Altre cessioni eccellenti non sono ancora da escludere
Ultime due settimane di mercato
Dopo le cessioni, inevitabili e preventivate, di Hamza Rafia (al Lecce) e Facundo Lescano (alla Triestina) ad inizio sessione, non si possono ancora escludere addii eccellenti in casa Pescara. Le ultime due settimane di mercato, è noto e la storia delle trattative lo insegna, regalano sempre sorprese e situazioni nuove che possono aprire scenari non messi in conto e scombinare i piani. E in caso di ghiotte offerte il Pescara può essere costretto a rinunciare ad alcuni elementi importanti della rosa, a partire dal centrale Ivan Mesik. A mettere la pulce nell'orecchio di tutti è stato Zdenek Zeman nella conferenza stampa di vigilia gara contro la Reggiana. “Mi dispiacerebbe se dovesse andare via”, la risposta del boemo ad esplicita domanda sullo slovacco, “ma il calcio è così. Di solito i più bravi vanno via e vengono sostituiti. Se dovesse accadere, la società saprà come muoversi”. Su Mesik, che proprio Zeman ha fatto debuttare in maglia Pescara (e in Italia) nella sua prima partita della terza avventura sulla panchina biancazzurra (14 minuti al posto di Boben nella sfida interna alla Juve Stabia) dopo mesi di apprendistato senza giocare con Colombo al timone, c'è il Venezia del ds Filippo Antonelli, che da settimane ha aperto il canale con il Pescara. La valutazione complessiva che gli adriatici fanno del giocatore, stante anche la circostanza che una fetta del ricavato andrà corrisposta al Nordsjaelland in base agli accordi stipulati a dicembre 2022, è di 1,2 milioni, troppo alta per i lagunari che puntano ad abbassare l'esborso cash inserendo due giocatori in prestito (il centrocampista Leal e l'esterno De Vries) e garantendo una percentuale sulla futura rivendita ai biancazzurri. La distanza tra offerta e richiesta c'è, ma sembra alla fine colmabile. Pisa e Palermo, anche loro alla finestra, sembrano meno propensi ad andare incontro alle richieste pescaresi per Mesik mentre la pista tedesca, che conduce all'Osnabruck (serie B), non convince il giocatore ed il suo entourage. Ed è dunque da scartare. Da tenere monitorata anche la questione Luigi Cuppone. Il tuttofare dell'attacco è stimato da Zeman dai tempi di Lugano, perchè è un jolly che può ricoprire indifferentemente tutte le posizioni del tridente garantendo sempre un alto rendimento, ma piace a tanti in C ed a Pescara non ha la maglia da titolare garantita. La volontà del giocatore è quella di restare nonostante la nutrita concorrenza e cambierebbe casacca solo se avesse la possibilità di misurarsi con quella serie B che ha solo assaggiato a Cittadella, ma il contratto in scadenza tra non molto e la corte pressante di alcune società impongono qualche riflessione in più. In assenza di rinnovo con adeguamento, che non appare all'orizzonte, ed in caso di offerta irrinunciabile potrebbe alla fine davvero cambiare aria. Cuppone è una esplicita richiesta di Colombo per il suo Potenza (il tecnico l'anno scorso a Pescara lo considerava inamovibile nel suo undici), ma è il Brindisi, che mette sul piatto un triennale, la squadra che sembra fare più sul serio. In caso di cessione tornerebbe in auge Simone Russini del Padova, mollato da Catania e Perugia che hanno cambiato obiettivo (ma non dal Foggia): da tempo c'è una base di accordo tra i due club e con l'agente per un biennale con opzione per un terzo anno. C'è poi Lorenzo Milani, seguito da Pisa e Palermo. Le due società non hanno ancora affondato il colpo, ma nei prossimi giorni potrebbero andare alla carica del mancino. In caso di addio il Delfino potrebbe rivolgersi al Cittadella per Alessandro Mattioli, che però gioca a destra ed imporrebbe a Pierno di traslocare sull'out mancino. Il nome più gettonato è però un altro e ne parliamo a parte (leggi qui). Ovviamente tra i cedibili anche Vergani e Plizzari, ma per ora latinano vere proposte per loro.
Commenti