Legrottaglie si presenta: “Pescara un trampolino di lancio, metterò i ragazzi al centro”
Il successore di Zauri è intervenuto telefonicamente a Rete8 Sport
A CURA DI RICCARDO CAMPLONE - Nicola Legrottaglie, ex giocatore di Catania, Chievo, Juventus e della Nazionale Italiana è il nuovo allenatore della “Primavera” del Pescara. Il successore di Zauri è intervenuto telefonicamente a Rete8 Sport. L'obiettivo dell'ex giocatore è quello di valorizzare i giovani e puntare sempre in alto. Nel 2002 Giovanni Trapattoni lo fece esordire in Nazionale proprio a Pescara, entrando dalla panchina contro la Turchia. La presentazione del nuovo tecnico potrebbe avvenire nel prossimo fine settimana.
“Pescara ha segnato la mia storia, quando io ho esordito in Nazionale me lo ricorderò a vita. Pescara è stato un trampolino di lancio, ma soprattutto un ricordo piacevole. Sono molto felice di tornarci da allenatore dei ragazzi, ringraziando il Presidente, al direttore sportivo per aver dato fiducia in me. Ricordo quando giocai a Catania la partita presa contro il Pescara nel 2012 all'ultimo secondo con un tiro fuori area. Ho deciso di fare scelte diverse rispetto a quello che facevo prima. Prima sceglievo in base ai miei istinti, a quello che senti. Dopo le mie esperienze in stiro nel valutare anche altre cose mi sono fermato e volevo capire se c’era un altro strada, cioè quella fai vivere ordinatamente con i principi sani che per me hanno caratterizzato la mia vita. Conta più l'apparire che l'essere. Viviamo in questo sistema ma non è detto che dobbiamo vivere come questo sistema. Fuori posso dirti tante cose e pensarla in maniera diversa da quello che sono i tuoi principi. A volte noi sbagliamo è dover far parte della massa, perché pensiamo che facendo parte della massa otteniamo benefici, invece voglio distinguermi partendo dall’idea che se vuoi fare la differenza oggi devi essere differente. Per me la differenza non è essere emarginato, ma una ricchezza rispettando la scelta degli altri. La prima cosa che farò con la “Primavera” non è avere davanti a me dei giocatori, ma prima di tutto delle persone. Mi apporterò davanti a loro come persone e non come atleti che devono darmi qualcosa. Io darò a loro quello che la mia vita personale su alcuni principi di vita a e poi a livello tecnico-tattico. La mia idea di calcio? Mettere i ragazzi al centro. Non ci devono essere delle mie idee, ma devono essere a servizio e non a discapito del giocatore e delle caratteristiche che tu hai. Dal momento in cui vedrò le caratteristiche della mia squadra, cercherò di metterli al centro e quindi valorizzarli, non per fargli fare qualcosa per un mio scopo personale così che la gente potrà dire: “Legrottaglie è bravo.” Io lavorerò per loro. Gli errori ti porteranno a crescere. È normale. Anch’io sbaglierò. Per me le cadute e gli errori non sono tragedie, anzi opportunità che ti porteranno a crescere. I ragazzi devono venire al campo con entusiasmo. Mi ricordo che quando giocavo il calcio mi ha cominciato a pesarmi perché mi sentivo sempre approvato per ogni cosa. Immaginatevi un ragazzo che per ogni che fa si smette approvato in famiglia, a scuola e poi in campo dove deve divertirsi. Io punterò molto sull'entusiasmo, sempre con il risultato. Dobbiamo inculcare ai giovani la voglia di vincere. Sono molto ambizioso perché quando faccio una cosa punta al massimo, all'eccellente. L’allenatore più importante? Non posso lamentarmi. Ho avuto migliori allenatori da Trapattoni, Capello, Lippi, Allegri, Delneri, Zaccheroni. Ho preso di più a livello difensivo da Delneri, perché mi ha portato in un calcio nuovo. Rimpianto? Forse nei mie atteggiamenti. Quando facevo qualcosa oppure non la ottenevo la prima cosa che facevo è dare la colpa agli altri. Invece di migliorarmi incolpavo altri.”
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