Prima squadra

L'ennesima serata nera con altre cattive notizie

Stato di crisi a Pescara

19.02.2025 08:05

Ennesima occasione sciupata, stavolta sottolineata dai fischi copiosi dei tifosi a fine partita. Ed è stata proprio questa, probabilmente, la vera novità di una serata da incubo, perchè il nuovo scivolone interno al termine di una prestazione da censura ormai non fa più notizia da tempo. Il Pescara che continua la sua crisi di gioco e di risultati, riscoprendosi fragile, senza idee e senza anima dopo la positiva parentesi di Carpi in 3 mesi da brividi, adesso deve riconquistare anche la sua tifoseria. Fino al posticipo con l'Ascoli, infatti, una piazza sempre più sfiduciata e in contestazione aperta con la proprietà era stata dalla parte di mister Silvio Baldini e dei suoi ragazzi in modo convinto e compatto. La prestazione offerta contro i bianconeri in una gara storicamente sentitissima ha inevitabilmente lasciato il segno nell'umore della tifoseria ma anche del gruppo squadra. E pensare che la giornata sembrava davvero propizia per rilanciare le quotazioni biancazzurre. I pareggi di Vis Pesaro ed Entella e la sconfitta della Ternana avrebbero consentito al Delfino con un successo di scavalcare in classifica i rossiniani e di accorciare sul tandem di testa, pur nella consapevolezza che anche a fronte di altre 11 partite da giocare e con un calendario in discesa sarebbe stato comunque difficile pensare di conquistare una delle prime due piazze. La partita contro il Picchio, poi, si era messa anche bene, con il vantaggio arrivato nel primo tempo nella prima palla-gol creata, poi tristemente rimasta l'unica vera di tutta la partita. Fino all'intervallo l'Ascoli non era riuscito a creare alcun presupposto per il pari e anche nella ripresa aveva fatto oggettivamente poco per cambiare l'inerzia della sfida. Un approccio al secondo tempo inspiegabilmente morbido e la complicità di un paio di svarioni difensivi hanno prodotto il pari piceno e poi, quando la partita sembrava inevitabilmente incanalata sui binari del segno X, ecco sui titoli di coda l'altra dormita collettiva della retroguardia a spianare la via della rete decisiva al nuovo entrato Gagliardi. E le sviste arbitrali non possono essere un alibi per una squadra spenta e remissiva. Un collettivo timoroso, prevedibile nelle sue giocate, senza fame e con meno del minimo sindacale di cattiveria agonistica non poteva uscire indenne contro una squadra modesta ma che almeno ci ha messo un po' di furore e alla banchettato in un Adriatico che nelle ultime 6 uscite ha visto il Delfino perdere 3 volte e pareggiare altre 3, con soli 2 gol fatti.  Al Pescara sono mancati ordine, intensità, giuste distanze tra i reparti, compattezza ed idee, ovvero tutte quelle caratteristiche che erano state le prerogative principali della bella squadra che dalla quarta alla ventesima giornata aveva guidato la graduatoria, spesso da sola, per alcuni turni anche con buon margine sulle inseguitrici e nonostante una flessione già iniziata a fine novembre. Era del tutto evidente che quel Pescara era andato ben oltre le proprie possibilità, come è abbastanza chiaro che quello di adesso sta offrendo un rendimento decisamente al di sotto del suo reale valore, al netto di un mercato di gennaio che non ha apportato i necessari correttivi per poter competere fino alla fine contro le compagini che puntano alla promozione diretta. E se nella prima parte di torneo la mano dell'allenatore e la capacità di capitalizzare al massimo quanto prodotto, sfruttando le palle inattive, una grande condizione fisica e una nutrita coop del gol, erano fattori determinanti, adesso che tutto questo sta venendo meno ecco che emergono i grossi limiti dell'organico. Un attacco capace di segnare nel girone di ritorno un solo (inutile) gol rappresenta l'emblema di una crisi nera che sembra senza fine e certifica il fallimento del mercato invernale 

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