Fiorillo: "L'importante ora e restare a casa. E quando torneremo in campo.."
DA IL MESSAGGERO ED. ABRUZZO
Per non perdere l’allenamento, Vincenzo Fiorillo in questi giorni si diverte a parare calci di rigore nel salotto. Dal dischetto, i suoi figli sono i suoi nuovi preparatori. Sveglia presto, allenamento in casa, playstation con i bambini: “E alla sera sono stanco morto…”. Con il calcio stoppato da coronavirus, ai giocatori del Pescara succede anche questo. Vivere una nuova dimensione. Il capitano biancazzurro, 30 anni, genovese che ha scelto di restare a vivere nella città adriatica, rispetta le regole, lavora da casa e con la famiglia riunita cerca di scacciare via le paure che il Covid-19 infonde. “Noi calciatori siamo privilegiati rispetto a tanti lavoratori che stanno vivendo un momento difficile, per noi è anche piacevole stare a casa con i figli. Personalmente, sto recuperando un po’ di tempo perso con Francesco, che ha appena compiuto un anno. Non ho mai avuto la fortuna di passare tutta la giornata con lui. Rispetto le regole, non voglio rischiare e mettere in difficoltà chi sta lavorando per far finire presto questo momento critico. Francesco un anno. L’Abruzzo si sta confermando una delle regioni più rispettose delle regole, dobbiamo esserne orgogliosi. A tutti dico: ci sarà tempo per tornare a vivere la nostra Pescara appieno. Ora è il momento di aspettare e sperare che tutto finisca nel miglior modo possibile. Non dobbiamo arrivare al punto di sacrificare vite umane per via dell’esaurimento dei posti in rianimazione. Usciamo di casa solo se strettamente necessario. A che ora avete l’allenamento? “Noi portieri lavoriamo senza collegarci via skype, siamo più disciplinati (risata). Abbiamo schede per mantenerci in forma in attesa di sapere quando si potrà tornare in campo: è stato bravo il preparatore Cantarini a trovare questo modo di lavorare, per tenerci monitorati. Bisogna stare attenti anche ad andare a correre in giro per la città. Io lo sto evitando, al massimo resto intorno al mio palazzo. Sono preoccupato da questa situazione, cerco di evitare qualsiasi contatto con persone estranee”. Che effetto fa sapere che a Genova, nella “tua” Samp, ci siano diversi giocatori contagiati dal Covid-19 (Gabbiadini, Colley, Ekdal, La Gumina, Thorsby, Depaoli, Bereszynki e il medico sociale Baldari)? “Credo che un po’ tutto il sistema lavorativo abbia sottovalutato questo virus, quasi me l’aspettavo che il virus colpisse anche nel mondo del calcio. Vivere in uno spogliatoio a stretto contatto, allenarsi in campo e giocare partite, oltre che girare per tante città: impensabile che gli atleti non venissero contagiati. In questi giorni ho sentito spesso un collega della Vis Pesaro, club che ha avuto qualche caso. Viviamo tutti un momento drammatico”. Pensi che sia possibile riprendere gli allenamenti nei prossimi giorni, oppure serve ancora massima cautela? “Il Pescara ha lanciato prima di tutti il segnale che era pericoloso allenarsi, viaggiare, giocare. Abbiamo deciso d’interrompere gli allenamenti e non riprenderemo questa settimana. Non è facile allenarsi insieme in queste condizioni. A nessuno piacciono queste ferie forzate, quando avremo il via libera, noi e le altre squadre torneremo a giocare senza problemi. L’importante è che ci sia massima sicurezza per tutti gli operatori del calcio, e non solo per i calciatori”. La Lega ha dato una scadenza: riprendere il campionato di B entro il 9 prossimo maggio per concludere la stagione. In pratica, significherebbe giocare ogni tre giorni fino a giugno inoltrato. “Non mi spaventa, siamo tutti sulla stessa barca. Mi auguro che prima di darci il via libera per le partite, ci diano un periodo di allenamento, una sorta di mini preparazione”. Questi giorni di sosta forzata potranno essere utili anche ai tifosi per riscoprire anche l’amore verso la squadra? “Questa sosta può far riscoprire tanti valori della vita. Ci ha rallentato. Ti accorgi delle cose che ti mancano. Speriamo che quando si tornerà in campo, giocando forse partite anche in estate, il popolo pescarese colmi l’astinenza dal Pescara regalandoci uno stadio pieno, che ci aiuti a raggiungere i nostri obiettivi”. Quando si riprenderà, se come ci auguriamo si riprenderà, il Pescara ritroverà quasi tutti gli infortunati. “Non vuole essere un alibi, ma la sfortuna di non essere mai stai al completo ha pesato. Ci siamo dovuti aggrappare anche ai ragazzi della Primavera nell’ultimo periodo per poter scendere in campo. Quando saremo tutti, sarà diverso. Al completo, questa squadra meriterebbe qualcosa in più di una semplice salvezza. Adesso, però, l’obiettivo primario è quello. Non sarà facile, ancora di più dopo questa sosta forzata. Chi arriverà meglio alla ripresa, la spunterà”.
DA IL MESSAGGERO ED. ABRUZZO DI IERI (VERSIONE INTEGRALE)
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