Prima squadra

Due ko di fila, mai successo quest'anno...

L'analisi del nuovo momento nero

06.04.2025 08:23

La speranza adesso è di non ritrovare il Pineto ai playoff. Tre sconfitte in altrettante partite stagionali, infatti, non possono essere una casualità. Il Pescara che sognava l'aggancio immediato al terzo posto, in attesa del lunch match di oggi della Torres e del recupero della propria gara contro l'Arezzo in programma mercoledì, si ritrova a fare i conti con la seconda sconfitta consecutiva. In questa stagione non era mai successo. Due ko diversi nel contenuto, ma che hanno fatto comunque malissimo. Se a Sestri Levante la prestazione generale era stata da censura, al Mariani-Pavone la prova è stata migliore, ma certamente insufficiente ad avere un epilogo diverso. I cugini per il Delfino sono un po' come la kryptonite per Superman, ma il Pescara di oggi non ha di certo superpoteri ma grossi problemi, innanzitutto di carattere e personalità. Fa bene mister Silvio Baldini a non voler parlare degli episodi, che pure ci sono stati e forse avrebbero cambiato l'inerzia della sfida (almeno un presunto rigore non concesso, la traversa di Meazzi e l'occasionissima sciupata da Merola), perchè trovare alibi e giustificazioni sarebbe deleterio e controproducente. La verità è che la squadra alla prima difficoltà smarrisce fiducia e sicurezza. E alla fine si dissolve, incapace di reagire e produrre calcio. Senza grinta, idee e carattere non si raddrizzano partite contro squadre più che modeste come il Sestri, figuriamoci contro una compatta e organizzata come il Pineto, che sta facendo un campionato meraviglioso con molti giocatori che non facevano parte del progetto del Delfino (definiti da molti, ingenerosamente, “scarti” addirittura) e che invece venerdì sera hanno giganteggiato (due su tutti: Lombardi e Germinario). Ivan Tisci sembra aver trovato l'antidoto giusto per neutralizzare il Pescara ed i cugini si confermano “bestia nera” per la banda Baldini. In 3 appuntamenti stagionali e in 3 momenti assai diversi il Pineto ha mandato al tappeto il Pescara sempre con le stesse armi. All'alba della stagione, quando c'era ancora Cudini in panca, poteva avere un valore relativo, nelle due gare di campionato assolutamente no. All'andata il Delfino era in vetta e, pur iniziando ad accusare un po' di flessione, comunque aveva ancora entusiasmo e mente libera; due sere fa, era invece reduce dallo scivolone inaspettato di Sestri, che aveva chiuso una striscia positiva di 5 risultati utili consecutivi ad archiviare una profonda crisi, e doveva dare delle risposte. Quelle che sono arrivate non sono sicuramente confortanti, anche se la lotta per la terza piazza del girone non è ancora finita. Ma di questo passo e con questo atteggiamento il rischio è di doversi guardare alle spalle. Nel derby hanno convinto poco anche le scelte della panchina, tanto quelle iniziali quanto quelle a gara in corsa. Si è deciso ad esempio di puntare su un tridente tutto estro e rapidità per provare a mettere in difficoltà i centrali pinetesi, strutturati fisicamente ma di certo non dei fulmini di guerra, rinunciando ai 3 centravanti a disposizione: la scelta aveva una sua logica, ma non ha pagato. All'intervallo è stato poi inserito il baby Arena, che è un grandissimo talento ma che a 16 anni appena compiuti non può essere ovviamente il “salvatore della patria”. Generalmente mister Baldini utilizza sempre le 5 sostituzioni, spesso sfruttandole tutte con ancora tanti minuti da giocare, nel derby invece si è limitato a soli 3 cambi, l'ultimo dei quali al 10', lasciando in panchina quelle che potevano essere risorse utili nell'assalto finale all'arma bianca. Probabilmente non sarebbe cambiato alcunché, ma perchè non provare? Si dice che gli assenti abbiano sempre ragione e di certo in panchina non c'era Ronaldo o Halaand, è vero, ma perso per perso… Inutile, comunque, ribadite ancora una volta le lacune della rosa e le responsabilità della società: sono chiare, nette, evidenti ed inequivocabili. E, peggio ancora, reiterate negli anni

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