I freni al mercato biancazzurro
Tanti aspetti da valutare e situazioni da risolvere
Prima le cessioni, poi i nuovi arrivi: non si scappa da questa regola auto imposta per necessità. Il mercato del Pescara, come ormai accade da tanti, troppi anni, mostra alti livelli di complessità, crescente di stagione in stagione al di là di idee troppo volte confuse nel piano d'azione, e la presenza di numerosi calciatori tagliati fuori dal progetto tecnico riduce drasticamente i margini di manovra. Soprattutto se, come nel caso di Galano e Valdifiori (che comunque vanno a scadenza a giugno), questi calciatori percepiscono ingaggi alti per la categoria. O se, come nel caso di Nzita, il suo valore a bilancio è ancora assai alto e, contando la giovane età e le prospettive, per una cessione serve quella che da tempo definiamo una “formula fantasiosa” (prestito con obbligo di riscatto e pagamento dilazionato nel tempo, ad esempio) per concretizzare una cessione. Oppure c'è chi, come Rizzo, è ormai abbastanza ai margini ma ha poco mercato tra prezzo del cartellino, ingaggio percepito e necessità di coniugare esigenze tecniche e di bilancio del club acquirente con quelle della società cedente e la volontà del calciatore.
Sono tanti, a partire dunque da aspetti meramente economici e finanziari in un mercato senza cash un po' per tutti (vedi addirittura la Juventus), i freni alla sessione invernale. Si parte dalla necessità di conservare la lista composta da 24 giocatori (a cui si può aggiungere un giovane nato dopo il 1° gennaio 2002): la società proverà a rispettare il regolamento per evitare di caricare il bilancio di ulteriori costi e tenere in busta paga calciatori in esubero. In questa situazione tenere giocatori in rosa ma fuori lista graverebbe sui conti ma anche sulla serenità del gruppo.
C'è poi l'ormai famoso indice di liquidità: è calcolato attraverso il rapporto tra le Attività Correnti e le Passività Correnti. Si tratta di un indice che dimostra quando un club sia in grado di poter rispettare i propri impegni finanziari: un rapporto massimo quantificato per la stagione 2020/2021, ad esempio, in 0,8 (inizialmente era 0,4). E’ insomma un parametro ben spiegato all’interno del NOIF (Norme Organizzative Interne Federali) che insieme ad altri (indicatore di indebitamento – indicatore di costo del lavoro allargato – indicatore di patrimonializzazione) viene utilizzato per determinare il grado di equilibrio delle società. In particolare l’indicatore di liquidità riguarda la capacità di una società di far fronte agli impegni finanziari a breve termine. Se si esce dal range occorre mettere soldi nelle casse della società per ripristinare il valore richiesto. In caso contrario si potranno acquisire calciatori solo se in precedenza se ne cedono altri, ammesso che non si proceda a ricapitalizzare la società.. Le società, quasi tutte, si stima che abbiano un indice che oscilla fra lo 0,74-0,75 quindi molto vicino al limite. Quindi bisogna ragionare e operare di conseguenza con…il bilancino del farmacista.
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