Tanti auguri Mister Zeman!
Il boemo spegne 72 candeline
A CURA DI RICCARDO CAMPLONE -
Zdenek Zeman non ha bisogno di presentazioni, un uomo molto silenzioso dotato di grande spirito di lavoro e sempre accompagnato dalle sue sigarette, grande intenditore di calcio e ideatore del suo proveribiale 4-3-3. Oggi il boemo compie 72 anni. Una bella cifra per un uomo che ha ancora tanta voglia di allenare e scoprire molti giovani promettenti. Lui che di giovani ne ha fatti esordire tanti, dal suo “Foggia dei miracoli”degli anni 90 passando per la Roma giallorossa e biancoleste, Napoli, Lecce, Palermo,Salernitana, Parma, Stella Rossa, Pescara, Cagliari e Lugano.
La sua carriera da allenatore inizia negli anni 70 nelle giovanili rosanero, passando poi per Licata con una storica promozione in C1. A Foggia viene ricordato per quei campionati spumeggianti e per il bel gioco che metteva in campo, con il tridente rossonero che faceva paura a tutti: Rombaudi, Signori e Baiano. Passa per Roma dove li scopre le potenzialità di un certo Francesco Totti, futura bandiera giallorossa e campione del mondo nel 2006, anche nella sponda biancoceleste non esclude nessuno, arrivando secondo dietro la Juventus. Già la Juventus sua acerrima nemica per aver accusato giocatori di alto livello per uso di doping, non le manda a dire nemmeno ad un certo Luciano Moggi. Quelle accuse le pagherà cara per la sua carriera. Passerà per la provincia d’Italia senza portare a casa trofei, ma questo il boemo lo sa. A lui poco importa dei trofei, interessa far divertire il pubblico con un calcio spumeggiante.
Si passa negli anni 2000 tornado di nuovo a Foggia scoprendo un certo Lorenzo Insigne e Marco Sau, poi Pescara dove nel capoluogo adriatico porta con se il giovane napoletano ed un altro campano di Torre Annunziata, Ciro Immobile, futuro attaccante della Lazio, mette in cabina di regia un certo Marco Verratti, con le sue giocate e assist da far impazzire il popolo biancazzurro. A Pescara porta entusiasmo e tanto divertimento portando i biancazzurri in Serie A dopo 19 anni prendendosi i complimenti dai più grandi allenatori moderni, da Gaurdiola a Capello passando per Cesare Prandelli, Mancini e Sacchi. Torna a Roma dove ritrova Totti e De Rossi, lanciando Florenzi, Pjanic e Marquinhos. Esonerato nella Capitale riparte da Cagliari, dove in terra sarda conquista un altro esonero sotto le feste di Natale. Verrà richiamato dopo l’esonero di Zola senza ottenere risultati decide di dimettersi. Si sposta in Svizzera, a Lugano per poi tornare a Pescara, richiamato da Sebastiani dopo aver esonerato Oddo. Ricomincia la sua seconda annata rifilando un 5-0 al Genoa. In serie B ci saranno continui botta e risposta con Sebastiani portando l'ennesimo esonero dopo la sconfitta di Cittadella.
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