Le prime parole di Emmanuel Cascione da allenatore del Pescara
Alla vigilia della prima partita sulla panca biancazzurra
Niente presentazione ufficiale, ma la conferenza prepartita come occasione per le prime parole di Emmanuel Cascione da allenatore del Pescara. Domani c'è la delicata sfida al Pontedera ed il nuovo tecnico pescarese ha incontrato la stampa. Ecco le sue parole:
"Sono contento di essere tornato in una piazza che per me è diversa dalle altre, speciale. Spero di regalare di nuovo emozioni, ma ci sarà da lavorare ancora tanto. La squadra viene da un periodo di incertezze ed ha bisogno di ritrovare serenità, solo dopo verranno i tatticismi ed il resto. La squadra ha una media di età bassa, ma sono tutti ragazzi di qualità. Vedo un po' di negatività ma si può fare di più perché le qualità ci sono. Bisogna rialzare la testa e ritrovare fiducia e certezze, come singoli e come squadra. Fare la formazione non è facile perché anche chi ha giocato di meno ha attitudine e difficoltà, bisogna solo lavorare. Ho poca esperienza ma questa squadra con una sentimento di pancia dico che ci può dare soddisfazioni. La mia idea è di scombussolare il meno possibile e trovare un undici base il prima possibile. Ho qualche dubbio con considerazioni da fare, non tanto sui singoli ma sulla funzionalità per la partita specie a centrocampo. Sono arrivato da poco e non c'è stato tempo per lavorare. Ci siamo dedicati in primis al lavoro mentale, già sabato avremo risposte importanti per poi proseguire il lavoro. Il contatto con la società è stato breve, mi è stato detto solo di venire l'indomani a Pescara. Quando il direttore mi ha chiamato sono partito e non c'è stato bisogno di discutere dei dettagli. Abbiamo analizzato in maniera dettagliata quali erano le sfumature da mettere a posto, perché la squadra ha comunque 45 punti, non a 20, ed è dentro i playoff. Ci sono stati alti e bassi ma la situazione non è tragica. Bisogna dare continuità di risultati, sapendo soffrire, sacrificarsi e giocare di squadra. Ho visto i ragazzi carichi e disponibili, quando sono arrivato il morale non era alto ma lavorando siamo arrivati alla rifinitura con il piglio giusto. Il risultato domani è importante ma non fondamentale, la prima cosa sarà trovare le certezze di squadra. Moduli e tatticismi vengono dopo, adesso bisogna sapersi aiutare. Con ragazzi così giovani si deve approcciare in maniera diversa, facendo capire che il momento è di quelli in cui stringere i denti ma che si deve andare in campo con la mente libera. È compito mio trasmettere determinate cose ma questi giovani hanno qualità morali che possono essere tirate fuori. Ne sono convinto al 100%. Bisogna tirare fuori gli attributi. Bisogna capire bene dove andare a lavorare per tornare ai livelli di inizio campionato ed è compito mio. La mia missione è ricompattare l'ambiente, anche la tifoseria, perché a Pescara l'ambiente è un valore aggiunto e fa la differenza. Sono l'allenatore ma tra me e i ragazzi non c'è un muro, nelle difficoltà mi metto io in prima linea ma è giusto tra noi avere anche un confronti con i giocatori in modo leale ma diretto. Devo esser bravo ad essere riconosciuto dal gruppo. Bisogna sempre andare avanti senza guardarsi indietro, cercando di migliorarsi sempre con intelligenza e con i tempi giusti. Bisogna lavorare sulla fase difensiva ma non deve passare il messaggio che non si debba avere coraggio. Ho cercato di mettere qualche concetto, arrivando alla testa dei ragazzi. La mia mentalità è quella di raggiungere il massimo. Ho visto i ragazzi con voglia di riscatto, ma serve organizzazione. Zeman? Non sono riuscito a sentirlo in questi giorni. Da quella famosa stagione in poi il mister è stato sempre dentro di me, mi ha aperto la mente nella vita e non solo nel calcio. Lui è unico ed inimitabile, già da giocatore cercavo di capire determinate dinamiche. È un punto di riferimento ma non posso fare quello che fa lui, vado avanti per quello che so fare io ricordando anche cose di altri allenatori. Sarebbe deleterio adesso cambiare totalmente la mentalità, cercherò di portare piano piano anche se mancano poche partite la mia mentalità e mio gioco. Le scelte? Ho un po' di dubbi in discesa, mi ha impressionato anche Staver ad esempio. Di Pasquale l'ho visto bene, ma ho visto tutti sereni.Ho comunque lavorato sul gruppo più che sui singoli. A centrocampo abbiamo 3 play possibili che possono giocare anche come interni"
Commenti