Prima squadra

Hellas Verona - Pescara, le pagelle dei biancazzurri

Mancuso mina vagante, Fiorillo una piovra

22.05.2019 23:02

A CURA DI DANIELE BERARDI

Mai risultato fu più bugiardo. Pescara e Verona si dividono la posta in palio nella gara d'andata della semifinale playoff. Il Delfino parte benissimo e minaccia gli scaligeri con l'attivissimo Mancuso e con uno sgusciante Marras. Alla lunga la qualità dei gialloblu costringe i ragazzi di Pillon ad abbassare il loro baricentro, e i biancazzurri si accontentano di mantenere la porta inviolata. Bettella e Scognamiglio tengono al guinzaglio sia Pazzini che Di Carmine. Fiorillo ha le mani dappertutto. Memushaj uomo ovunque. In ombra Brugman e Pinto, ammonito dopo quindici minuti e alle prese con il rapidissimo Matos. 

Fiorillo 6,5: chiamato agli straordinari, col Verona che sgancia missili ogniqualvolta si spalanca l'angolo di tiro. Reattivo sulle conclusioni da fuori area che sgusciano sul terreno bagnato. Trema su Di Carmine e Tupta, ringraziando prima Scognamiglio e poi Bettella per i salvataggi in extremis. Nessuna parata impossibile, ma tanta concentrazione e altrettanto pragmatismo.

Balzano 6: scende come un treno nel primo spicchio di partita, supportando la catena di destra con grande personalità. Alla lunga il Pescara si tira indietro e il Verona prende campo. A quel punto sceglie di tirare i remi in barca, preoccupandosi maggiormente dell'indiavolato Laribi che svaria su tutto il fronte offensivo.

Scognamiglio 6,5: un intervento miracoloso (e quasi impercettibile) su Di Carmine nel primo tempo. L'ex Perugia non trova mai lo spunto giusto per incidere e il merito è tutto del trattamento speciale riservatogli da Scognamiglio. Accoglie anche lo sparaucchio Pazzini a braccia aperte:  ma nella notte del Bentegodi non ce n'è per nessuno.

Bettella 6,5: ha compiuto diciannove anni da un mese ma nessuno sembra accorgersene. Parte col singhiozzo lasciando lì un mezzo pallone che Di Carmine per poco non trasforma in oro. Cresce col passare dei minuti. Spavalderia e carattere non gli mancano. Azzarda (a volte anche troppo) la giocata. Peccati di gioventù assolutamente giustificabili. Salva due volte nel secondo tempo un paio di conclusioni a botta sicura di Pazzini e soci. La premiata ditta Bettella-Scognamiglio esce col petto in fuori dal catino del Bentegodi. 

Pinto 5,5: il giallo dopo quindici minuti è come una ghigliottina settecentesca. Cerca di pressare alto Matos per impedirgli di ragionare, ma l'ex Udinese e Carpi gli sguscia via con freschezza e vivacità. Ci mette una pezza come può, ma non trova il modo di farsi notare neanche in fase offensiva. Richiamato preventivamente in panchina da Pillon per evitare catastrofi. (dal 66' Del Grosso 6: cambio legittimo del tecnico di Preganziol, che francobolla Del Grosso sulla schiena di Matos, limitando così le scorribande del Verona sulla destra. Il terzino ex Siena non era al meglio ma imbraccia la sciabola e non va per il sottile. E al Delfino va benissimo così).

Brugman 5,5: anche lui leggermente offuscato dal palleggio insistito degli scaligeri. È inevitabile che non salga in cattedra in una partita così complessa. Il Pescara cede progressivamente il pallino del match agli avversari e l'uruguagio è costretto a schiacciarsi quasi sulla linea dei difensori. Quando può, si alza a pressare Gustafson per impedirgli di giocare, ma il pressing di Pillon funziona a intermittenza. Lecito aspettarsi qualcosa in più da uno del suo calibro. 

Memushaj 6,5: 'anema e core' di un Pescara agguerrito. Uomo ovunque dei biancazzurri. Dopo un quarto d'ora di scorribande sulla destra, vaga per il campo alla ricerca di falle e buchi da rammendare. Tanto sudore sul suo volto a fine gara, altrettanto sulla sua maglietta. Freme per il salto di categoria, la causa biancazzurra lo costringerà a mangiar polvere e fango fino alla fine delle ostilità. 

Crecco 6: buona gara per la mezz'ala ex Lazio. Pillon intende sfruttare il suo dinamismo per fronteggiare i vivaci metodisti del Verona e per cercare di ribaltare l'azione. Obiettivo centrato per tutto il primo tempo, in cui Crecco avrebbe anche la chance per portare avanti i suoi, ma spara su Silvestri. Nel complesso sufficienza meritata abbondantemente. (dall'89' Bruno s.v.)

Marras 6: parte bene come tutto il Pescara, poi la questione si fa complicata. Il Delfino è rintanato dietro la linea del pallone e lui non ha supporto sufficiente nei ribaltamenti. Mette comunque grinta, sacrificio e accelerazioni. All'Adriatico avrà di certo spazi e libertà maggiori per offendere. 

Mancuso 6,5: la notizia buona è che finalmente i suoi compagni trovano tempi e modi per servirlo con costanza. Quella cattiva è che la sorte non lo assiste e la chance migliore, sui piedi del '7', si stampa sul palo. Il Pescara aveva preparato la gara per colpire a freddo e poi ritirarsi fra le mura della propria metà campo. Nel momento in cui il baricentro si abbassa, l'ex Samb è chiamato al lavoro sporco contro tutta la retroguardia gialloblu. Lavora palloni, smista suggerimenti e prende calci e botte per novanta minuti. Uno dei migliori, senza se e senza ma. 

Sottil 6: si accende a sprazzi, ma quando lo fa dimostra di poter mandare in crisi da solo l'intera difesa gialloblu. Va vicinissimo al gol nella ripresa. Aveva già fatto male al Verona qualche settimana fa e quando i suoi compagni riescono ad isolarlo nell'uno contro uno son dolori. Dà una grandissima mano a Pinto in fase di copertura. Staffetta giustificata con Antonucci quando il serbatoio segna arancione. (dal 74' Antonucci s.v. si danna l'anima su ogni pallone ma senza riuscire a trovare il guizzo giusto. Apprezzabile in ripiegamento. Talento ancora grezzo per la categoria. 

Pillon 6: esulta nel finale di gara per il pareggio a reti bianche. Buon risultato ai fini del ritorno, ma è l'atteggiamento della squadra (soprattutto nel primo tempo) a fargli accennare un sorriso. I suoi partono fortissimo e meriterebbero il gol in avvio. Ma il Pescara alla lunga si contrae e lascia campo al Verona. Qualche rischio di troppo in fase di transizione: l'Hellas spreca con rammarico. All'Adriatico avrà due risultati su tre per giocarsi l'accesso alla finale con relativa tranquillità. Tre giorni per progettare una strategia, novanta minuti per centrare un obiettivo assolutamente insperato all'inizio dell'anno.

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