Trovare una cura senza continuare a minimizzare la 'malattia'
Delfino in crisi
A CURA DI MATTEO SBORGIA
Per malattia si intende lo stato di sofferenza di un organismo in toto o di sue parti, prodotto da una causa che lo danneggia, e il complesso dei fenomeni reattivi che ne derivano. Elemento essenziale del concetto è la sua transitorietà, il suo andamento evolutivo verso un esito che può essere la guarigione, la morte o l’adattamento a nuove condizioni di vita. Il Pescara sportivamente parlando è malato e non da oggi. La vittoria interna in campionato manca da più di un mese, l'ultima risale al 2 ottobre contro il Gubbio( 2-1). Fuori casa il Delfino di Zeman non trionfa dal 22 ottobre (1-4 a Lucca.) I biancazzurri hanno vinto una sola volta nelle ultime 7 gare, netta involuzione e flessione sia nel gioco che nei risultati. Va però rimarcato, che la squadra dannunziana da inizio campionato, anche quando ha vinto non ha mai totalmente convinto. Merola e company sono volenterosi, fanno buone giocate ma di fatto mancano sotto l'aspetto della continuità anche e soprattutto nelle singole gare. L'organico è composto da giovani e il rendimento degli stessi, in virtù del fattore anagrafico, può variare: ci possono essere alti e bassi. Tutto nella norma, per carità. Non si comprende però il motivo per il quale i calciatori del club adriatico non abbiamo ancora assimilato i movimenti che l'allenatore chiede. Del problema relativo all'incomunicabilità tra gruppo squadra e tecnico abbiamo già scritto(LEGGI QUI) e ciò può essere una chiave di lettura interessante da cui partire per affermare quanto segue: se è vero che i giocatori giovani soffrono di questi up and down frequenti, d'altro canto è anche giusto dire che mister Zeman li preferisce a quelli con una carta d'identità importante, perchè i primi sono più consoni all'apprendimento dei suoi concetti e dettami che richiedono applicazione, dedizione e fatica. Quasi nulla di tutto questo si è finora visto. La compagine biancazzurra gioca senza ritmo, non c'è circolazione veloce del pallone e mancano anche i movimenti senza palla. In pratica: latitano ancora i concetti base del credo zemaniano. Inoltre non c'è neanche il gioco di squadra, ma ogni singolo pensa di risolvere tutto da solo, almeno secondo il tecnico boemo. Il motivo per il quale però a novembre inoltrato manca tutto questo è nostro malgrado ancora ignoto. Qui si stanno tuttora esponendo gli effetti che la mancata applicazione dei dettami richiesti produce, ma non ci si interroga sulle cause. E questo è un gravissimo errore. Gli adriatici sono in confusione come lo è il loro condottiero del resto che ad oggi sta mischiando ancora le carte per ciò che concerne l'11 iniziale che presenta in ogni contesa. Aspetto senza dubbio preoccupante per un trainer esperto, che abitualmente quando trova la giusta quadra, difficilmente cambia le pedine. Ciò che però è ancora più allarmante è il fatto che il Pescara(società in primis) non riesca tuttora ad accettare di essere in crisi. Il Ds Delli Carri lunedì sera nel post di Pescara - Rimini ha minimizzato prontamente quando gli è stato detto tale termine, sostenendo che una crisi c’è ma è solo parziale e spostando poi colpevolmente l'attenzione sulla questione del gioco. Alle sue parole hanno fatto eco quelle di Luca Mora, elemento esperto della squadra, che ha affermato di non comprendere ad oggi il motivo della stessa. Una domanda sorge spontanea: perchè si ha paura di pronunciare questa parola, seguitando a fare insensati voli pindarici in ottica promozione diretta? E' errato in questo momento secondo il nostro modesto parere continuare a perdere energie preziose in questa maniera. Utile sarebbe invece ammettere la malattia, capirne la causa effettuando una approfondita diagnosi e arrivando di conseguenza a trovare la cura più appropriata. La realtà va presa e affrontata per quello che è senza filtri , non serve a nulla nascondere la testa sotto la sabbia, riflettendo su quello che potrebbe essere ma al momento non è. I biancazzurri piuttosto che avere velleità di primato( la Torres è a 9 punti) devono pensare a risolvere i loro problemi. Il resto è solo una conseguenza. Anche lo scorso anno nelle partite successive alla batosta interna contro il Catanzaro (che segnò l'inizio di un periodo nero per il club di Sebastiani), culminato poi con le dimissioni di Colombo e il ritorno del boemo, diversi calciatori(tra cui Mora stesso) dichiararono a più riprese di non riuscire a scoprire la causa dei loro problemi. A quasi un anno di distanza nulla è cambiato? Sembra proprio di no. Gli errori vanno capiti e dagli stessi bisogna imparare per evitare di reiterali. Chi vuol capire capisca, il tempo per farlo c'è, ma non è infinito…
FOTO TV6
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