Il nuovo vento che spira a Pescara
Tre punti d’oro come una boccata d’ossigeno da respirare a pieni polmoni, tre punti d’oro che rimpinguano una classifica che iniziava a farsi preoccupante e che incidono, positivamente, anche sul morale della truppa: la vittoria nella sfida salvezza contro il Genoa, la partita da non fallire, è una pietra miliare nella costruzione dell’impresa. Di certo, il successo contro Immobile e soci non spazza via come un ciclone tutti i problemi, molti dei quali ancora insoluti, ma di certo consente di guardare con speranza al futuro e rappresenta un forte segnale di come molte cose siano, nel breve volgere di tre settimane, già cambiate. C’è tanto da lavorare, sotto molti aspetti, ma in attesa di Gennaio ci sono basi più solide o, se preferite, meno fragili dalle quali ripartire.
Spira un vento nuovo a Pescara e l’Eolo biancazzurro ha il volto e le fattezze di Cristiano Bergodi. Sotto la sua gestione, sono cambiate molte cose, alcune piccole ed altre grandi, ma tutte importanti. Lo spirito e l’approccio dei biancazzurri alle gare, anche quelle culminate con una sconfitta, sono stati di tenore ben diverso rispetto all’Era Stroppa. L’emblema della sua gestione si incarna nel vento freddo che dall’Islanda arriva a Pescara ed ha il nome che sembra uno scoglilingua, Birkir Bjarnason. Il biondo Vichingo è passato dall’essere uno degli uomini copertina del calciomercato dannunziano all’essere un oggetto misterioso, scomparso dai radar tra difficoltà di ambientamento e manciate di minuti senza lasciar traccia con il precedente allenatore, per poi esser rispolverato e finalmente utilizzato. Il nuovo vento che accarezza l’Adriatico ha anche una componente sudamericana, brasiliana in particolare, che risponde al nome di Togni: una leggera brezza, di quelle che nelle previsioni meteo di rado vengono riportate, ma che ha incidenza nel nuovo clima che si respira in Abruzzo. L’Eolo biancazzurro è riuscito anche ad incanalare una corrente slovacca, che risponde al nome di Vladimir Weiss, potenzialmente devastante, entro canoni migliori per sfruttarne la potenza in attesa che diventi un tornado. La novità più saliente, tuttavia, recata da Bergodi, al di là degli accorgimenti tattici (la difesa a 4 etc etc), è quella di aver ricreato uno spirito di gruppo in una squadra che sembrava essersi smarrita e di aver portato uno spirito da combattimento forgiato a sua immagine e somiglianza, anche se suscettibile di miglioramenti. Nella partita contro il Parma, quella decisiva per salvare la panchina di Stroppa poi sgretolatasi da sola a Siena, molti commentatori avevano sottolineato la circostanza che i calciatori dopo le reti biancazzurre non si erano stretti intorno al loro condottiero: contro il Genoa, le marcature dannunziane hanno visto invece un festeggiamento collettivo che la dice lunga. Ovviamente non tutto nella sfida con il Grifone ha funzionato (il primo tempo deve far riflettere) ma la seconda frazione di gioco ed il risultato finale lasciano sperare.
Ora al cospetto del Delfino, nella Scala del calcio italiano, ci sarà il Diavolo Rossonero famelico di punti: sarà una partita a parte, dalla quale non si potranno estrarre assunti di carattere generale per analizzare le vicende dannunziane, ma sarà interessante vedere come sarà affrontata. Sperando che l’Eolo biancazzurro porti in Lombardia una perturbazione…
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