Pescara e la Nazionale di pallanuoto piangono Luca Mamprin
La nota della federazione: "Ciao Luca. Il nostro angelo Campione del Mondo"
Abbiamo un amico in meno al nostro fianco e un angelo in più che ci assiste dal cielo. Luca Mamprin, 40 anni compiuti il 6 gennaio, fisioterapista del Settebello di Alessandro Campagna, con il quale ha collaborato per lunghi anni e condiviso successi e amarezze, programmazione, stress ed esaltazione come l'ultimo titolo mondiale conquistato a Gwangju il 27 luglio 2019. Un amico per tutti noi della famiglia federale, un fratello maggiore per i giocatori, un compagno di risate, di allegria, di moderazione; soprattutto una persona per bene, professionista serio e uomo educato. Amava la sua compagna Sara Elena Iannetti, anche lei fisioterapista e la sua Lazio, di cui era supporter saggio e pacato, ed aveva una passione profonda per la pallanuoto, di cui era tifosissimo. Luca ci ha lasciati poche ore fa e già sembra l'eternità. Il dolore è grande, lo sconcerto ancora di più. Era malato da tempo ma la sua forza e la sua fede, insieme all'affetto di familiari ed amici, lo aiutavano ad affrontarla. Ci ha salutati tutti, ma continuerà a vivere nel ricordo di ciascuno di noi col suo sorriso rassicurante.
Il presidente della Federazione Italiana Nuoto Paolo Barelli e il presidente onorario Lorenzo Ravina, i vice presidenti Andrea Pieri, Giuseppe Marotta e Teresa Frassinetti, il segretario generale Antonello Panza e il consiglio federale, il presidente del Gruppo Ufficiali Gara Roberto Petronilli, il presidente della Sezione Salvamento Giorgio Quintavalle e il presidente onorario Vincenzo Vittorioso, il direttore tecnico del Settebello Alessandro Campagna e tutti i giocatori azzurri, il direttore tecnico del Setterosa Fabio Conti e il commissario tecnico Paolo Zizza e tutte le azzurre, increduli e sgomenti, formulano le più sentite condoglianze al papà Giancarlo, presidente della FIN Plus, al fratello Massimo, componente della prima sessione del tribunale federale, stringendosi alla famiglia tutta in questo momento di profondo dolore.
I funeral si terranno venerdì 22 gennaio alle ore 15:30 nella chiesa della Madonna dei Sette Dolori di Pescara.
Luca Mamprin è nato a Roma il 6 gennaio 1981. Fisioterapsta. Dal 2008 al 2012 ha collaborato con le Nazionali di nuoto, dall'autunno 2012 fa parte dello staff del Settebello con cui ha conquistato tra l'altro l'oro mondiale a Gwangju 2019 e il bronzo olimpico a Rio de Janeiro 2016.
La sua storia sportiva inizia come atleta. E non di pallanuoto, ma di futsal. Arrivato a Pescara nel 2004 per giocare a calcio a 5 nella Ponzio di D’Angelantonio, la squadra poi diventata Pescara C5 che si è laureata campione d’Italia, non è andato più via. Ha trovato l’amore e ha deciso di investire più nel lavoro che nel futsal. Così Luca entra in una dimensione diversa e in uno sport diverso, che in città già aveva scritto pagine indelebili a livello internazionale: la pallanuoto. "Sono entrato in Federazione nel 2008, partendo dal settore nuoto per poi passare alla pallanuoto - affermava con orgoglio - fino a quando nel post Giochi Olimpici di Londra, nel 2012, il commissario tecnico Sandro Campagna mi ha chiamato a far parte del Settebello". Sette anni dopo ha dato il suo fondamentale contributo per arricchire la bacheca dell’Italia con il titolo iridato. Se gli azzurri in acqua andavano a velocità doppia rispetto agli avversari e sono stati protagonisti di prestazioni fisiche, oltre che tecniche, impeccabili, il merito è anche suo. Le luci hanno illuminato i campioni, ma dietro le quinte c'era il lavoro di protagonisti silenziosi ed essenziali come Luca. "In una manifestazione che si svolge nel breve periodo - spiegava - è importante una valutazione globale di ogni problematica, in primis perché i tempi di recupero sono strettissimi giocando ogni due giorni. L’articolazione più sollecitata è la spalla e bisogna ottimizzare tempistica e metodologia per ottenere una performance eccellente, ma senza trascurare altro che può incidere negativamente. La mia attività inizia al mattino e termina a notte fonda: pur essendo un fisioterapista preferisco descrivermi come un riabilitatore sportivo, di vecchio stampo. Lavoro con le mani, senza macchinari. Ritengo che quello che possono fare le mani non può essere sostituito dalla strumentazione".
Il suo grande sogno, come quello di tutti gli azzurri, era la medaglia d’oro a Tokyo. Rimane tale. Il Settebello giocherà anche per lui ed in ogni gol ci sarà un po' del suo talento, di uomo e di fisioterapista.
Ciao Luca.
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