Prima squadra

Non è ancora Zemanlandia, ma...

Ma i segnali sono assai confortanti proprio per questo

13.03.2023 08:04

Non è ancora, inevitabilmente, Zemanlandia. Ma vincere ugualmente è di certo un bel segnale per il fuuturo ed è al domani che, come dichiarato alla vigilia della sfida di Agropoli, mister Zeman guarda. Alla sua seconda uscita, prima in trasferta, dal terzo ritorno, mister Zdenek Zeman ritrova il successo da allenatore del Pescara. Ad Agropoli il Delfino fatica, ma porta a casa 3 punti assai preziosi per lanciare la volata finale di regular season a caccia del terzo posto, ora riconquistato grazie al ko del Foggia. Ma c'è tanto ancora su cui lavorare ed il demiurgo di Praga ne è perfettamente consapevole.“Meglio il risultato della prestazione, dobbiamo fare sicuramente di più”, ha confermato Zeman nel post partita. Nonnè ancora e non potrebbe essere già il Pescara di Zeman. Questo è ovvio a tutti. Dopo la prima settimana piena di lavoro (quella che ha portato al debutto contro la Juve Stabia è stata assai corta) non si poteva chiedere di più. Si è vinto pur non brillando e questo è importante perchè nel calcio i risultati sono la cosa che conta. “Il risultato è casuale, la prestazione no”, è un vecchio adagio made in Zemanlandia. Al netto di una Gelbison di caratura nettamente inferiore, ritornare al successo è cosa da accogliere a braccia aperte. Sono un raggio di sole che dirada le nubi che da mesi si addensavano, minacciose sul cielo di Pescara. E se la vittoria arriva con il minimo sindacale zemaniano, vuol dire che si può solo crescere. Con il lavoro, ovviamente. L'idea, certamente condivisibile, del demiurgo di Praga è che i playoff sono già garantiti indipendentemente dal terzo posto, che pure è un obiettivo, ed ha impostato un lavoro di concetto e di tattica a lungo termine, con un occhio ben focalizzato sul lavoro fisico al fine di far arrivare la squadra fisicamente e mentalmente pronta agli spareggi. Quindi non stupiamoci se la prima vittoria dello Zeman Ter sia più assimilabile ad una vittoria di epoca Colombo che non una propria del calcio zemaniano. Zeman sta nel frattempo vedendo quali siano i giocatori più adatti al suo calcio e si spiegano così i tanti cambi nell'undici iniziali, quelli fatti per scelta intendiamo e non per squalifiche o problemi fisici. Non tutti hanno risposto bene (vedi Delle Monache e Vergani, suo pallino), ma ci sono conferme importanti. Quali? Che Mesik, aspettando Pellacani, è il centrale che fa al caso suo e che può crescere, anche se va valutato in test più probanti chiaramente. Che Palmiero è in crescita e può essere il suo centrale, verticalizza e detta i tempi. Che Rafia da mezz'ala può essere devastante nel suo calcio, a patto che tenga meno il pallone tra i piedi, si inserisca di più senza palla e che dia cresca in fase di non possesso. Che Lescano è terminale offensivo doc ma che sa anche dialogare coi compagni. E anche altro. In 10 giorni appena di lavoro non è poco. E poi ci sono i segni del destino. L'ultimo superstite della Zemanlandia biancazzurra 2011-12, Riccardo Brosco, e il volto principale della sua nuova avventura pescarese, Facundo Lescano (3 reti in 2 partite per 4 punti conquistati), hanno regalato a Zdenek Zeman il suo primo successo dal terzo ritorno in riva all'Adriatico. Forse davvero un segno del destino, fatto sta che nel primo di tre impegni in una settimana il Delfino si rilancia e ritrova una vittoria esterna che mancava ormai da 3 mesi (dall'acuto di Monopoli, con lo stesso risultato). Proprio questa settimana mette in palio altri 6 punti pesanti, ma non consente di lavorare di concetto, di tattica e soprattutto fisicamente. E' una settimana da portare a casa con le unghie e con i denti, facendo il massimo possibile, ma è chiaro che non potrà dare chissà quali frutti. Adesso è tempo di semina, per i frutti bisognerà aspettare maggio inoltrato....

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