Cambio io, cambi tu, cambiamo noi, cambiano loro

Cambiare: sostituire una persona, una cosa, con altra simile o diversa, cosi asserisce la Treccani. Naturalmente di questo verbo ci sono poi i modi e tempi e alcuni di essi hanno trovato spazio in articoli presenti negli ultimi giorni nei vari organi d’informazione che si occupano di sport. “Chiediamo in nome dei cittadini che la Figc affronti un serio e radicale cambiamento. Il calcio deve cambiare”. L’ammonimento del sottosegretario alla presidenza del Consiglio, Graziano Delrio, dopo le meditazioni (si fa per dire) del presidente della Lazio Claudio Lotito; “Con un pareggio contro il Cesena sarebbe legittimo cambiare“. Questa la verosimile sorte della panchina di Pippo Inzaghi; “Fuorigioco, Mani, Tripla sanzione. E’ ora di cambiare”. Pierluigi Collina, capo degli arbitri Uefa: “Ora cambio gli allenamenti”. L’allenatore della Roma Rudi Garcia, dopo il deludente pari con il Parma; “Qualcosa è cambiato” Ha dichiarato Roberto Mancini dopo il successo dell’Inter sull’Atalanta; “Confermo tutto e aggiungo che sarebbe auspicabile un cambio di modulo”. L’invito rivolto dal presidente del Pescara, Daniele Sebastiani, all’allenatore Marco Baroni. Che pensiamo farà cosa? Un bel guazzabuglio per il tecnico biancazzurro, che ultimamente con le sostituzioni ci ha preso poco, ma quanto a cambiamenti non si è risparmiato, facendo anche un po’ di confusione. La mia attenzione la rivolgo al centrocampo e all’attacco, e parto dalla 20^ giornata, Pescara - Varese. Nella zona nevralgica a far coppia con l’insostituibile Memushaj opta per Selasi, in luogo di Appelt Pires, mentre in attacco fiducia a Maniero e Melchiorre, che violano in coppia la rete lombarda. Per il Pescara tre punti e probabilmente trovata la quadratura del cerchio. La controprova dal turno successivo, a Livorno. Confermati centrocampo e attacco, e altri tre punti contro una big del lotto. Timori per le possibili ripercussioni della sosta? Ma quanto mai.  La prima di ritorno vede il Pescara in trasferta a Trapani. Conferma per Selasi-Memushaj, mentre in avanti Melchiorri, dopo la partenza del capocannoniere Pippo Maniero, è affiancato da Pasquato che non fa rimpiangere il capitano, violando due volte la porta trapanese. Al risultato finale di 4-2 contribuiscono Politano e Bjarnason.  Assenza di Maniero e prima bocca asciutta per Melchiorri ! Al ritorno all’Adriatico, lo scivolone con la Ternana e sette giorni dopo buon pari a Bologna. Con il Cittadella si aprono le porte per i nuovi e Baroni da il via ai cambiamenti. Tornano in panchina (!) Selasi e Pasquato, mentre nella formazione iniziale sono presentati Brugman e Pettinari.  Buon per il Pescara che riesca, senza badare tanto per il sottile, a pareggiare al 5’ di recupero, con grande amarezza del buon Foscarini e del quarantacinquenne portiere Pierobon. Le cronache dicono che Baroni, pur disponendo in panchina del buon Pasquato, sempre pronto all’uso e autore di un buon numero di reti pur con lo scarso minutaggio d’impiego, gli abbia preferito Sansovini e poi Caprari. Dal 35’st in campo c’erano quattro punte o definite tali, Melchiorri, Sansovini, Caprari e Pasquato, mentre a centrocampo, gli altri cambi operati da Baroni portano Bjarnason per sostenere (!) le punte. Il meglio deve ancora venire e si chiama Latina. A centrocampo alla ribalta Alessandro Bruno, mentre in avanti è la volta di Caprari ad appoggiare Melchiorri, che continua il proprio digiuno, mentre nel corso della partita entrano Sansovini e Pasquato.  A proposito di Selasi, ricordando la stima di Baroni per Arrigo Sacchi, è sicuramente da escludere che il ridotto impiego del diciottenne centrocampista ghanese sia dovuto alle riflessioni (!) dell’ex allenatore del Milan, “vedere così tanti giocatori di colore è un’offesa per il calcio italiano”.  Questo, infine,  il Baroni pensiero sui “sogni nel cassetto” di Sebastiani: andare avanti così. E se a cambiare fosse il Presidente?