Si critica per costruire, mai per distruggere
Pescara, se vuoi vincere devi...
A CURA DI MATTEO SBORGIA - Critica, dal greco κρίvω (distinguo), è un esame circostanziato di un fatto e di tutti gli aspetti correlati allo stesso. Per risultare attendibile non deve mai essere prevenuta o dettata da qualsiasi tipo di pregiudizio: bisogna leggere la realtà per quella che è e giudicarne i fatti e le situazioni senza nessun filtro. Il Pescara è terzo in classifica (dietro Reggiana e Ancona) e ieri a Gubbio è arrivato il secondo pareggio consecutivo. I biancazzurri di Auteri sono ancora imbattuti, ma gli aspetti da registrare e correggere di certo non mancano. La compagine adriatica pur avendo un organico di tutto rispetto per la categoria con dichiarate e legittime ambizioni di primato, mostra chiaramente segnali di mancanza di equilibrio. A fronte di una buona condizione ampiamente mostrata e dimostrata fino ad oggi sono ancora troppi i black- out che la formazione del tecnico siciliano palesa. In tutte le partite finora disputate, anche nelle vittorie, non c’è mai stata una netta supremazia da parte del Pescara, anzi. La costante è sempre la stessa: si viaggia a corrente alternata. Quando si vince o pareggia bisogna prestare massima attenzione agli errori che si commettono, farlo dopo le sconfitte è troppo semplice e scontato. Se si vuole davvero primeggiare non bisogna lasciare nulla al caso. Occorrono umiltà e concentrazione. E’ il gruppo che vince, mai i singoli. Tutti necessariamente devono calarsi nella realtà della Lega Pro. Non ci si può cullare sulla convinzione in base alla quale per via delle numerose occasioni da rete create, il gol prima o poi arriva. Gli episodi nel calcio non sono sempre favorevoli. Il Pescara deve ogni domenica dimostrare di meritare la vittoria, giocando su tutti i campi con il coltello tra i denti. Imparare, correggere e ripartire con la consapevolezza che ad avere la meglio sarà la squadra che subirà e sbaglierà meno.
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