Tutti dietro la lavagna. Ancora una volta...
Black Sunday in Pescara
Al peggio, si dice, non c'è mai fine. E a Pescara pare essere proprio così, dopo anni di vacche magre, delusioni e risultati da censura. Essere tornati nel purgatorio della C doveva coincidere con l'inizio della risalita. Come è stato a Perugia, che è rimasta in C un solo anno ma dove si avevano idee chiare e sono state messe in pratica bene. Così non è stato qui, almeno per il momento, e le condizioni non sembrano poter indurre nessuno all'ottimismo.
Tutti dietro la lavagna. Tutti. Inutile fare le pagelle del post 0-0 (scialbissimo e sconcertante) contro la Lucchese. I biancazzurri sono partiti anche bene, con una ghiotta occasione di Veroli dopo 1', ma hanno avuto la durata di un fiammifero: bella luce iniziale, poi prestissimo spentasi. Per non riaccendersi più.
Sul banco degli imputati, inevitabilmente, c'è mister Gaetano Auteri, nuovamente confermato dalla proprietà nonostante 12 punti conquistati nelle ultime 12 giornate (2 vittorie, 6 pareggi e 4 sconfitte). -14 dalla vetta, ormai una vera e propria chimera (dove ora c'è anche il Modena, che in estate ha congedato Matteassi), posizione attuale all'interno ma ai margini della zona playoff e +4 dalla zona playout (che non si vuole nemmeno prendere in considerazione): a fine novembre la fotografia dell'involuzione biancazzurra è questa. Netta, chiara e inequivocabile, figlia di un progressivo smarrimento delle poche certezze iniziali e del proliferare di confusione, timori e paure.
Oggi il Pescara è una squadra senza nè capo nè coda. Senza identità, senza fisionomia, senza gioco, senza idee. Vuota nel carattere e senza nerbo. Senza spunti. 2 punti nelle ultime 3 gare, abbordabili almeno sulla carta (Teramo, Pontedera e Lucchese), ne sono la prova provata. Il tecnico prima del match aveva parlato di mancanza di esperienza, salvo poi affidarsi nell'undici iniziale a 6 Millenials (Sorrentino, Veroli, Pompetti, Chiarella, Nzita e Rauti) che, sia chiaro, non hanno colpe e che - almeno nel caso dei prodotti del vivaio - ci hanno messo un po' di cuore, grinta e amor proprio. Ovvero tutto quel che è mancato invece ai senatori, ai presunti top player della categoria e a coloro che dovevano fare la differenza. In tanti, troppi casi in effetti la differenza è stata fatta, ieri come nelle altre partite precedenti: in negativo. I continui cambi di modulo, di partita in partita e anche all'interno degli stessi 90 minuti, hanno aggiunto confusione a confusione, tolto i pochi punti di riferimento e contribuito a smarrire le caratteristiche positive di inizio stagione (occasioni create e gol siglati), all'epoca esaltate anche da una condizione atletica certamente ottimale e senza dubbio migliore delle avversarie (come testimoniavano i gol in Zona Cesarini, tanti e tutti determinanti, quando le altre squadre erano in apnea). Oggi il Pescara incassa certamente meno (i gol al passivo erano un vero e proprio tallone d'Achille, il primo problema da risolvere), ma le reti prese sono quasi sempre decisive perchè la via del gol non si riesce più a trovare con continuità (4 gol nelle ultime 7 gare, Coppa Italia inclusa). E' la storia della coperta corta, come è noto, figlia di un mercato fatto di doppioni e lacune. E dei soliti errori. La rosa allestita, sicuramente non omogenea e male assortita, non è da primo posto, ma nemmeno da vivacchiare nell'anonimato della graduatoria di un girone che non appare nel complesso irresistibile, tolte due o tre squadre oggettivamente meglio attrezzate del Delfino.
Si ha poi la sensazione che la squadra non segua più il tecnico e che sia assai nervosa. Il finale di partita con la Lucchese, totalmente da censurare per la rissa finale, ne è la prova. La scarsa serenità del gruppo si evince anche da episodi di campo, come l'espulsione di Drudi sul finale che avrà conseguenze per la prossima trasferta, privando la truppa di uno dei difensori migliori.
A tutto questo aggiungiamo il clima pesantissimo che si respira ormai da tempo in città. Ieri, proprio nel decennale esatto della presidenza Sebastiani, si è avuto l'apice di un rapporto ormai logoro da tempo. E che sembra insanabile perchè destinato a deteriorarsi ancora. Il corteo dei tifosi prima della partita e la contestazione costante durante tutta la gara sono lo specchio di una tifoseria ormai esasperata, stanca e stufa. Che è sempre meno presente allo stadio e che via social addirittura dice di preferire il fallimento a questa situazione, forse ignorandone le reali conseguenze. Le dichiarazioni del post partita del presidente, al vetriolo, di certo non rasserenano gli animi. Anzi, continuano ad esacerbarli. La situazione attuale è certamente figlia degli errori della proprietà. Tanti, ripetuti, noti. Inutile fare ancora l'elenco. E' lunghissimo e conosciuto.
Sempre sui social gira, con fonte Wikipedia, il riassunto della presidenza Sebastiani in numeri. Ve lo riproponiamo qui, specificando che al computo manca il match con la Lucchese:
2 campionati serie A
7 campionati serie B
1 campionato serie C (in corso)
Partite giocate serie A 76
9V 13N 54S GF 64 GS 165
Media punti a partita 0,52
Media gol fatti a partita 0,84
Media gol subiti a partita 2,17
Partite giocate serie B 280
94V 83N 103S GF 367 GS 382
Media punti a partita 1,30
Media gol fatti a partita 1,31
Media gol subiti a partita 1,36
Partite giocate Lega Pro 15 (prima match Lucchese )
5V 6N 4S GF 22 GS 21
Media punti a partita 1,40
Media gol fatti a partita 1,46
Media gol subiti a partita 1,40
SCORE TOTALE (prima match Lucchese )
Partite giocate 371
Media punti a partita 1,14
Media gol fatti a partita 1,22
Media gol subiti a partita 1,53
108V 102N 161S
E il palmarès? Eccolo:
2 promozioni in A (la prima formale, perchè la presidenza Sebastiani è entrata a campionato in corso) e 2 retrocessioni in B
1 finale playoff di B persa (col Bologna)
1 semifinale playoff di B persa (col Verona)
2 retrocessioni in C sul campo, 1 sostanziale (perchè la prima è stata vanificata dai guai del Trapani e dal playout vinto ai rigori contro il Perugia di Oddo).
A 2 gare dal giro di boa del campionato la situazione è questa. Certamente brutta, ma ciò che spaventa è che possa ancora peggiorare……
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