VI RACCONTO UN PO’ DEL MIO ZEMAN ALLA SOGLIA DEI 70 ANNI
Riecco la rubrica di Sergio Di Sciascio per PS24: I Like Football
"Non glielo spiegherei - rispose Eduardo Galeano - a chi gli chiese una volta la risposta che avrebbe dato a un bambino che volesse sapere cose fosse la felicità. Gli darei un pallone per farlo giocare”.
Un ricordo, quello del compianto scrittore uruguaiano, che in qualche modo mi fa tornare alla mente la nostra felicità nell’assistere alle partite del Pescara, con Zdenek Zeman in panchina, promosso in serie A nel campionato 2011-12.
Continuando in quest’amarcord zemaniano, che dire su quanto dichiarò Renzo Ulivieri (presidente dell’Associazione Allenatori) ai frequentatori del Master Uefa per uno stage di aggiornamento, tenuto a Poggio degli Ulivi nell’aprile 2012, e riservato ad allenatori professionisti.
” Zeman è unico: propone un calcio che resiste negli anni, sa costruire squadre come pochi. Nessun allenatore ama dire che gioca in difesa, però poi si vede cosa fa. Zeman invece ha personalità e coraggio, e trasmette sicurezza alla squadra”.
Antonello Venditti ha dedicato all’allenatore boemo una canzone: La coscienza di Zeman.
Questa la strofa finale: La folla sta impazzendo ormai /all’attacco vai …/ in difesa mai …/ tu non ti fermerai …/ Perché non cambi mai …/ Perché non cambi mai …
Per finire, mi sono dedicato a un assortimento di citazioni, divenute vere e proprie massime soprattutto ironiche, alla stregua di Ennio Flaiano, un figlio illustre di Pescara.
Manca la classica ciliegina sulla torta, o meglio il numero sette seguito dallo zero che sancisce il compimento, in uno di questi giorni (12 maggio), del settantesimo anno dell’allenatore boemo, e a lui dedico queste note.
La selezione avrebbe potuto accogliere pagine e pagine, probabilmente avrò commesso anche qualche errore nella cernita. Tant’è. Ve la propongo senza un particolare ordine, alla rinfusa, e dovrebbe rappresentare una testimonianza di numerose volte che Zeman è stato al centro dell’attenzione e delle …polemiche.
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“Durante il processo di Calciopoli mi venne ricordata la magra carriera, di non avere vinto nulla. Un modo per intimarmi il silenzio, roso dall'invidia per le affermazioni altrui. La mia denuncia del malaffare, del sistema corrotto, era marginale, di nessun conto: aveva peso la scarsità dei miei risultati”.
“Da piccolo a Praga mi dissero ‘prendi quella posizione e mai prendi quell’uomo’: da quel giorno non ho più cambiato idea, sarebbe stata la zona il mio modulo di gioco ideale”.
“Per coprire il campo non esiste un modulo migliore, più funzionale, del 4-3-3, una soluzione geometrica”.
“Non importa quanto corri, ma dove corri e perché corri”.
“Ho detto che il calcio non aveva più futuro. Lo vedevano tutti, ma sono stati zitti. Come si fa a spendere più di quanto incassi? ”
“Spero che il calcio sia uscito dalle farmacie, ma non ne sono convinto. Se si trovano dopati negli altri sport, non fatico a credere che qualcuno cerchi rimedi artificiali alla propria incapacità. Prima arrivavano dall’America su ordinazione e, forse, erano composti di sostanze sconsigliabili, ora ce ne sono di nuovi tipi e mi auguro che non facciano male. Il doping da quando è nato è sempre stato davanti all’antidoping”.
“La stagione della promozione in A del Pescara è stata la migliore della mia vita. Sono stato bene dentro e fuori dal campo Non ho mai visto tanto affetto quanto nel giorno della festa, l’entusiasmo della gente, con il bus scoperto per le vie della città. Ho pianto tante volte per le cose belle e per i tragici eventi, e non mi succedeva da qualche tempo. Pescara e i pescaresi mi resteranno sempre nel cuore”.
“A Roma i calciatori fanno quello che vogliono; ne avevo sempre dodici sul lettino e due bloccati sul Raccordo Anulare”.
“Beato chi si preoccupa di raggiungere la porta avversaria, guai a chi si adatta troppo per difendere la propria”.
“ L’avvocato Agnelli nel pieno della polemica doping, riferendosi a me: Zeman? Non lo conosco, so soltanto che è il nipote di Vycpalek che noi abbiamo salvato dalla Cecoslovacchia comunista: per questo, ci deve gratitudine”.
“ Mai avuto problemi, è la Juve che si sente attaccata. Nell’estate del ’98 denunciai il doping nel calcio, sollevando perplessità. I giocatori, affermai, sono condizionati dagli interessi e non si preoccupano della salute. Il mio sbalordimento inizia con Vialli e finisce con Del Piero. Pensavo che certi risultati si raggiungessero solo con il culturismo e dopo anni e anni di lavoro. Vialli, sentendosi tirato in ballo, mi definì terrorista, che volevo destabilizzare l’ambiente. Adesso paraculo, uno che fa solo le battaglie che gli fanno comodo e ne ignora altre”.
“Il sindaco voleva offendere me o i rom? A me da fastidio se uno è ignorante sulle razze e sulla storia delle etnie”, la replica agli insulti lanciati dal sindaco di Chieti, Umberto Di Primio, che lo aveva definito un’mezzo rom” invitandolo a non venire nel capoluogo teatino. Il sindaco fa polemica perché è di Chieti. Deve fare qualcosa per i suoli concittadini, per il suo popolo, anche forse per avere qualche voto in più”.
“ Dalla Roma andai via per un problema politico. Quando scoppiò lo scandalo doping, la squadra giallorossa ha perso più di venti punti per decisioni altrui”.
“Al mio ritorno a S. Siro sono stato accolto con attestati di stima da Moratti e dagli altri dirigenti nerazzurri, mentre i tifosi dell’Inter hanno esposto uno striscione:’Zeman icona del calcio pulito’ ".
“Si dice che i miei allenamenti siano duri ma credo che ci siano altri sport molto più duri, il calcio è e divertimento”.
“Francesco è il miglior giocatore che ho allenato e quello più forte al mondo negli ultimi 10 anni. In Italia in 50 anni sono nati tre fuoriclasse: uno è Rivera, l’altro è Baggio e il terzo è Totti. Fa cose che gli altri non capiscono. Può mettere un compagno in condizione di fare gol senza che questi se ne accorga”:
“Uno dei grandi mali del calcio italiano è la presenza di troppi stranieri. Bisogna tornare a puntare sui nostri ragazzi”.
“Non voglio influenzare i giornalisti, quindi non li porto a cena, o a prendere un caffè”.
“Se ti pressano in tre, vuol dire che hai due compagni smarcati cui passare la palla”.
“Se un tuo attaccante ti viene incontro spalle alla porta per ricevere il pallone diventa un difensore avversario”.
“Sono contrario alla moviola. Qualè l’episodico decisivo? Per me anche un fallo laterale. Meglio lasciare tutto così, sperando si trovino arbitri in buona fede”.
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