“L’AMORE FA MIRACOLI”
Rubrica ""Calciologicamente", realizzata per PS24 dal dott. Pietro Literio, Psicologo/Psicoterapeuta e Docente Universitario
Torna la rubrica "Calciologicamente", realizzata per PS24 dal dott. Pietro Literio, Psicologo/Psicoterapeuta e Docente Universitario a Contratto che analizza le vicende del Delfino da un punto di vista del tutto peculiare. BUONA LETTURA!
Chi cerca trova (la magia)! Ma come è possibile tornare a sognare a Pescara con il nuovo Mister? Come si realizzano le alchimie apparentemente incredibili di cui abbiamo vari esempi calcistici?
Come fa Baldini a “cavalcare la tigre”, ovvero l’odio e la contestazione crescenti incontrati, anzi ricercati, a Pescara?
Molto semplicemente con l’AMORE, il miglior antidoto verso l’odio.
Sin da suo arrivo ha parlato con il cuore, ha dispensato amore sull’odio, ha annaffiato di speranza la rassegnazione, ha dato voce all’orgoglio rispetto alla mortificazione e, soprattutto, ha donato empatia all’ambiente.
Baldini ne ha per tutti: è capace di immergersi, di capire, di sintonizzarsi e mettersi nei panni della piazza, della società, dei tifosi e giocatori, facendoli sentire tutti importanti, facendoli volare. Insomma, uno di noi! E cos’è questo se non amore?
Solo l’amore fa miracoli, perché ben dispone e fa sentire gli altri accolti, apprezzati, accettati: il presidente con le sue ragioni e il tifoso con le sue, da ben comprendere e tener presenti.
E così Baldini conferma il più antico maestro Sigmund Freud che affermava: “thanatos è eros inibito”, ovvero l’odio non è altro che l’amore inibito, che non può più esprimersi, represso.
Baldini poi non solo è capace di donare amore, di tornare a far sognare ma, allo stesso tempo, è capace di proteggere il “sogno” (prima della B e poi della A) dalle continue distrazioni tattiche, di mercato e dalle polemiche continue, spegnendole con la sua comunicazione amorevole e con le prestazioni e risultati in campo.
Un mister fuori dai “luoghi comuni” del calcio, fuori dai ragionamenti tattici ossessivi, lontano dall’ipercontrollo sui giocatori, rivelandosi anzi flessibile (dal 4-2-3-1 che non dava sicurezze al 4-3-3) e in grado di mettere a loro agio i giocatori per esprimersi al meglio purché diano tutto, l’anima, come i resilienti “marines”.
Altro segreto del mister è il NOI e non l’IO: “la totalità (la squadra) è più della somma delle sue singole parti” (i giocatori), potremmo riassumere. Per questo non ci possono essere in campo “fenomeni”, giocatori più importanti o più furbi, ma solo chi combatte per la causa!
Infine, ultimo ingrediente alchemico di Baldini è la sua positività, condita di realismo positivo: la sua comunicazione è sempre impregnata di aspetti positivi, sempre alla ricerca del positivo mettendo in discussione, parimenti, il “negativo”: ovvero tutti i “ma”, i “però”, provenienti dall’ambiente, che sono fonti potenti di distrazione, di sfiducia e deconcentrazione (i cosiddetti “distrattori” in psicologia dello sport), senza cadere nella illusione, nella trappola della soluzione magica immediata: il bomber, il fenomeno di turno che arriverà o emergerà e ci salverà dall’inferno, riportandoci finalmente in B.
Del resto, il Paris Saint Germain dei campioni, anzi dei “fenomeni” riuniti (per fare qualche esempio), avrebbe dovuto stravincere tutto e invece no. Forse contano la “testa”, la motivazione, la fiducia? Forse conta più, sempre a livello mentale (e motivazionale), il gruppo-squadra, il NOI, rispetto all’IO? Si, perché il calcio non vive di sola tattica, e lo sport non è fatto di solo tatticismo ma anche e soprattutto di psicologia (individuale e di gruppo), di fiducia e motivazione da costruire con sapienza e conoscenza.
E in questo modo che si costruisce il “terreno fertile” per la vittoria, ovvero quel clima di fiducia e unione verso l’obiettivo (nell’ambiente e nei giocatori) che fa la differenza, portandoci alla fine a gridare “uno per tutti e tutti per uno”.
E così che il “mago alchimista” Baldini, o più semplicemente vero leader “trasformazionale” (una guida per tutti verso la via smarrita della mentalità vincente), “trasforma in oro ciò che tocca”: ambiente, giocatori e società, ma perché ci è, non ci fa; è lui, con la sua personalità costruita nel tempo, un suo modo di vivere e non solo di intendere il calcio.
E se qualcuno ancora non crede nei sogni e a Baldini basta seguire le paralimpiadi per guardare i veri miracoli della vita che ogni giorno gli atleti realizzano, superando i loro grandi limiti con tanta motivazione e tanto AMORE per la vita!
Prof. Pietro Literio
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