Danilo Iannascoli è tornato a parlare
Lo ha fatto in tv dopo anni di silenzio
Dopo parecchi anni di silenzio, interrotti solo da sporadiche note stampa, è tornato a parlare Danilo Iannascoli, ex a.d. biancazzurro e ancora socio di minoranza del Pescara. Lo ha fatto in tv nella trasmissione A Tutto Campo, storico salotto monotematico sul Delfino condotto e ideato da Pierluigi Vasile.
Ecco alcune delle dichiarazioni salienti di Iannascoli: “Intanto dico che non mi fanno piacere le sentenze sui bilanci, perchè ero e sono ancora socio del Pescara. Ho dovuto tutelare i miei interessi , quelli della società e del ruolo che rivestivo nella compagine biancazzurra. Eravamo rimasti pochi soci dopo l'uscita di Peppe De Cecco, qualche altro socio negli anni seguenti. La maggioranza è passata a Daniele (Sebastiani, ndr), io ero il primo socio diciamo di minoranza con il 30% delle quote. Quando sono entrato l'ho fatto con un semplice 2,5% e mi sono ritrovato a dover aumentare la quota proprio perchè era uscito Peppe (De Cecco, ndr) e quindi dalla sua uscita io e Daniele abbiamo dovuto prendere in mano la società e portarla avanti. E non è stata assolutamente una cosa semplice, perchè dal momento in cui esce Peppe De Cecco che aveva la quota più alta, che era il presidente e rappresentava un cognome importantissimo per la città di Pescara, per l'Abruzzo e per l'Italia, ci siamo dovuti accorciare le maniche e, non solo abbiamo dovuto lavorare tantissimo, ma abbiamo dovuto mettere tanti soldi dentro la Pescara Calcio. La nostra società, almeno fino a quando ci sono stato io, ha sempre investito tantissimo e malgrado siamo andati in serie A non siamo riusciti a coprire tutti gli investimenti che erano stati fatti negli anni precedenti e ogni anno la società è stata in perdita e ogni anno i soci hanno dovuto coprire tutte le perdite, la prima volta - quando è andato via De Cecco - abbiamo dovuto ricostituire completamente il capitale sociale perchè era stato azzerato. Io da quando sono entrato la società ho avuto una retrocessione, dopo la serie A di Zeman, e poi un grandissimo campionato fermato dalla traversa nella finale di Bologna. Non è facile gestire una società, soprattutto quella della tua città. Io tifoso, tifosissimo, ho cercato sempre all'interno della società di dare il mio contributo soprattutto da tifoso, quindi pensando a quelli che vengono allo stadio e vorrebbero vincere sempre. Ma vincere non è facile. Io in quegli anni, dal 2011 al 2015-16, e dal 2017 col calcio a 5 ho vinto tutto: col calcio a 5 scudetto, 2 supercoppe, 2 coppe Italia, disputate 2 Champions, siamo stati eletti sesta squadra al mondo non è uno scherzo. Pescara in quegli anni non ha dato poco: siamo andati 2 volte in serie A”, torna al calcio, “è ripartito un entusiasmo incredibile. Basta dire questo per dire che questa società non vuole assolutamente il male del Pescara, conosco i soci benissimo perchè lo sono ancora, ma vincere non è facile. Il mondo è cambiato, Pescara non è che ha dato un grande appoggio quando è andato via Peppe. Nessuno si è avvicinato. Eppure avevamo una squadra che poi era fantastica. Avevamo Verratti, Immobile e Insigne, 3 campioni d'Europa di oggi, anche s e secondo me la squadra più forte era quella che abbiamo rifatto poi in serie B. Io e Daniele ci eravamo comunque divisi i compiti all'interno della società, lui si occupava soprattutto della compravendita e delle trattative dei giocatori insieme ai direttori sportivi, a lui piaceva e a me no, io dell'organizzazione e riorganizzazione della società, dell'immagine e dei rapporti coi giornalisti, le campagne abbonamenti, abbiamo ricostituito il settore amministrativo e costituito il settore marketing e quello commerciale. Poi nell'ultimo anno ci sono stati dei contrasti tra me e Daniele ad agosto, ma la squadra era stata fatta per 8/11. Quando Oddo è andato in ritiro con la squadra per la prima volta 8/11 dei titolari erano in ritiro, cosa che non era mai successa. Infatti è stato vinto il campionato, era una buona squadra. Ma la precedente, quella di Bologna, per me è stata la squadra più forte che c'è stata a Pescara. Quando facemmo la squadra dopo mancavano solo il sostituto di Bjarnason, che individuammo in Sciaudone, e poi dovevamo prendere un centravanti e un altro centrocampista. In un Consiglio di Amministrazione io e Daniele non ci siamo accordati, da lì è nato un litigio, un mese dopo c'è stata la presentazione del bilancio e io, era fine agosto 2015. E' successo che quella squadra che stavamo facendo, con tutti i collaboratori - anche Repetto - eravamo d'accordo. Poi su alcune procure e alcuni giocatori non ero stato avvisato, non ero stato avvertito, me li sono ritrovati in quel consiglio e mi sono chiaramente arrabbiato. Da lì in poi, il bilancio è stato approvato senza di me, lo hanno fatto da soli Daniele e Bankowski, io ero in Andorra a giocare col calcio a 5 quel giorno e avevo chiesto di spostare il Consiglio di Amministrazione e non è stato spostato. Quando succedono queste cose poi i rapporti non si riprendono più”.
E poi: “Ad agosto ero ancora dentro la società e stavamo facendo insieme la squadra, a fine agosto quando è stato presentato il bilancio secondo me il bilancio non era corretto. E siccome io ero amministratore delegato ho reso edotti sia il collegio sindacale sia gli altri 2 consiglieri di quello che secondo me non andava bene. Ho chiesto di rinviare l'Assemblea dei Soci per mettere a posto quelle voci, mi sono dimesso da amministratore delegato, l'Assemblea è stata fatta, è stato approvato il bilancio, ma non da me che non ero presente e la Cimmav non ha votato a favore ma contro, a quel punto speravo onestamente che la cosa potesse rientrare. Fino a quando ho fatto anche un'offerta poi per acquisire le quote di Daniele Sebastiani la mia speranza era che tutto potesse finire, invece non abbiamo riparlato più da quel consiglio di amministrazione. Quando due litigano, quelli che ci sono intorno sguazzano. A me hanno detto cose contro Daniele, a Daniele hanno detto cose contro di me, non parlandoci più non abbiamo più chiarito. Tutti quelli che avevano interesse a farci litigare ci sono riusciti. Tutto ui, è tanto semplice. Se uno deve dire la verità, è questa. In 5 anni non ho mai accettato inviti in tv o interviste ai giornali, non ho mai commentato le sentenze. Non fa piacere che uno debba ricorrere alla Giustizia, la Giustizia poi non ha mai una tempistica che può risolvere un problema. E si vede anche ora. Io ho presentato la richiesta al Tribunale nel 2015, adesso ci troviamo nel 2021… E c'è ancora un grado, quindi non è una sentenza definitiva. Ci sono due mondi: nello sport 6 mesi sono come 5 anni nella vita, nello sport cambia tutto”
Commenti