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"Quattro pappine...Pesanti da digerire.." Il Delfino Rampante racconta (Juve NG - Pescara)

Una delle principali rubriche di pescarasport24.it

07.01.2024 21:14

Torna puntuale dopo la prima partita del 2024 una delle più apprezzate e particolari rubriche di pescarasport24.it, quella del Delfino Rampante che oggi ci racconta il ko in casa della Juventus baby.

Buona lettura!

 

Era esattamente il 25 novembre 1992. L’Assemblea federale della Cecoslovacchia votava per dividere la nazione: a partire dal primo gennaio 1993, la Cecoslovacchia politica non esisterà più e il suo posto nel Vecchio Continente sarà preso dalla Repubblica Ceca e dalla Slovacchia. Da lì a poche settimane, dunque, Praga si ritrovò ad essere la capitale di un nuovo Stato nel cuore dell’Europa – la Repubblica Ceca – così come, dall’altro lato, Bratislava fu indicata come la città capitale della Slovacchia. Circa 16 milioni e mezzo di persone cambiarono rispettivamente nazionalità, documenti, inno e bandiera. Tutti ricorderete, al riguardo, la pubblicità televisiva di un celebre atlante geografico in uscita col Corriere della Sera in quel periodo che raccontava di un astronauta tornato dalla Spazio dopo qualche anno, inconsapevole delle evoluzioni politiche occorse in Europa dalla sua partenza al suo ritorno sulla Terra.

Tra le persone che, involontariamente, furono interessate da questo cambiamento epocale ci fu anche Zdenek Zeman – boemo di nascita - che, nello stesso anno in cui i confini dell’Europa subivano quest’altro scossone, allenava in Serie A il Foggia, tra gli altri, di Kolyvanov, Di Biagio, Roy, Medford, Petrescu, Mancini.

Facciamo un salto di 31 anni e torniamo ai giorni nostri. 25 novembre 2023, un mese e mezzo fa circa: mentre il Cesena si imponeva all’Adriatico contro il Pescara, la Juventus Next Gen, battendo l’Arezzo 1-0, centrava l’ultima vittoria casalinga stagionale. Da allora i bianconeri in casa non avevano più trovato la via dei tre punti. Purtroppo, ci ha pensato il Pescara – 43 giorni dopo l’ultima volta della Vecchia (Giovane in questo caso) Signora – a regalare nuovamente ai piemontesi l’intera posta in palio tra le mura amiche.

E dire che, per il Pescara, la partita si era pure messa sul verso giusto grazie alla rete di Cangiano che aveva portato in vantaggio i biancazzurri. Poi raggiunti e ribaltati, anche dopo il gol del momentaneo pareggio (2-2) siglato da Cuppone.

Alla fine è venuto fuori un pirotecnico 4-3 per i ragazzi di Brambilla. Un risultato che ha evidenziato, ancora una volta, i limiti attuali del Delfino. Come dire: nuovo anno, vecchi problemi per il Pescara la cui ultima vittoria risale giusto, giusto a un mesetto fa. Era il 9 dicembre e i biancazzurri piegarono (4-0) l’Olbia all’Adriatico. Da allora, due sconfitte e due pari per gli uomini di Zeman. Coppa Italia compresa. Periodaccio, culminato al Moccagatta con ben 4 pappine subite: prendendo in prestito una battuta da “L’allenatore nel pallone”, famosa pellicola comica di produzione italica del 1984 con protagonista Lino Banfi.

Che confusione. La cantavano i Ricchi e Poveri nella celebre canzone del 1981 “Sarà perché ti amo”. Che confusione. E’ proprio il caso di dirlo, a tratti, per il Pescara visto in scena ad Alessandria. Quella confusione culminata in pieno recupero quando, a extra-time praticamente scaduto, su una punizione da lontanissimo anziché mettere il pallone in area di rigore avversaria ci si è ostinati a giocare con passaggi corti vanificando l’ultimo assalto. Quello finale. Quello della disperazione. Che non c’è stato. E il triplice fischio dell’arbitro è rimbombato come una sentenza. Una sentenza che non avremmo mai voluto sentire. Una cassazione che ha sancito i 17 punti di ritardo dalla vetta della classifica, il mancato aggancio al terzo posto, il sorpasso del Perugia (vittorioso contro la Lucchese), lo scivolamento al 5 posto in graduatoria insieme al Pontedera vittorioso nel posticipo di Sestri Levante. D’emblée. Tutto insieme. Nel breve volgere di poco più di un’ora e mezza. Tanto. Troppo. Troppo brutto per essere vero. E’ invece è proprio così, tutto vero. Ma soprattutto, tutto brutto. Purtroppo.

Dopo un periodo pre natalizio quasi indigesto, culminato con il pareggio esterno di Ancona e quello interno contro la Fermana entrambi per 1-1, rispettivamente quindicesima e ultima in classifica, ci si aspettava, dopo la sosta, una rivelazione epifanica migliore. E invece il risveglio nel 2024 è stato, come detto, un vero e proprio incubo.

Niente doni ma solo carbone dalla Befana per il Pescara: un carbone nero che più nero non si può. Ancor peggio dei mancati cadeaux di Babbo Natale.

Fortunatamente per il Delfino il periodo delle feste è terminato. Così come, si spera, i regali agli avversari. Perché di questo passo, ci potrebbe essere – il condizionale è comunque d’obbligo - il concreto rischio che la stagione possa diventare anonima. Terribilmente anonima.

Purtroppo, questo inizio d’anno, tornando per un attimo al Lino nazionale, è stato come quel caffè amaro, amarissimo… sperando, in futuro, che non sia un caffè con utopia!

Intanto, becchiamoci queste quattro pappine... Pesanti da digerire!

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