Simbolo di resilienza ed emblema del nuovo corso biancazzurro
Al terzo anno Pippo Pellacani si sta finalmente prendendo il Delfino....
Il simbolo del nuovo corso biancazzurro è, paradossalmente, uno dei superstiti della vecchia guardia. Ed è quello che lunedì sera ha rischiato di complicare terribilmente l'assalto del Pescara alla vetta della classifica, con un errore clamoroso (e per lui inusuale) che ha messo in salita la sfida alla Pianese del pescarese Fabio Prosperi. Stiamo chiaramente parlando di Filippo Pellacani, che dopo nemmeno un giro d'orologio dal calcio di inizio, sbagliando un retropassaggio, ha spianato la via del gol al figlio d'arte Guglielmo Mignani che non si è fatto pregare per depositare la palla in fondo al sacco. Nella circostanza c'è stata una sbagliata comunicazione tra il difensore e Plizzari, con l'ulteriore complicità di Brosco che era fuori posizione, ma è chiaro che le responsabilità principali sono state del classe 1998 con una palla pigra, lenta e male indirizzata verso il portiere. Servita la frittata, però, lo smarrimento è durato solo il tempo di rimettere la sfera sul disco di centrocampo perchè poi Pellacani ha sfoderato una prestazione tutta attenzione e concentrazione, con i proverbiali anticipi e l'aggressione sulla punta di riferimento che ne fanno un uomo determinante per le fortune del Pescara. Senza quell'errore da matita blu, insomma, il giorno dopo sarebbero fioccati i 7 in pagella per lui che oggi è uno degli uomini di più lunga militanza in biancazzurro ed emblema di un concetto assai caro a mister Silvio Baldini: quello di resilienza. Al di là della reazione avuta nella partita in questione, tutta l'esperienza con il Delfino di Pippo Pellacani è stata una storia connotata dalla capacità di affrontare e superare un evento traumatico, un brutto infortunio all'alba del suo arrivo, e l'attitudine a non mollare nei periodi di difficoltà. Era sbarcato in riva all'Adriatico nell'estate del 2022 per essere il perno della difesa di mister Colombo, ma nella fase di riscaldamento della seconda partita di campionato, quella in casa con il Crotone, si ruppe il legamento crociato del ginocchio destro. Lì è iniziato il suo calvario, che lo ha visto tornare in campo nel finale di quella stessa stagione ma per pochi spiccioli di gara. L'anno scorso, poi, un continuo stop and go senza mai trovare continuità, sempre per noie retaggio di quel brutto guaio del settembre 2022. Nella scorsa, travagliata annata biancazzurra, che lo ha visto finire nuovamente sotto i ferri per una lesione al menisco del famigerato ginocchio, alla fine sono state solo 10 le presenze in campionato per appena 793 minuti totali. Quest'anno, però, la musica è diversa. Archiviata la preparazione senza problemi, Pellacani è stato titolare in 5 partite su 5 (anche in Coppa Italia) ed è tornato ad essere uno degli interpreti migliori di tutta la categoria. Con Brosco si completa alla perfezione, ma anche con Mulè, che scalpita dietro di loro e che troverà sicuramente spazio nella prossima settimana da 3 partite in 8 giorni, è sembrato trovarsi a suo agio nello scampolo finale di gara disputato lunedì in coppia. Probabilmente non sarà lui uno dei candidati al turnover della prima settimana di fuoco della stagione, quando mister Baldini presumibilmente ruoterà tutti gli effettivi, infermeria permettendo.
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