Prima squadra

"Pescara: fermati, riconosciti e ripArti"

04.03.2016 10:01
Riceviamo da Matteo Sborgia uno spunto molto interessate sul momento del Pescara. Quale? Una breve comparazione tra il momento del Pescara e la psicoanalisi di Italo Svevo. Abbiamo deciso di condividerlo con gli utenti di PescaraSport24. Che ne pensate? Buona lettura! La leggerezza, la grazia, il guizzo fulmineo. Son0 queste le peculiarità più importanti che un delfino esprime nel suo habitat naturale: il mare. In casa Pescara, invece, il nostro amato mammifero è in crisi. A parte le metafore occorre guardare la realtà. Il Pescara non riesce più a vincere. L’ultima vittoria infatti, risale al 31 gennaio, quando i biancazzurri hanno regolato con un 3-1 il Bari allo stadio adriatico. Dopo quel risultato tutto lasciava presagire ad un futuro roseo: la schiacciante superiorità fisica e tecnica mostrate promettevano davvero bene. Se il buon Maurizio Mosca fosse ancora in vita avrebbe sicuramente dichiarato :“ah come gioca bene il Pescara”. Il Delfino, insomma, viaggiava a vele spiegate per battere il record stagionale di vittorie detenuto dal Pescara di Zeman(7 vittorie consecutive). Ed invece? Non solo il record non è stato battuto, ma da quella partita in poi abbiamo assistito ad una preoccupante involuzione dal punto di vista dei risultati . Nelle successive uscite infatti, la squadra, ha mostrato limiti in fase di finalizzazione: a Cagliari ad esempio, i biancazzurri sono stati padroni del campo nella prima frazione, dopo aver siglato la rete del vantaggio con Torreira, la truppa biancazzurra non ha saputo infliggere il colpo del KO ai sardi, finendo con il perdere una partita ampiamente dominata ma non chiusa a tempo debito. Nelle ultime due partite casalinghe invece, oltre ai limiti palesati sottoporta è stata mostrata una preoccupante involuzione nel gioco: eccessivo quanto improduttivo tiki-taka ;mancanza di idee nello sviluppo della manovra d’attacco; fragilità difensiva. A ciò aggiungiamo il fatto che la compagine biancazzurra entra in campo non adeguatamente concentrata e serena, concedendo agli avversari (vedi partite con l’Ascoli e Trapani) occasioni a ripetizione e spazi incontaminati. Oltre a tali problematiche va anche segnalato l’errato utilizzo di Mitrita (il Giovinco di Romania), che per carità, ha numeri davvero importanti,ma non può essere inserito a partita in corso- dopo che la formazione di Oddo non ha di certo brillato nel primo tempo, con l’ordine di puntare e saltare tutti gli avversari come fossero birilli per arrivare in area e procurarsi un rigore. Questa mossa tecnico- tattica reiterata più volte dal tecnico pescarese dimostra ahi noi un tantino di confusione, considerando anche i lapalissiani limiti del brevilineo fantasista rumeno che, per le sue attitudini e caratteristiche non risulta almeno in questo momento, essere bene inserito nel contesto di squadra. E allora che fare? E’ quanto mai utile a mio modesto avviso fermarsi, guardarsi allo specchio, riflettere su ciò che non va. A questo proposito ora proporrò una breve comparazione tra il momento del Pescara e la psicoanalisi di Italo Svevo. Zeno, il personaggio sveviano della Coscienza di Zeno (ultimo romanzo dell’autore triestino) va in analisi. Tralasciando gli sviluppi dell’opera, andare in analisi significa: guardarsi dentro, conoscersi, discernere quello che è giusto da ciò che è sbagliato. Scrutare dentro noi stessi vuol dire possedere umiltà, una dote molto rara al giorno d’oggi. Essere umili non vuol dire essere fessi. L’umiltà è una delle più belle e grandi ricchezze che l’essere umano possa avere. . Il Pescara è in un momento di crisi, lo dicono i numeri. A mio modesto parere va innanzitutto compreso ed accettato che stiamo vivendo questa fase. Una volta fatto questo, bisogna fermarsi, sedersi a tavolino, fare un po’ di introspezione ed analizzare le ragioni della crisi. A volte occorre fermarsi per ripartire più forti di prima… Pescara, fermati, riconosciti e ripArti.

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