Niccolò Squizzato, da equivoco a perno
Il nuovo corso biancazzurro passa (anche) per lui e per Tunjov
Niccolò Squizzato ha finalmente preso per mano il Pescara e vuole condurlo il più lontano possibile. Tra i meriti di mister Emmanuel Cascione c'è anche quello di aver reso centrale nel suo progetto un giocatore che fino all'insediamento del terzo tecnico stagionale era stato tra le maggiori delusioni dell'annata, costantemente messo in discussione in un ballottaggio a tre uomini con Aloi e Dagasso che si è protratto tanto nella gestione Zeman quanto nell'interregno Bucaro. Adesso, invece, non ci sono più dubbi su chi sia il perno del reparto mediano: al classe 2002 di Gallarate sono state affidate senza riserve le chiavi biancazzurre e con Cascione al timone non a caso è stato sempre titolare. L'ex Inter aveva bisogno di sentire fiducia incondizionata e non di essere sempre e comunque in bilico, con lo spettro di una nuova panchina al primo errore commesso o alla prima prestazione non in linea con i desiderata del tecnico, e mister Cascione ha puntato proprio su questo: ha deciso di proteggerlo e di responsabilizzarlo. E Squizzato sta rispondendo benissimo, diventando di giornata in giornata sempre più importante in una squadra che sta mutando pelle, passando dall'essere arrembante e garibaldina, tanto nel bene quanto nel male, all'essere prudente ed accorta anche se mai rinunciataria. D'altro canto Cascione sin dal suo insediamento aveva fatto capire di puntare molto su questo giovanotto che a Renate era stato impostato da mezzala dopo aver incantato all'Inter come centrale, non come play classico bensì come schermo e frangiflutti di fisico e qualità davanti alla difesa. Più un Van Bommel che non un Pirlo di allegriana e milanista memoria, insomma, perchè le caratteristiche del giocatore sono chiare anche se nelle idee estive del club probabilmente la valutazione era stata un'altra: doveva essere il faro e la guida del centrocampo, un architetto e al tempo stesso un metronomo nel cuore di una squadra concepita per giocare in verticale con due tocchi o con fraseggi stretti per sfruttare le catene esterne. Ma Squizzato non è questo tipo di giocatore e non ha nemmeno le caratteristiche del Palmiero della scorsa stagione, solo per citare un esempio recente e senza dunque scomodare altri e più ingombranti paragoni con ex biancazzurri del passato. Risolto l'enigma del centrale, con la certezza di affidarsi a Squizzato, ecco che la squadra può ora permettersi di supportare anche una mezzala come Tunjov, di grande qualità ma che è poco dedito all'interdizione ed è assai discontinuo nell'arco dei 90 minuti. Rilanciato da Cascione dopo l'esclusione per scelta tecnica nella partita di debutto della terza gestione (finì addirittura in tribuna), l'estone è tornato titolare e sembra essere in crescita, anche se deve ancora migliorare in termini di ritmo, intensità e cattiveria agonistica per diventare il vero valore aggiunto della squadra in ottica playoff. I prossimi 180 minuti di campionato, oltre che a provare ad ottenere una posizione migliore in vista degli spareggi, serviranno anche per oliare ulteriormente i meccanismi di squadra e per portare al massimo della forma proprio Squizzato e Tunjov, gli uomini che possono far fare il salto di qualità al Delfino.
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