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Lassù (ancora e sempre) qualcuno ci ama.

17.11.2014 11:01
Alla vigilia dell’arduo confronto con il Frosinone, il pensiero è scivolato inesorabile sulla data che si sta approssimando,  quella del 24 novembre. Un anno fa, quel giorno, una terribile notizia sconvolse gli sportivi biancazzurri e non solo: ci aveva lasciato una persona a tutti noi cara, Vincenzo Zucchini, il “capitano” per eccellenza del Pescara. Lunedì prossimo, chi vorrà e potrà, si recherà al cimitero di S. Silvestro per una preghiera sulla tomba di Vincenzo. Ieri, prima, durante e dopo il vittorioso impegno di campionato all’Adriatico, il mio pensiero ha ancora indugiato su Vincenzo perché l’avversario del Pescara era lo stesso che il lontano 2 dicembre 1973 segnò il suo esordio in biancazzurro. Una prova scoraggiante e deludente per Rosati e i tifosi, che tante speranze avevano riposto in lui per cercare di lasciare la serie C. Speranze che, visto l’esito del campionato, si rivelarono comunque ben riposte. L’incontro terminò in parità, 0-0, come quello del ritorno, 1-1. Per Vincenzo il bilancio delle partite con il Frosinone fino a ieri era contrassegnato, quindi, da un pari e patta. Per Baroni e la squadra, la prova si stava rivelando difficile e per buona parte dei primi 45’ il pallino era stato nelle mani degli ospiti. Al rientro in campo, presto avemmo sentore di una metamorfosi nel gioco e soprattutto nello spirito. Un’anima e un’energia diversi. E ancora una volta il mio pensiero agganciò il ricordo di Vincenzo, l’immagine della forza, vitalità e grinta che sprizzava nel rettangolo di gioco. Le stesse che hanno palesato capitan Maniero e i suoi compagni. Da qui un 3-0 che Vincenzo sicuramente ha gradito, anche perché non muove solo la classifica del Pescara, ma “sistema" anche il suo personale bilancio con il Frosinone.

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