Crecco: “La voglia di finire il campionato è tanta. Al Pescara auguro di tornare presto in A"
Dal sito ufficiale del club biancazzurro
Convivenza tra un ex laziale ed un ex romanista, si può? Certo che sì! Ce lo assicura il centrocampista Luca Crecco, che ha trascorso la prima fase della quarantena in compagnia dell’amico-“rivale” Marco Tumminello. Ma ora?
“Beh ora sono tornato a casa mia (quella di Pescara, s’intende). Io e Marco siamo stati benissimo, è solo che mi piace anche stare da solo. Non sono abituato a passare troppo tempo con altre persone, e, anzi, due mesi per me sono già un traguardo. Ma i nostri percorsi di crescita diversi ovviamente non centrano nulla, anzi, abbiamo sfiorato l’argomento Lazio-Roma appena un paio di volte, siamo amici, tra noi non c’è alcuna rivalità. Ora me ne starò un po’ per conto mio, anche se non vedo l’ora di rivedere la mia famiglia e il mio cagnolino… sono tutti a Roma, nella mia città, mi mancano davvero tanto”.
Perlomeno Pescara non è troppo distante dalla sua Roma… Si trova bene in questa piazza?
“Che dire? La piazza pescarese è davvero bellissima, una delle migliori della serie B. Si vive bene qui, è una citta stupenda e quando si scende in campo, i tifosi fanno sentire sempre il loro calore, mi trovo benissimo. E poi, si, è abbastanza vicina alla mia città quindi, un punto a favore”.
In un periodo così tragico, oltre alle innumerevoli problematiche, si iniziano a vedere sempre più persone psicologicamente provate da questa pandemia. Lei è un atleta quindi la starà vivendo in modo presumibilmente diverso, ma… c’è qualcosa che la turba particolarmente?
“Il mio pensiero va sicuramente a tutti i contagiati, che stanno passando un periodo orribile. Anche alcune persone che conosco sono state colpite da questo virus, ad esempio il nostro parrucchiere, il quale è stato in terapia intensiva, ma che, per fortuna, ora si sta riprendendo. E’ un dispiacere unico, sto male per loro, ci penso continuamente e sono preoccupato”.
Passando al calcio, il dibattito sul futuro di questo sport è aperto: da un lato i club che vogliono alimentare la speranza di tornare a giocare, e dall’altro un governo un po’… indeciso. Come andrà a finire?
“Beh, rispetto a qualche giorno fa sono già più fiducioso, i contagi sono diminuiti e la situazione piano piano sta migliorando. D’altro canto, però, ci sono delle notizie che smorzano un po’ la mia speranza… . Ad esempio, mi sembra che Dybala sia ancora positivo e situazioni come la sua non possono far altro che preoccuparmi. Quindi… il rischio è tanto, tuttavia se la curva dei contagi si abbasserà c’è qualche concreta possibilità di ripresa”.
Nel caso in cui questa possibilità diventi realtà, sareste costretti a giocare due partite a settimana, magari col grande caldo: è sostenibile una condizione del genere?
“Si, la voglia di giocare è tanta. Certo, non potremmo mai essere fisicamente al top come lo eravamo durante il campionato, ma sarebbe così un po’ per tutti. Ormai stiamo fermi da tanto, ci toccherebbe un mini ritiro per tornare in forma. Ma anche con una forma fisica che non si classifica tra le migliori, sono sicuro che daremmo il massimo”.
E gli stadi vuoti, come sarebbe l’atmosfera senza il pubblico?
“Strana, sicuramente. Abbiamo già fatto questa esperienza prima del lockdown, ad esempio quando abbiamo giocato l’ultima contro il Benevento e… sembrava di fare un’amichevole. Appena qualcuno parla, rimbomba tutto, si sente davvero la mancanza di qualcosa fondamentale qual è il tifo. Ma, se si riprenderà il campionato, dovremmo abituarci. Ci toccherà terminarlo in queste condizioni e non possiamo farci niente, la sicurezza dei tifosi viene prima di tutto”.
Se dipendesse da lei che farebbe? Rimanderebbe il campionato all’anno prossimo o pensa che per il sistema calcio sia indispensabile la ripresa?
“Beh, la voglia di finire il campionato è tanta, soprattutto perché noi del Pescara ci aspettavamo di più da alcune partite che abbiamo giocato in questa prima parte. Ecco… vorremmo riscattarci, dimostrare cosa possiamo dare a questa piazza. Tuttavia la preoccupazione c’è, è innegabile. Se ho paura di riscendere in campo? Non posso dire di no, fino a quando i contagi non saranno ridotti a zero un po’ di timore ci sarà sempre, ma so anche che la strada per sconfiggere il virus è ancora molto lunga, quindi è necessario imparare a conviverci”.
A proposito di “riscattarvi”, potendo analizzare il campionato fino al momento dello stop, lei ha qualche rimpianto personale?
“Sicuramente non me lo sono goduto appieno a causa di un infortunio durato un po’ troppo, in vita mia non sono mai stato così tanto tempo fermo. In compenso ho un contratto che mi consentirà di stare qui almeno per un altro anno. Sono molto contento di questo, sento la fiducia da parte della società, che ha creduto in me, quindi avrò tempo di recuperare”.
Lei è stato impiegato sia da mezz’ala, sia come esterno nella difesa a cinque, ma anche come terzino. Quale preferisce tra questi ruoli?
“Devo dire che mi piacciono tutti e tre. Sicuramente il ruolo da mezz’ala, però, mi si addice di più, ma per il semplice motivo che ci ho giocato per tanti anni, mentre gli altri due li ho sperimentati di meno, solo per questo. Devo ancora migliorare, ma mi sono trovato bene anche in quelli”.
Il tecnico Legrottaglie dice di lei che ha “molta gamba”… .
“Si, ho molta resistenza, faccio continuamente su e giù per il campo. Vorrei però imparare a leggere tatticamente meglio alcune situazioni, magari ad anticipare certi movimenti, inoltre mi piacerebbe essere un po’ più determinante in fase offensiva. Ci sto lavorando”.
Per concludere, vuole fare un augurio per il futuro a lei stesso, ma anche al Pescara?
“Al Pescara auguro di tornare presto in A, se lo merita davvero per tutto quello che c’è dietro, i tifosi, la città, tutto. A me? Beh, auguro lo stesso, magari una promozione in serie A proprio con il Pescara”!
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