuovo allenatore e degli interrogativi legati al modo in cui la squadra si sarebbe disposta in campo dal punto di vista tattico.
Il gol del definitivo 1-2 nel finale di Cangiano, decisivo per la seconda volta dopo il 3-2 dell’Adriatico contro l’Arezzo, si aggiunge alla lista delle soluzioni balistiche dalla distanza che tanta fortuna hanno portato e stanno portando in questo avvio. Se appena una settimana fa si parlava dell’importanza dell’occupazione dell’area di rigore e della capacità di incidere con colpi slegati dal seppur magnifico spartito, ci si ritrova a distanza di pochissimo tempo ad evidenziare di nuovo questo aspetto, portando ad esempio perfetto proprio il 2001 in prestito dal Bologna, letale prima di testa tramite inserimento e poi con un destro da fuori a mettere anche un po’ in imbarazzo il portiere della Spal.
Torna alla mente il divertentissimo aneddoto raccontato spesso da Valeri Bojinov, uno dei tanti diamanti levigati da Zeman nella sua carriera, che ai tempi di Lecce veniva bacchettato dal boemo quando prendeva palla e dava sfogo al suo grande mancino anche quando secondo l’allenatore c’erano altre soluzioni da esplorare nel dialogo con i compagni e nei movimenti senza la sfera. “Questo non è calcio” ripeteva Sdengo all’attaccante bulgaro con il suo inimitabile stile. Non è vero mister, anche questo è calcio, perché le emozioni generate da una scelta istintiva ed estemporanea come il tiro da fuori rivestono un valore che in questo sport va custodito al pari di quello che arriva in seguito ad un’azione collettiva meravigliosa, ad una verticalizzazione da batticuore o ad un taglio in profondità con i tempi svizzeri. L’elemento da considerare è quello relativo alla scelta più giusta da prendere in base al ventaglio di opzioni possibili in un determinato frangente, ma non sempre si può arrivare a dama pretendendo la perfezione dall’orchestra. Le individualità danno luce ai grandi collettivi allo stesso modo di come gli assoli strumentali esaltano e rompono solo apparentemente il flusso delle esibizioni dei gruppi musicali. Ma tu mister questo l’hai sempre accettato, anche se intendi fingere di non saperlo, perché il Pescara dei miracoli, giusto per restare in Abruzzo, di ormai troppi anni fa, poggiava sui concetti di gioco che ben conosciamo senza per questo impedire a Lorenzo Insigne di inventare e di incidere a suo modo qualora la sua testa lo decidesse o a Nielsen e Cascione di calciare dai 20-30 metri.
Cinque vittorie e un pareggio nelle prime sei partite, con la corazzata Torres, potenzialmente a -3 e in questo momento a punteggio pieno con intenzioni serie di fuga, ma il tempo per pensarci scarseggia. Stasera si riparte subito da Pineto, lunedì prossimo si torna all’Adriatico per ospitare la Vis Pesaro. Nel mezzo sempre un cauto ottimismo, sapendo che i passi falsi prima o poi arriveranno e che bisognerà farsi trovare pronti per archiviarli nel minor tempo possibile assorbendo gli insegnamenti giusti.
Gioacchino Piedimonte
FOTO MUCCIANTE
Commenti